L’attrice e scrittrice Melanie Hughes spiega perché la storia di War changes everything (La guerra cambia tutto) affonda nella storia della comunità italiana di Londra degli anni Trenta.
War changes everything, il libro con le radici nella comunità italiana di Londra
La carriera di Melanie Hughes è una di quelle al cui cospetto c’è solo da fare un inchino, per poi sedersi e restare in amabile e devoto ascolto. Perché da un’artista come lei, attrice per ventiquattro anni nelle migliori produzioni cinematografiche e televisive britanniche dagli anni ’70 agli anni ’90 (da “David Copperfield” a “Lady Chatterley” passando per “Great Expectations” e “Operation Julie”), che poi diventa scrittrice non solo di romanzi, ma anche di sceneggiature per nomi e produzioni importanti, c’è solo da imparare.
Ha iniziato a scrivere per Ken Russell, attore, regista, produttore, scrittore, sceneggiatore britannico (un pilastro) nella serie televisiva “Lady Chatterley” per poi lavorare anche in altre produzioni di BBC, London Films, Union Pictures.
Con un percorso che inizia così, scrivere e pubblicare libri sembra quasi un’evoluzione naturale. Ed ecco quindi War Changes Everything (“La Guerra Cambia tutto” versione italiana a cura del giornalista Arturo Croci, edito da Patrician Press) e Midnight Legacy, due storie avvincenti, la prima delle quali ambientata nella comunità italiana londinese nel primo dopoguerra.
Abbiamo incontrato Melanie a Londra, in una fredda sera d’autunno, per farci raccontare il più possibile sulla sua carriera di sceneggiatrice e scrittrice. E per comprendere meglio il suo legame con l’Italia. Ma partendo anzitutto nel voler capire come si diventa scrittrice dopo essere stata un’attrice.
“E’ stato del tutto casuale. Scrivevo piccole cose per mio diletto. Poi una mia amica, sposata con il regista Ken Russell, mi invitò a cena per conoscerlo. Si rivelò un uomo straordinario. Chiacchierammo un po’ e mi parlò del suo ultimo progetto, si trattava di Lady Chatterley. Lo lessi e gli diedi la mia opinione. Fu meraviglioso parlare con lui. Tre giorni dopo mi telefonò e disse ‘Ho ricevuto la sceneggiatura e non va bene. Potresti leggerla e dirmi cosa ne pensi perché io non ne ho il tempo, sono su un altro progetto’. E così feci, a lui piacque il mio lavoro… al punto che mi inserì anche in un altro progetto… Ho fatto questo lavoro per cinque anni, poi ho iniziato a scrivere romanzi”.
Ma tra romanzi e sceneggiature, ciò che Melanie preferisce scrivere sono proprio i romanzi. E ci spiega perché.
“Se scrivi un romanzo, quella sei esattamente tu (è la tua diretta espressione artistica, n.d.r.) ed è perfetto, perché hai completa libertà di scrittura”.
Alla luce di tutto ciò, si può quindi ben dire che War Changes Everything (“La Guerra Cambia Tutto”) rappresenta uno step fondamentale nel percorso letterario di Melanie. Una storia ambientata nella comunità italiana di Londra. Le abbiamo chiesto come mai.
“Perché si tratta di una storia vera, basata su un archivio di famiglia e sulla vita di mia suocera, che è stata davvero infelice… lei ha avuto un padre adottivo alcolista, che la picchiava. Ha avuto un’esistenza dura, ma era una ragazza talmente intelligente… ha frequentato una scuola prestigiosa dove ha incontrato un’altra ragazza, Yolanda Barone (di chiare origini italiane, n.d.r.)… mia suocera era di origine spagnola, il suo nome era Juanita Serracante… entrambe le ragazze erano ‘straniere’ in quella scuola, quindi da giovani brillanti quali erano, divennero molto unite… diventarono grandi amiche e la famiglia di Yolanda, ragazza meravigliosa, la accolse… lei disse che per tanto tempo la tennero al sicuro… senza quella famiglia, che era parte della comunità italiana, lei si sarebbe sentita perduta… loro si sono presi cura di lei e le hanno insegnato una decisiva lezione di vita: mai aver paura di essere diversi”.
Nella storia narrata nel libro Juanita diventa Nita e la sua storia di amicizia sincera e profonda con Yolanda attraversa gli anni Trenta, con le due giovani donne che diventano protagoniste della vita intellettuale di sinistra. E attraverso i loro occhi si assiste all’evoluzione socio-politica della comunità italiana londinese.
Farsi raccontare direttamente da Melanie questa storia ha qualcosa di emozionante. La capacità di trasmettere ricordi così profondi e allo stesso tempo duri, con dolcezza e pacatezza, è una dote unica, così come la riconoscenza che lei stessa dimostra leggendo tra le righe del suo libro.
Anzitutto per suo marito Mike, che “con generosità e buon cuore” le ha permesso di attingere alla storia della propria famiglia e di “saccheggiare i suoi ricordi”. E per sua figlia Ilona Mannan, che con pazienza ha aiutato Melanie a realizzare questo ambizioso progetto.
Ma War Changes Everything ha anche un seguito, come dicevamo. Si tratta di Midnight Legacy, e qui la storia di Nita, che nel primo libro incontra e sposa velocemente Rikh, attivo nell’Indian League, prosegue con l’arrivo della coppia in Madras, stato dell’India. In questo Paese la vita di Nita si evolverà in un turbine di situazioni personali e sentimentali che terranno il lettore inchiodato a ogni singola pagina del libro.
Naturalmente anche questo sequel è tratto dalle vere vicende della protagonista. “Sì, è basato su quello che mia suocera ci ha raccontato, prima che morisse… abbiamo trovato una valigia dove lei aveva conservato questi diari, trent’anni di diari con lettere, fotografie… tutto. Lei aveva conservato tutto, una vita piena in quella valigia, così ho iniziato a leggere… ne sono rimasta affascinata e ho voluto scriverne perché è stata una vita davvero straordinaria”.
Tre giorni prima di Natale, venerdì 22 dicembre, Midnight Legacy è stato presentato a Londra, presso The Nehru Centre (High Commission of India) alla presenza dell’autrice e dello scrittore e drammaturgo Nirjay Mahindru.
Ma il legame di Melanie Hughes con l’Italia non si ferma qui, anzi. E’ in realtà più profondo di quanto si possa immaginare. E passa attraverso una delle sue più grandi passioni: la cucina.
“Mia nonna era italiana, Caterina Baciocchi. Quando lei morì, prima che io nascessi, le sue due sorelle, Beatrice e Sibilla, furono molto vicine a mia madre. Beatrice era solita venire ogni venerdì e cucinava: pasta, pesce, sugo… qualsiasi cosa. La mia passione culinaria è nata proprio così”.