Eni lancia in Regno Unito il progetto HyNet per imprigionare la CO2

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Il Regno Unito sottoscrive l’accordo con Eni per l’avanzamento del progetto HyNet, che punta a imprigionare e ridurre la CO2.

Eni lancia in Regno Unito il progetto HyNet per imprigionare la CO2

All’Eni  le autorizzazioni per un mega progetto di trasporto e stoccaggio della CO2.

Tra le grandi opzioni per la transizione energetica ce ne sono alcune che hanno bisogno di sedimentare per poi essere accettate. La cattura della CO2 è tra quelle. Divide, purtroppo, coloro che seguono l’evoluzione della transizione energetica.

Le grandi compagnie si stanno attrezzando per catturarne quanto più è possibile. Gli ambientalisti criticano il metodo, perché in questo modo non si favorisce il passaggio alle rinnovabili. Discussione molto aperta.

Intanto, una grande compagnia italiana come l’Eni ha trovato nel Regno Unito l’alleato più veloce nella cattura della CO2.

La società del cane a sei zampe ha ottenuto, in forma di Development Consent Order (DCO), strumento molto efficace e strategico, per portare avantin in Inghilterra un progetto molto ambizioso.

Il via libera è arrivato dal Dipartimento per la Sicurezza Energetica e Net Zero (DESNZ) del Regno. Riguarda l’HyNet North Westche che trasporta la CO2 da dove viene prodotta ai siti di stoccaggio.

Un progetto che l’Europa guarda con attenzione anche per le dimensioni: interconnette Inghilterra e Galles. Non è il caso di apprezzarlo?

In un anno e mezzo sono arrivate tutte le autorizzazioni e l’Eni è pronta a partire. Il CEO Claudio Descalzi ha ragione quando dichiara che “il Regno Unito rappresenta una destinazione attrattiva per gli investimenti di Eni, soprattutto nell’ambito della decarbonizzazione”.

Ora ragioniamo. Nessun esperto di energia dotato di buon senso pone veti allo sviluppo delle rinnovabili. Tuttavia, c’è un tempo intermedio dove le fonti energetiche vanno bilanciate.

Riduciamo la CO2 imprigionandola, aumentiamo eolico, fotovoltaico, biomasse, ecc. in un arco di tempo realistico.

Sono convinto che andrà così. Ma avremo il famoso mix per non mandare all’aria sistemi sociali ed economie.

Per il Regno Unito l’avanzamento del progetto HyNet è un importante progresso all’implementazione del primo modello al mondo di business regolato.

Nel dettaglio saranno realizzate condotte nuove e riutilizzate infrastrutture già esistenti. Una rigenerazione verde di apparati concepiti decenni fa.

Perché l’Eni è soddisfatta?” Perché la cattura della CO2 avrà un ruolo cruciale nell’affrontare la sfida, eliminando in modo sicuro le emissioni provenienti da industrie che attualmente non dispongono di soluzioni altrettanto efficienti ed efficaci” è sempre Descalzi che risponde.

Anni fa ha avuto occasione di vedere le basi di queste operazioni che il tempo ha reso fattibili e concrete.

Con riferimento al progetto HyNet – dice oggi l’Eni– il nostro sistema di trasporto e stoccaggio avrà una capacità di 4,5 milioni di tonnellate di CO2 iniziale, ma contiamo di arrivare a 10 milioni di tonnellate in pochi anni. Si, nel frattempo le industrie sbufferanno fumi dannosi, ma qualcuno li catturerà.

In conclusione, il Regno Unito galoppa verso obiettivi raggiungibili e vuole formare il primo cluster al mondo contro gli scarichi mortali. Un passo con un po’ (molto) di Italia.

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