Elena Mazzon porta in scena ”La Papessa” – un’eresia femminista da non perdere

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The Popess, di e con Elena Mazzon
The Popess, di e con Elena Mazzon (copyright elenamazzon.com)

”Tra i molti gruppi e movimenti ereticali che animarono la società cristiana sul finire del Medioevo, i Guglielmiti si distinguono perché nel loro progetto di riforma della Chiesa essi non si richiamano agli ideali evangelici delle origini e in generale a niente del passato. La loro idea vuole essere nuova e operare una rottura nei confronti del passato. La loro idea è che il rinnovamento della società cristiana verrà dal sesso femminile ed è iniziato con Guglielma. Si tratta dunque di un’eresia femminista. Altri prima di me hanno sottolineato la rispondenza tra le idee guglielmite e il femminismo moderno”.

Il paragrafo succitato proviene dalla prefazione del saggio ”Guglielma e Maifreda. Storia di un’eresia femminista” scritto da Luisa Muraro e pubblicato per la prima volta nel 1985.

The Popess, di e con Elena Mazzon
The Popess, di e con Elena Mazzon

Un’eretica femminista che sfidò le gerarchie ecclesiastiche

All’operato di Luisa Muraro, filosofa, scrittrice, pedagogista e attivista femminista dobbiamo molto, incluse le ricerche condotte su una figura mistica, affascinante e squisitamente eretica come quella di Giuglielma ”la Boema”. Gugliema nacque intorno al 1210 e fu appunto una figura centrale della setta dei Guglielmiti nel XIII secolo.

La sua convinzione che lo Spirito Santo potesse incarnarsi in una donna e che il rinnovamento della società cristiana sarebbe avvenuto dal sesso femminile si contrappongono visceralmente al ruolo subordinato del ”secondo sesso” radicato nella società medievale. Una visione assolutamente rivoluzionaria in cui la spiritualità ”non si  fonda sulla differenza dei sessi” ma bensì la esplora proprio partendo dal femminile, in un epoca in cui il ruolo delle donne era estremamente limitato.

The Popess, di e con Elena Mazzon
The Popess, di e con Elena Mazzon (copyright elenamazzon.com)

Maifreda da Pirovano la Papessa che finì sul rogo

Maifreda da Pirovano, seguace di Guglielma, portò avanti tali idee tentando di diventare Papessa. Questa sfida alle gerarchie ecclesiastiche portarono, come ci si aspetta, alla condanna postuma di Guglielma ”eretica” e alla morte di Maifreda e altri seguaci sul rogo.

Gugliema dunque, come avrebbe detto la nostra sempiterna Michela Murgia, era una Morgana e a portare sul palcoscenico la sua storia da misconosciuta eroina post mortem è un’altra Morgana: Elena Mazzon.

Attrice poliglotta e scrittrice originaria di Gorizia, Elena Mazzon ha consacrato la sua missione artistica alle donne rivoluzionarie che sono state convenientemente nascoste nella nostra società fallo-centrica.

“La Papessa” debutta il 15 e 16 giugno al Wandsworth Arts Fringe

Dotata di humor nero e rimarcabili doti attoriali, Elena Mazzon si esibirà con il suo nuovo one woman show “La Papessa”, che debutta il 15 e 16 giugno al Wandsworth Arts Fringe.

Raccontando la storia di Gugliema ”la Boema” e la sua seguace Maifreda da Pirovano, lo spettacolo ci porterà attraverso un viaggio fatto di discrepanze e legami tra religione, fede e potere, col fine ultimo di esplorare il vero significato che giace nella definizione ultima di libertà.

QUI per acquistare il biglietto.

Elena Mazzon (copyright elenamazzon.com)
Elena Mazzon (copyright elenamazzon.com)

 

 

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Silvia Pellegrino
Silvia è una scrittrice italiana, nata e cresciuta a Roma, e attualmente residente a Londra. Si è appassionata alla scrittura fin da quando era bambina, e ha iniziato a comporre poesie all'età di dieci anni. Cresciuta in una famiglia matriarcale, ha sviluppato un interesse per l'universo femminile, che ha ispirato il suo libro di racconti 'The Spoons'Tales'. Quest'ultimo, ancora in lavorazione, racconta le donne, indagando diversi temi: dalla sessualità al rapporto con il proprio corpo; dall'amore alla morte. Appassionata sia di letteratura che di cinema, ha scritto la sceneggiatura del cortometraggio di video-poesia 'The Molluscs Revenge', diretto e prodotto dalla società di produzione video @studio_capta, nel 2020. Silvia ha individuato nella videoarte e nella videopoesia il perfetto contenitore di contenuti dove far incontrare linguaggi diversi, percepiti come strumento di analisi interpretativa in grado di reificare le diverse sensibilità artistiche, trasformandole in immagini poetiche. Ha collaborato inoltre con il quotidiano nazionale online @larepubblica e la rivista @sentieriselvaggi scrivendo diversi articoli e recensioni cinematografiche dal 2012 al 2016. Nel 2020 il suo racconto “Una lupa mannara italiana a Londra” è stato uno dei vincitori del concorso di scrittura @IRSE RaccontaEstero.

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