Calderara conquista l’Estorick con una ricca retrospettiva di arte italiana

0
45
Horizontal Tension A e Horizontal Tension B( prestito della Lisson Gallery), opera di Antonio Calderara esposta alla mostra della Estorick Collection (photo Credit R. Leotti / LN24).
Horizontal Tension A e Horizontal Tension B( prestito della Lisson Gallery), opera di Antonio Calderara esposta alla mostra della Estorick Collection (photo Credit R. Leotti / LN24).

Ben 50 opere messe a disposizione da Estorick Collection, Lisson Gallery e Fondazione Antonio e Carmela Calderara per la mostra Antonio Calderara: A Certain Light. Ce ne parla la curatrice Paola Bacuzzi.

Nella  ricca retrospettiva della Estorick Collection of Modern Italian Art l’arte di Calderara si riprende la scena

Da sempre la Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra è sede naturale di divulgazione dell’arte, ma anche mediatore di  quel dialogo che si crea tra l’opera e  i suoi fruitori.

Non fa eccezione la mostra a cui siamo stati recentemente in occasione della serata per la stampa; sono le 50 opere di Antonio Calderara risultato della fruttuosa collaborazione tra la galleria Estorick Collection of Modern Italian Art, Lisson Gallery e la Fondazione Antonio e Carmela Calderara.

Per chi come noi non conosceva l’artista lombardo se non attraverso ricerche online, ci auguriamo che quanto segue possa essere di aiuto a chi visiterà la mostra e per apprezzare questo artista un po’ sottovalutato a livello internazionale.

Nella foto, da destra: Paola Bacuzzi, curatrice della mostra, alla Estorick Collection di Londra insieme alla delegazione della Fondazione Antonio e Carmela Calderara,Eraldo Misserini curatore e coautore dell'epistolario, e Alemani Giuseppe (photo credits R. Leotti /LN24).
Nella foto, da destra: Paola Bacuzzi, curatrice della mostra, alla Estorick Collection di Londra insieme alla delegazione della Fondazione Antonio e Carmela Calderara,
Eraldo Misserini curatore e coautore dell’epistolario, e Alemani Giuseppe (photo credits R. Leotti /LN24).

Abbiamo avuto il piacere di aver avuto una guida d’eccezione: Paola Bacuzzi, Curatrice della Fondazione Antonio e Carmela Calderara.

La Famiglia. Dopo il temporale (Fondazione Calderara), opera di Antonio Calderara esposta alla mostra della Estorick Collection (photo Credit R. Leotti / LN24).
La Famiglia. Dopo il temporale (Fondazione Calderara), opera di Antonio Calderara esposta alla mostra della Estorick Collection (photo Credit R. Leotti / LN24).

Alla nostra (infelice) domanda sul quadro preferito in esposizione, la dottoressa Bacuzzi si è soffermata sui di quadri del periodo degli anni trenta (sala 1). Come mai questa scelta?

“In questo periodo lo stile di Calderara è in via di definizione, ma è un esordio brillante, perché c’è già tantissimo dell’Astrazione. Se  da un lato Calderara è vicino al Realismo magico con queste atmosfere quasi sospese, rese quasi impalpabili da queste pennellate morbide e frante, dall’altro i luoghi e le persone perdono di identità”.

I quadri sono un rimando al suo lago d’Orta, ma potrebbe essere un qualsiasi luogo; lo stesso dicasi per il ritratto familiare. Sappiamo che è la sua famiglia, con la moglie in abito rosso, la figlia Gabriella, la madre e il tuttofare, ma perché i volti non hanno lineamenti?

“L’assenza dei lineamenti sposta l’attenzione dal suo privato a una scena che può essere di una famiglia qualsiasi. In questo dipinto poi son ben visibili riferimenti a Morandi: le nature morte, i volumi. Nel figurativo di Calderara degli anni ’30, si può già capire che direzione prenderà (l’Astrattismo) a partire dalla scelta dei colori o la scelta compositiva dei volumi”.

Il che ha quasi dell’incredibile se pensiamo che Antonio Calderara fu per un breve periodo studente di ingegneria, ma pittore autodidatta. Come è possibile sviluppare, evolversi nello stile, considerando che era un artista alquanto stanziale?

“Antonio Calderara non è mai stato a bottega è vero, ma ha sempre mantenuto contatti con la scena artistica milanese, sua fonte continua di aggiornamento”.

La piazzetta di Pella, Lago d'Orta (collezione privata, Milano), opera di Antonio Calderara esposta alla mostra della Estorick Collection (photo Credit R. Leotti / LN24).
La piazzetta di Pella, Lago d’Orta (collezione privata, Milano), opera di Antonio Calderara esposta alla mostra della Estorick Collection (photo Credit R. Leotti / LN24).

Dagli anni ’30 arriverà all’Astratto negli anni 50, un percorso che è legato a doppio filo con la sua vita privata.

“Sicuramente la morte della figlia ha portato a profonde riflessioni sul finito ed infinito, sulla materia, se c’è un altrove in senso metafisico. Calderara passa progressivamente a semplificare il dato oggettivo, il dato reale; ha l’obiettivo di raggiungere l’assenza delle cose, abbandonare il particolare fino ad arrivare al grande salto degli anni ’60”.

La curatrice rimarca che i lavori più astratti sono tra gli anni ’60 e ’70 esposti nella sala 2 della galleria tra i quali, da una collezione privata, uno dei primi astratti dell’artista di Vacciago. Hanno strutture molto simili, può dirci se ci sono dei temi ricorrenti?

“I temi sono diversi, ma alcuni ricorrono. Come gli opposti, le presenze, la tensione verso l’alto, la tensione ai margini. Vi potete aiutare dai titoli stessi delle opere, molti sono i soggetti che si ripetono. In tutti il colore è protagonista, anche in quelli quasi monocromatici, i quadri non sono mai piatti. Sono formati da tanti strati di pittura fino al raggiungimento dell’effetto prefissato: il niente che è il tutto”.

Horizontal Tension A e Horizontal Tension B( prestito della Lisson Gallery), opera di Antonio Calderara esposta alla mostra della Estorick Collection (photo Credit R. Leotti / LN24).
Horizontal Tension A e Horizontal Tension B( prestito della Lisson Gallery), opera di Antonio Calderara esposta alla mostra della Estorick Collection (photo Credit R. Leotti / LN24).

Come nei due dipinti ad olio gialli: Tensione Orizzontale A e Tensione Orizzontale B del 1972 sono disposti uno accanto all’altro. Quadri che sembrano essere uno speculare dell’altro. Così il dipinto che ha più profondità trova nella superficie dell’altro la sua completezza e annullamento.

In altri come nei dipinti Costellazioni, la variazione ha qualcosa di quasi musicale. In questi l’influenza è frutto dell’amicizia con Enore Zaffiri (uno dei pionieri della musica elettronica in Italia); Calderara fa suo il principio della sua musica capace di creare qualcosa di nuovo con la minima variazione della stessa.

Molti elementi dei quadri sono linee o quadratini (come nei primi astratti), ma nelle opere della fine degli anni ’70 diventano anche parole. Altro esempio di come altri artisti (di poesia visiva) con cui era in contatto finiscono per influenzare le sue opere (per approfondimenti il libro Epistolario, edizioni Abscondita, raccoglie le lettere che Calderara scambiava con altri artisti).

“E’ in questo ultimo suo periodo, costretto a letto per problemi di salute, che dipinge per la prima volta diagonali nei suoi quadri. A rappresentare oltre che la precarietà di un momento, anche qualcosa che unisce, a collegare due livelli differenti”.

Calderara, un artista che merita di essere riscoperto. Alla Estorick Collection of Modern Italian Art fino al 22 dicembre.

Per prenotazioni Estorick Collection of Modern Italian Art – Art Tickets. Prossimo appuntamento il tour Calderara Unlocked, sabato 19 ottobre e 16 novembre (per prenotarsi qui: Calderara Unlocked – Saturday Morning Tour – Estorick Collection of Modern Italian Art – Art Tickets)  per scoprire qualcosa di piu’ sulle opere e la vita di questo artista.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.