venerdì 20 Settembre 2024
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Italian Car Day al Great British Italian Journey: protagoniste le auto classiche italiane

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Alcune delle più belle autovetture classiche italiane saranno protagoniste assolute al prossimo Great British Car Journey – AUTO ITALIANE ad Ambergate nel Derbyshire il prossimo 28 aprile 2024.

“Love, Edith”: Giulia Asquino illumina il palco londinese con la sua “dramedy” sulla Piaf

Intraprendente, solare, perspicace, determinata: è Giulia Asquino, nata a Roma, attrice, cantante e ballerina, che sta per debuttare a Londra con la piece teatrale ‘Love, Edith’ – The Secret Correspondence. Un omaggio a Edith Piaf, personaggio che ha influito sulla vita e l’arte di Giulia in un modo unico e molto personale.

Sul palco, Giulia è da sola ma non è sola: in un momento di sconforto e poca fiducia in sé stessa, Edith le viene in soccorso per aiutarla a superare gli ostacoli

Un one woman show tutto recitato in inglese, che Giulia firma con Delia Morea, regista e scrittrice, e Chiara Spampinato, responsabile di produzione. Completano la crew la scenografa e costumista Elena Cantangiu e il lighting and sound designer Steven Cox.

Sul palco, Giulia è da sola ma non è sola: in un momento di sconforto e poca fiducia in sé stessa, Edith le viene in soccorso raccontandole dei momenti decisivi della sua vita e della sua carriera, per aiutarla a superare gli ostacoli del cuore e dell’anima. “Usa i tuoi errori, usa i tuoi difetti e diventerai una star” è il messaggio che Edith rivolge a Giulia.

Al Golden Goose Theatre di Londra, dal 30 Aprile al 4 Maggio.

Abbiamo incontrato la protagonista per conoscere meglio lei e il suo progetto teatrale.

Love Edith, Giulia Asquino

Chi è Giulia Asquino?

Nasco come ballerina classica, ma non provengo da una famiglia di artisti… Ricordo che da bambina ballavo in casa con la radio in sottofondo e anche a mia nonna, la mamma di mia madre, piaceva molto la musica. Ballava per casa, canticchiava… Chiesi a mia mamma di poter fare lezioni di danza, avevo più o meno cinque anni. Qualche anno dopo sono entrata al Balletto di Roma, mi sono diplomata lì. Il canto è arrivato per caso, c’era la mamma di una mia amichetta di danza che mi ascoltava cantare in macchina e disse a mia madre che era andata all’Auditorium di Santa Cecilia per uno spettacolo di musica classica e aveva scoperto che facevano le audizioni per i bambini, per il coro delle voci bianche, quindi le propose di portarmici. Mia madre disse ‘perché no’ e io ricordo che andai lì col mio bellissimo giacchetto rosso delle Winx di cui ero veramente fiera (ride).

L’arte parla di umanità e vita, e desideravo scoprire di più su discipline come la filosofia

Ero terrorizzata, avevo all’incirca otto anni, poca autostima, e in più portavo un pezzo di Laura Pausini. Avevo così tanta paura… ricordo questa sala delle audizioni piena di strumenti bellissimi, tutta arredata in legno… e poi l’Auditorium della Conciliazione è qualcosa di spettacolare… la ragazza che si occupava di portare dentro i bambini mi vide così agitata e mi propose di entrare prima con lei e assistere al provino di un’altra bambina per cercare di tranquillizzarmi e mostrarmi che cosa succedeva all’interno, perché poi era quell’ignoto che in realtà mi spaventava. E così facemmo… Poi toccava a me… Feci il provino con una sorta di incoscienza mista all’innocenza dell’età… Mi presero, entrai in Conservatorio. Quindi ci fu un periodo in cui studiavo sia danza che canto. Di lì a poco dovetti però scegliere che cosa fare, più che altro perché iniziavo ad andare alle medie e anche la danza diventata più impegnativa: fino ai dieci anni avevo fatto solo danza classica, poi ho iniziato a fare sia classica che contemporanea, il che significava più giorni, più ore, e tutto diventava un po’ più impegnativo. Scelsi comunque la danza, lasciai il canto per un periodo. Poi verso i tredici anni ho frequentato per un po’ una scuola di canto vicino casa. Infine sono entrata al Balletto di Roma, quindi danza al cento per cento tutti i giorni. Allo stesso tempo avevo scelto di frequentare il liceo classico, per avere una cultura generale che legasse bene con il mondo dell’arte. L’arte parla di umanità e vita, e desideravo scoprire di più su discipline come la filosofia.

Love Edith, Giulia Asquino
Love Edith, Giulia Asquino (copyright Giulia Asquino)

Poi da Roma sei partita per gli Stati Uniti. Come è successo?

Ho fatto un’audizione a Milano con un’amica che era con me al Balletto di Roma per una compagnia di balletto di New York. Lei mi chiese di accompagnarla, non voleva andarci da sola. Presero me e non lei. Nel frattempo avevo iniziato il mio ultimo anno di liceo e volevo concluderlo, ma avevo la possibilità di stare in America una settimana, nel gennaio 2018, dopo le Feste, per un festival di danza, in modo da cominciare anche a lavorare un po’ insieme a loro. Quindi ci sono andata, sono partita con i miei. E’ stata la nostra prima volta in America.

Sei nata nel 1998 e nonostante la tua giovane età hai una vita professionale già considerevole.

Sì, devo dire che nonostante il fatto che non abbia sempre avuto tutti dalla mia parte, a parte mia madre che mi ha sempre supportata in tutto, sono sempre stata molto determinata e decisa nell’attivarmi per realizzare il mio obiettivo.

Da quanto tempo sei a Londra?

Sono stabile a Londra da poco più di un anno, perché in realtà, dopo quella famosa settimana a New York in cui ho capito che forse la danza non era esattamente quello che avrei voluto fare, camminando in una strada della città mi sono imbattuta nella pubblicità di uno studio di recitazione (Susan Batson Studio). Mia madre mi spronò a provarci, la recitazione in realtà è sempre stata dentro di me, anche nel balletto avevo sempre le parti principali, quindi in realtà è sempre stata qualcosa che mi ha molto appassionato. All’epoca l’inglese lo capivo ma non lo parlavo proprio benissimo. E questa cosa mi terrorizzava. Ma è stato anche il momento in cui ho iniziato a studiare recitazione in quella scuola a New York grazie ad una borsa di studio.

Love Edith, Giulia Asquino
Love Edith, Giulia Asquino (copyright Giulia Asquino)

A Roma, per quanto io ami la mia città con tutto il cuore, per quel che volevo fare non ci volevo restare

Ero poi tornata a Roma per il mio compleanno a Marzo 2020 ed ero rimasta bloccata, non solo per la pandemia ma anche per la Brexit. Approfittando del fatto di avere parenti nati in UK e non essendo sicura di poter tornare subito negli Stati Uniti, ho pensato di organizzarmi per venire almeno a Londra. A Roma, per quanto io ami la mia città con tutto il cuore, per quel che volevo fare non ci volevo restare. Quindi decisi di venire a Londra. Poi a Maggio, non appena ci fu di nuovo la possibilità di spostarsi, mi trasferii a Londra e ci restai quasi un anno, finché a Marzo 2021, mentre ero banalmente su Instagram, trovai un’accademia a Los Angeles, la scuola di Stella Adler, che faceva in quel periodo audizioni solo in Inghilterra, in Canada, in America e in Australia.

Ci ho provato, ho fatto cinque audizioni e sono passata. Quindi a Maggio 2021 sono partita per Los Angeles. E’ stata una delle esperienze più belle che io abbia mai fatto. Poi lì ho finalmente trovato l’amore, quindi la mia permanenza ha assunto tutto un altro significato (e ad oggi stiamo ancora insieme). Quella città per me è stata una scoperta sotto tanti punti di vista, perché anche attraverso di lui ho scoperto tante cose di me stessa.

Love Edith, Giulia Asquino
Love Edith, Giulia Asquino (copyright Giulia Asquino)

A volte ci vuole anche tanto coraggio per lavorare su se stessi a livello interpretativo

Parliamo della piece. Perché proprio Edith Piaf? Nonostante tu sia giovane è un personaggio che ha avuto una certa influenza su di te?

Assolutamente. In realtà è nato tutto quando ho iniziato a studiare a New York, perché gli esercizi della tecnica di Susan Batson sono sei esercizi che tu esegui sul palcoscenico da sola, e tutti e sei ti aiutano ad entrare in contatto con te stesso; alla fine poi devi rifarli con un personaggio. E il personaggio non lo scegli tu ma lo sceglie Susan Batson stessa, che nel frattempo ti ha seguita in ciascuno di questi sei esercizi. Quindi in base a ciò che lei vede di te, alla tua personalità, a come stai sul palco, al tuo modo di andare in profondità dentro te stesso. A volte ci vuole anche tanto coraggio per lavorare su se stessi a livello interpretativo. L’ultimo di questi esercizi consiste nel trovare qualcosa che ti butta completamente giù, ma poi tu trovi la tua forza interiore attraverso l’animale che ti contraddistingue, perché fondamentalmente ognuno di noi ha la sua forza animalesca, che l’aiuta poi ad attraversare qualsiasi cosa nella vita. Alla fine di questo esercizio lei ti dice qual è la persona su cui andare a lavorare. A me ha detto “Sarai Edith Piaf perché ho visto in te la sua stessa forza, il suo stesso carattere”. Da quel giorno mi sono documentata, ho fatto ricerche, ho letto libri. Ma restando poi bloccata a Roma per via del Covid non ho avuto la possibilità di mettere prima in scena lo spettacolo su Edith, che sarebbe stato l’apice di tutto questo discorso. Da allora Edith è sempre rimasta con me ed è incredibile quanto ciò che Susan mi disse, poi l’ho visto nel tempo mentre conoscevo Edith sempre di più.

Non volevo che fosse l’ennesima biografia della Piaf. Ecco perché il testo parlerà della relazione tra me ed Edith

L’anno scorso ho pensato che era giunto il momento di scrivere qualcosa. Quindi ho buttato giù un’idea e alla mia amica Delia (Morea, n.d.r.), che ho conosciuto proprio a New York, ho chiesto qualche consiglio. Lei ha proposto di lavorare insieme sul testo, per dare un messaggio diverso dal solito, perché non volevo che fosse l’ennesima biografia della Piaf. Ecco perché il testo parlerà della relazione tra me ed Edith Piaf. Lei è sempre stata vista come una donna malinconica, un po’ dark, ma ciò che abbiamo voluto mettere in evidenza è proprio la gioia di vivere, lei cantava l’amore. Questa storia è una “dramedy”, in cui vogliamo evidenziare entrambi i lati della sua personalità.

Dopo il debutto a Londra, quali saranno le date successive della piece?

In questo momento sono in contatto con due teatri di Roma. Vorrei portare la piece in tour sia in italiano che in inglese, soprattutto perché ci sono personalità del settore industriale che mi hanno detto che purtroppo non potranno essere a Londra, ma verrebbero volentieri a Roma. E stiamo pensando anche a Milano.

Spero con questo spettacolo di donare un po’ di speranza, è questo il senso dello show, fondamentalmente Edith viene in soccorso a me nello spettacolo, a una Giulia in crisi, ma spero possa essere di sollievo per tutti quanti. Non viviamo un momento tranquillo, specialmente noi giovani.

Il messaggio finale di Giulia è colmo d’affetto per i suoi compagni d’avventura.

Vorrei ringraziare tutto il team con cui sto lavorando, non solo Chiara e Delia che mi hanno supportata fin dall’inizio, e vederle così entusiaste di tutto mi ha dato tanta forza, ma anche Elena e Steven, che fin da subito hanno mostrato entusiasmo per questo progetto. Il team fa tanto, è un’altra cosa che ho imparato. Quando inizi un progetto tutto da sola poi devi sempre scegliere quelle persone a cui, quando glielo presenti, si illuminano gli occhi così come si illuminano i tuoi quando ne parli.

Allergie, intolleranze & Co: appuntamento di Dottore Londra al Consolato Generale

Appuntamento martedì 23 aprile al Consolato Generale d’Italia a Londra con l’evento “Allergie, intolleranze & Co: come gestire il problema nell’adulto e nel bambino”, organizzato da Dottore Londra.

Allergie, intolleranze & Co: appuntamento di Dottore Londra al Consolato Generale

Si intitola “Allergie, intolleranze & Co: come gestire il problema nelll’adulto e nel bambino” l’evento organizato da Dottore Londra e ospitato dal Consolato Generale d’Italia a Londra il prossimo martedì 23 aprile.

L’evento, per il quale è necessaria registrazione dei partecipanti, si terrà a partire dalle 18 nella sede del Consolato in Harp House, Farringdon Street.

Dopo il saluto delle Autorità, si tiene la prima sessione dedicata al tema “Quando il problema riguarda la pancia: il parere del Gastroenterologo”. A seguire, “Il ruolo della dieta”, 2Allergie nell’adulto e nell bambino: quando andare dall’Otorino”. Infine, “Quando il problema riguarda la pelle: il parere della dermatolova, sequito dallo spazio Q&A.

 

Tra teatri e cattedrali: il Baritono Giuseppe De Luca celebra Puccini a Londra

Dal Teatro alla Scala di Milano al Bellini di Catania, dal Teatro Carlo Felice di Genova alle più belle e caratteristiche cattedrali del Regno Unito, partendo proprio da Londra. La carriera del baritono Giuseppe De Luca, da studente del Conservatorio di Reggio Calabria, ha spiccato il volo e nel corso degli anni è diventata sempre più prestigiosa e ricca di collaborazioni illustri. Ultima in ordine di tempo è quella che lo vede protagonista, in questo mese di Aprile, insieme al Maestro Antonio Morabito in una serie di concerti promossi in occasione del centenario della morte del compositore Giacomo Puccini. Le date, patrocinate dal Consolato Generale d’Italia a Londra, si stanno svolgendo a Londra.

Dopo aver presentato nelle settimane scorse il ciclo di concerti proprio col Maestro Morabito, ora ne parliamo anche con il baritono Giuseppe De Luca.

Celebrating Puccini Intervista Giuseppe De Luca
Celebrating Puccini Intervista Giuseppe De Luca

Non è la prima volta che nella sua carriera omaggia un mito come Puccini. Cosa l’ha convinta ad accettare la proposta del suo amico Antonio Morabito per esibirsi con lui nelle prossime date a Londra?
Sicuramente la stima e l’amicizia che nutriamo l’uno per l’altro da molto tempo. Infatti io e Antonio ci conosciamo da diversi anni, come ex studenti del Conservatorio di Reggio Calabria. Quando mi ha proposto questo progetto ho accettato subito con grande piacere e felicità!

E’ la prima volta che lavorate insieme a un tale livello artistico?
Si, questo è il nostro primo progetto insieme e non nascondo che abbiamo parlato già di altri progetti futuri molto allettanti.
Lei ha un curriculum davvero incredibile nonostante la giovane età. C’è un posto in Italia (o anche al di fuori) dove non si è ancora esibito e dove magari le piacerebbe cantare?
In Italia ho coronato il sogno del Teatro alla Scala, ma vorrei esibirmi anche al Teatro San Carlo di Napoli, un vero gioiello italiano. Mentre all’estero mi piacerebbe esibirmi al Metropolitan Opera di New York.

Celebrating Puccini Intervista Giuseppe De Luca
Intervista Giuseppe De Luca (copyright antoniomorabitopianist.com)

Qual è la collaborazione artistica che vorrebbe sperimentare ma non ha ancora avuto occasione?
Ci sono molti nomi che mi vengono in mente, di cantanti che stimo tantissimo e con cui vorrei collaborare un giorno, ma ogni esperienza porta con sé nuove conoscenze e amicizie, quindi sono felice di tutte le collaborazioni.

Ha mai pensato di insegnare canto alle nuove generazioni?
Questo è un argomento per me molto importante. A me piace dare dei consigli, mi piace condividere quello che conosco, ma insegnare al momento credo di no. Spesso la diamo per scontata ma la figura dell’insegnante è davvero importante: è quella persona che ha il compito di, oltre che insegnare la pratica e la teoria, farti appassionare sempre e credere in te stesso. Questo vale ovviamente in ogni campo e materia di studio. Io sotto questo punto di vista sono stato sempre molto fortunato sin da quando ho iniziato. Quindi il ruolo dell’insegnante è davvero pieno di responsabilità e bisogna esserne consapevoli prima di dedicarsi a questo mestiere.

C’è un modello artistico a cui si è ispirato nella sua professione? Chi è il suo maestro?
Come dicevo prima, ho sempre avuto ottimi Maestri ma voglio citare colui a cui sono stato più legato, Rolando Panerai. Oltre ad un Maestro è stato anche un caro amico e mi ha dato davvero tanto! Tutt’ora, anche se non c’è più, lui continua a darmi, e prendo ispirazione da lui.

Intervista Giuseppe De Luca
Intervista Giuseppe De Luca (copyright antoniomorabitopianist.com)

Quali sono i suoi programmi dopo i concerti pucciniani di questo mese in UK?
Subito dopo i concerti sarò impegnato a Reggio Emilia per una produzione de “La Serva Padrona” (Intermezzo di Giovanni Battista Pergolesi, n.d.r.) e subito dopo all’Accademia Rossiniana del Rossini Opera Festival (festival musicale lirico annuale che si svolge a Pesaro, città natale di Gioacchino Rossini, n.d.r.) nella produzione de “Il Viaggio A Reims”.

Lotta alla violenza domestica: Il Consolato Generale D’Italia a Londra lancia una campagna di supporto

Il Consolato Generale d’Italia a Londra lancia un’azione contro la violenza domestica: sul loro sito si trovano i contatti  essenziali per le vittime nel Regno Unito.

Se sei vittima usa il “SIGNAL FOR HELP” della Fondazione Canadian Women: alza la mano con il pollice piegato, chiama il 999 in caso di pericolo e, se non puoi parlare, digita 55 per raggiungere la polizia.

Sul suo sito ufficiale infatti, il Consolato ha inserito una sezione dedicata ai contatti utili per chi è vittima di violenza domestica nel Regno Unito

Gli episodi di violenza contro le donne avvengono principalmente, anche se non solo, nella sfera domestica. Nella maggior parte dei casi infatti si tratta di parenti, partner o ex partner della vittima a commetterli. Tali violenze spesso finiscono per diventare omicidi, o come vengono definiti, femminicidi.

E proprio in un periodo segnato da tragiche storie di femminicidio in Europa, il Consolato Generale d’Italia a Londra si impegna a fare la differenza, lanciando una nuova iniziativa attraverso mette a disposizione dei cittadini italiani nel Regno Unito un’importante risorsa contro la violenza domestica.

Sul suo sito ufficiale infatti, il Consolato ha inserito una sezione dedicata ai contatti utili per chi è vittima di violenza domestica nel Regno Unito. Un gesto semplice ma che potrebbe fare la differenza nella vita di molte persone.

Signal for Help - contro la violenza domestica Consolato Generale d'Italia a Londra
Signal for Help – contro la violenza domestica Consolato Generale d’Italia a Londra

Il Signal For Help consiste nel tenere la mano in alto con il pollice piegato sul palmo, intrappolando simbolicamente il pollice tra le dita piegate

Una delle innovazioni più significative è l’introduzione del “SIGNAL FOR HELP”, un segnale visivo ideato dalla Fondazione Canadian Women per aiutare chi è vittima di violenza di genere. Questo segnale consiste nel tenere la mano in alto con il pollice piegato sul palmo, intrappolando simbolicamente il pollice tra le dita piegate.

Ma cosa fare se si intercetta questo segnale di aiuto? Il Consolato consiglia di contattare la persona in modo sicuro, mostrare solidarietà e ascoltare attentamente di cosa ha bisogno. In caso di pericolo immediato, è fondamentale chiamare il numero di emergenza 999. Se non è possibile parlare e si chiama da un cellulare, è possibile digitare 55 per collegarsi direttamente alla polizia.

Quest’iniziativa non solo fornisce un aiuto concreto alle vittime di violenza domestica, ma sottolinea anche l’importanza della solidarietà e del supporto dell’intera comunità. In un momento in cui la violenza di genere continua a rappresentare una sfida significativa, è fondamentale che le istituzioni e i cittadini lavorino insieme per contrastarla.

Diffondiamole dunque queste informazioni, perché ogni gesto di solidarietà conta e può fare la differenza nella vita di chi è vittima di abusi.

L’alba della quarta generazione in UK

La redazione di Londra Notizie 24 è lieta di proporvi la lettura di un interessante approfondimento sulle diverse generazioni di italiani in UK portato avanti da Alessandro Gaglione, Avvocato, Notary e Presidente del COMITES (COMitato degli ITaliani all’EStero) di Londra.

La Comunità italiana in UK sta vivendo – per quello che posso notare sia nella mia professione sia in ragione del mio coinvolgimento in attività di assistenza ai Connazionali, un momento storico molto particolare: coesistono quattro generazioni di italiani (mi riferisco, in questa sede, solo ai discendenti diretti di chi e’ emigrato in UK a partire dal secondo dopoguerra, conscio ovviamente di come la Comunità sia molto più ampia e variegata), che provo qui a riportare in termini naturalmente molto generali.

I ventenni a cavallo degli anni ’60

Prima generazione: si tratta dei ventenni a cavallo degli anni ’60 che, nonostante il desiderio di emigrare solo temporaneamente, guadagnare i soldi necessari a comprare una casa nel paese d’origine e rientrare in Italia, per molte ragioni non lo hanno mai fatto. Costoro hanno ancora molti legami e contatti con l’Italia e vi tornano regolarmente, anche per lunghi periodi (ad es. nei mesi estivi). Ricordo che, quando oltre sedici anni fa avviai un servizio di consulenza legale pro-bono (attivo tutt’ora) presso la Chiesa italiana in Clerkenwell (la zona che – un tempo – fu la Little Italy di Londra), incontravo molti connazionali, principalmente anziani, che mi dicevano di essersi trasferiti nel Regno Unito con il programma di rimanervi solo qualche anno, per poi rientrare in Italia e poi, invece, vi sono rimasti per tutta la vita. Per me, giovane avvocato italiano, queste parole suonavano come difficilmente comprensibili.

In particolare, non capivo cosa avesse potuto spingere queste persone, una volta raggiunto l’obiettivo di acquistare una casa e dare tranquillità alla famiglia, a non tornare in Italia. Ebbene, dopo tanti anni, sto in pratica attraversando lo stesso percorso e sperimentando ciò che, con molta probabilità, queste persone hanno sperimentato prima di me. Mi riferisco, ad esempio al lavoro (più passa il tempo e più e’ difficile cambiare lavoro, specialmente in un altro Paese), ai figli (che, crescendo, trovano sempre più difficile lasciare il Regno Unito per rientrare in Italia) e, non per ultima, a una sorta di “ambientazione” nel Paese di destinazione che rende difficile, se non impossibile (soprattutto in eta’ non più giovane), il processo inverso in Italia.

Illustrazione di Simona De Leo
Illustrazione di Simona De Leo

Nati in UK negli anni ’60 e ‘70

Seconda generazione: nati in UK negli anni ’60 e ‘70, e’ una generazione molto variegata in quanto vi rientra: da un lato, chi parla l’italiano a livello di madrelingua, ha contatti regolari con parenti ed amici in Italia e vi si reca regolarmente; dall’altro chi, invece, non parla la lingua italiana e non ha contatto alcuno con la propria famiglia d’origine e bisognerebbe, a mio avviso, fare molto di più per coinvolgerli. Al centro di queste due posizioni, si ritrova una vasta gamma di posizioni individuali. Nella nostra esperienza familiare, in particolare con mia moglie, abbiamo provato ad individuare in relazione ai nostri figli, un giusto bilanciamento tra due posizioni distanti e, cioè, una piena integrazione nella realtà del Regno Unito apprendendo, pur mantenendo la nostra lingua, cultura e tradizioni. In particolare, i nostri figli frequentano una scuola inglese e, durante la settimana, svolgono tutte le attività in un contesto puramente inglese come, appunto, la scuola, lo sport, ecc. Durante il week-end, invece, partecipiamo alle attività della Comunità Italiana, frequentiamo la Chiesa italiana in Clerkenwell, partecipiamo o organizziamo, ad esempio la festa di Carnevale o della Befana. Tutto questo, per fare in modo che i nostri figli siano perfettamente integrati in UK ma che, al tempo stesso, conoscano la nostra cultura e le nostre tradizioni. Un capitolo a parte meriterebbe la lingua italiana.

In particolare, sempre per scelta personale, abbiamo deciso – sin da piccolissimi – di far studiare loro l’italiano, di far leggere loro libri in italiano, ecc., in modo da riuscire non solo a parlare correttamente la nostra lingua (ad es. per leggere opere della nostra letteratura in lingua originale) ma anche per poter permettere loro, qualora fosse di loro interesse, di poter studiare o lavorare – in futuro – in Italia.

Nati a cavallo degli anni ’90

Terza generazione: nati a cavallo degli anni ’90, mostrano, in moltissimi casi, un grande interesse nel ricostruire le proprie origini e ritrovare le proprie radici, in particolar modo, visitando i luoghi dai quali sono partiti i propri nonni o provando a ristabilire i contatti con i loro parenti.

Fenomeno molto recente

Quarta generazione: fenomeno molto recente ed ancora non frequente che fa statistica nella misura in cui esiste ma che non ha ancora, per sua natura, caratteristiche delineate. Sara’ compito delle Istituzioni italiane quello di incrementare tutti gli strumenti (ad es. insegnamento della lingua italiana, agevolazioni per chi decide di passare un periodo di studio o lavoro in Italia, coinvolgimento nella comunità italiana nel territorio di residenza, ecc.) per fare in modo che questa generazione, ora agli albori (ma questo vale anche per le generazioni precedenti), non sia completamente slegata dal nostro Paese.

Dante Society Loughborough, da quarant’anni ambasciatori di lingua e cultura italiana

Il presidente della Dante Society di Loughborough Gianluca Fanti: Ecco come da quarant’anni promuoviamo lingua e cultura italiana in Uk. E presto rilasceremo la certificazione Plida.

SicilyFEST London 2024: cibo, arte, cultura e musica from Sicily to London con amore!

Dear foodies e amanti della cucina siciliana, per voi abbiamo una ”deliziosa” notizia: e’ in arrivo la nuovissima edizione di SicilyFEST London, che avrà luogo dal 2 al 5 maggio 2024 presso il Business Design Centre di Islington.

SicilyFest London 2024
SicilyFest London 2024 (copyright SicilyFest London 2024)

Un viaggio immersivo nel ricco patrimonio culturale dell’isola

Anche quest’anno si potranno non solo degustare prelibati cannoli e vini pregiati senza lasciare Londra, ma sarà anche un viaggio immersivo nel ricco patrimonio culturale dell’isola.

SicilyFest London 2024
SicilyFest London 2024 (copyright SicilyFest London 2024)

Londra si trasformerà dunque in una piccola Sicilia

Per quattro giorni, Londra si trasformerà dunque in una piccola Sicilia, regalandovi(ci) un’avventura tra buon cibo, arte, cultura, tradizione e musica. E parlando proprio di musica segnaliamo che quest’anno si esibiranno artisti del calibro di Pino D’Angiò, Orchestra de La Notte della Taranta, Shakalab e Lello Analfino.

SicilyFest London 2024
SicilyFest London 2024 (copyright SicilyFest London)

Masterclass con chef siciliani

Last but not least, vi invitiamo infine a partecipare alle masterclass interattive, organizzate in collaborazione con APCI UK, guidate da rinomati chef che condivideranno i segreti della cucina siciliana (dalla pasticceria alla pasta fresca, passando per i biscotti di mandorla fino al couscous).

Che siate già esperti di tutto ciò che è siciliano o semplicemente curiosi di scoprire qualcosa di nuovo, SicilyFEST è l’evento che fa per voi.

SicilyFest London 2024
SicilyFest London 2024 (copyright SicilyFest London)

Qui per prenotare i biglietti.

 

Le Altered Vision di Paolo Pedroni in mostra a Londra

Arte visionaria in mostra alla DCG di Connaught Street di Londra, grazie all’esposizione di Altered Vision dell’artista italiano Paolo Pedroni.

Dorothy Circus Gallery London presenta la mostra “Alltered Vision” dell’artista italiano Paolo Pedroni

Baby Kusama, olio su tela del 2023 di Paolo Pedroni (Dorothy Circus Gallery / P. Pedroni).
Baby Kusama, olio su tela del 2023 di Paolo Pedroni (Dorothy Circus Gallery / P. Pedroni).

La Dorothy Circus Gallery di Londra ha aperto le sue porte e le sue sale al numero 24 di Connaught Street per accogliere la straordinaria mostra “Altered Vision” dell’artista italiano Paolo Pedroni.

La mostra, inaugurata venerdì 12 aprile e aperta dal 16 aprile al 4 maggio, offre ai visitatori l’opportunità unica di immergersi nell’arte visionaria di Pedroni, che fa il suo debutto nel Regno Unito dopo due partecipazioni di successo ad Art Taipei che gli hanno permesso di conquistare il mercato asiatico e ottenere continui sold out.

La nuova collezione di Pedroni è composta da undici dipinti su tela (visibili qui in preview), intitolata “Visioni alterate“, che utilizzano la metafora cromatica della saturazione per evocare il concetto di accumulo e superfluo.

Visioni alterate: sfumature di Rosa Barbie e continui rimandi al consumismo contemporaneo

Baby Kusama, olio su tela del 2023 di Paolo Pedroni (Dorothy Circus Gallery).
Baby Kusama, olio su tela del 2023 di Paolo Pedroni (Dorothy Circus Gallery).

Attraverso una palette di colori zuccherina e un immaginario pop dolce, ogni tela presenta uno spettro cromatico completo, con sfumature predominanti di rosa Barbie che si alternano a colori desaturati, creando un contesto denso di oggetti e rimandi all’infanzia e al consumismo contemporaneo.

“L’occhio, il simbolo che torna nell’arte di tutti i tempi, diventa in questo racconto pittorico, lo specchio di una debolezza e di quell’anima confusa che non è più in grado di navigare il suo volere e che perde la rotta nell’eccesso di stimoli che riceve”, affermano i curatori della mostra.

In questa esplorazione dei desideri e dell’eccesso, Pedroni pone l’accento sul contrasto sottile tra ciò che vibra e ciò che sembra infiltrarsi abusivamente, cercando di confondere lo sguardo dello spettatore. L’artista invita il pubblico a riflettere sulle contraddizioni della società contemporanea e a fare un passo indietro per cercare il distillato di vita che ci appartiene.

Attraverso l’iperrealismo morbido caratteristico della sua pittura, Pedroni mette in scena il paradosso del presente, evidenziando il vuoto del troppo e l’apice di un benessere diventato malessere esistenziale. Tuttavia, in mezzo a questa critica sociale, emerge anche una visione di speranza e nostalgia, con un focus su ciò che è veramente importante nella vita.

La mostra “Altered Vision” rappresenta un’opportunità straordinaria per il pubblico di Londra di immergersi nel mondo affascinante e visionario di Paolo Pedroni, presente al vernissage per incontrare i visitatori e condividere la sua visione unica e provocatoria dell’arte contemporanea.

Festa della Liberazione, celebrazioni a Londra e Manchester

Appuntamento anche in Inghilterra per la prossima Festa della Liberazione, che sarà celebrata a Londra e per la prima volta a Manchester.

Festa della Liberazione, a Londra si ricorda Giacomo Matteotti

Doppio appuntamento quest’anno per la Festa della Liberazione che sarà celebrata come di consueto a Londra e per la prima volta anche a Manchester.

Il primo appuntamento, che è organizzato dall’Anpi, è dedicato al leader socialista Giacomo Matteotti nel centenario della sua visita a Londra e nel ricordo dello spirito antifascista ed internazionalista della sua azione politica.

La celebrazione di Londra si terrà presso The Star of Kings (London, N1 0AX) il 25 Aprile 2024 a partire dalle 6:30 PM, e prevede la prenotazione on line al prezzo di 5,54 sterline.

L’iniziativa proponiamo un ricordo del deputato socialista Giacomo Matteotti, nel centesimo anniversario della sua visita a Londra e del suo omicidio per mano dei fascisti.

L’iniziativa si aprira’ con gli interventi della Console dìItlaia a Londra Rossella Gentile e del presidente del ComItEs di Londra Alessandro Gaglione. Successivamente, Alfio Bernabei, storico ed autore di saggi, ripercorrerà le tappe della visita di Matteotti a Londra nell’aprile del 1924.

Le celebrazioni sono promosse da ACLI Regno Unito, ANPI Londra e Regno Unito, Azione UK, CinemaItaliaUK, INAS CISL, INCA CGIL UK, ITAL UIL, Italia Viva UK, Manifesto di Londra, Partito Democratico Londra & UK “Decio Anzani”.

Festa della liberazione, domenica 28 si celebra anche a Manchester

E quest’anno per la prima volta la Festa della Liberazione sarà celebrata anche a Manchester, per iniziativa delle associazioni italiane presenti sul territorio.

L’appuntamento di Manchester – che si tiene in lingua inglese – è in programma domenica 28 aprile dalle 11.30 am alle 3 pm presso la Working Class Movement Library (51 Crescent Salford M5 4WX), e prevede la prenotazione gratuita obbligatoria.

Anche l’appuntamento di Manchester è dedicato alla memoria di Giacomo Matteotti, il leader socialista e anti fascista ucciso il 10 giugno di 100 anni fa, in un incontro in cui si parlerà di Resistenza, di internazionalità della lotta antifascista e della lotta al Fascismo e come riaffermare l’antifascismo negli anni a venire in Italia e nel resto del mondo.

All’incontro che sarà moderato da Giulia Sirigu, segretaria del Partito Democratico di Manchester, porteranno il loro contributo Gianluigi Cassandra, presidente del Comites di Manchester, Alfio Bernabei, storico e curatoe della mostra “Giacomo and Velia Matteotti in London“, Robert Hargreaves, North West International Brigade Memorial Group e Simone Rossi, della Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.

La celebrazione di Manchester è organizzata da Anpi, Inca Cgil Uk, Acli, e Partito Democratico, con la partecipazione della North West International Brigade Memorial Group.