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Geografia Temporale, mostra di Sophie Ko all’Istituto italiano di cultura di Londra

Al via la mostra Geografia Temporale – Un Viaggio Tra Pittura, Scultura e Tempo dell’artista Sophie Ko all’Istituto Italiano di Cultura e alla Estorick Collection.

Geografia Temporale, un viaggio tra pittura, scultura e tempo all’Istituto di Cultura di Londra

Sarà ospitata dall’Istituto Itlaiano di Cultura di Londra la prima mostra d’arte nel Regno Unito dell’artista Sophie Ko, dal titolo Geografia Temporale, curata da Elena Re in collaborazione con la Galleria de’ Foscherari di Bologna.

Occasione unica di esplorare il percorso creativo di Ko, la mostra si svolgerà in due sedi distinte: inizierà all’Iic di Londra per poi trasferirsi con un’installazione presso la Estorick Collection of Modern Italian Art.

La mostra sarà visitabile in anteprima con la preview ad invito organizzata dal Console Generale d’Italia a Londra Domenico Bellantone e dal Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura Francesco Bongarrà e curata da Elena Re che si terrà lunedì 5 febbraio 2024 dalle 17,30 alle 20,00.

L’esposizione intende mostrare il percorso creativo di Ko, che esplora la pittura come mappe geografiche, offrendo al pubblico un’esperienza di paesaggi unici.

Alcune opere sono realizzate con ceneri di immagini bruciate, mentre altre contengono pigmenti puri stratificati in polvere d’oro. La gravità è il tema principale di questa mostra, capace di trasformare i colori nel tempo, in un processo che rappresenta un’espressione di rinascita continua.

Come dichiara Elena Re, la curatrice, “Con queste opere, Sophie Ko ha aperto la strada al suo approccio alla concezione della figurazione, proponendo qualcosa che si muove tra pittura e scultura, qualcosa che solo il tempo può disegnare”.

La mostra d’arte Geografia Temporale è in programma dal 6 al 19 febbraio, è aperta da lunedì a venerdì, dalle 10:00 alle 17:00, presso l’Istituto Itlaiano di Cultura di Londra (39 Belgrave Square, London, SW1X 8NX), è ad ingresso gratuito e non richiede prenotazione.

Dopo la mostra, le Installazioni di Sophie Ko alla Estorick Collection of Modern Art

L’installazione “Interventions: Sophie Ko” aprirà presso la Estorick Collection of Modern Art dal 7 febbraio. Questo progetto si ispira alle opere dell’artista Giorgio Morandi, parte della collezione permanente presso la Estorick Collection of Modern Art.

Sophie Ko mira a creare un dialogo sulla nozione di tempo tra i dipinti del grande maestro italiano e i suoi. Il risultato è “Temporary Geography”, un’installazione che segue il suo ritmo attraverso ceneri e pigmenti neri.

“Interventions: Sophie Ko curata” è in programma dal 7 al 25 febbraio presso la Estorick Collection of Modern Art: Sophie Ko: Temporal Geography – Estorick Collection.

Sophie Ko, interazioni con i materiali alla ricerca del tempo

Sophie Ko (1981) vive e lavora a Milano. La pratica artistica di Ko si basa sul concetto di tempo, esplorato attraverso intense interazioni simboliche con i materiali che impiega – principalmente ceneri di immagini bruciate e pigmenti puri – e le immagini create.

Il cambiamento e l’instabilità dei materiali nel flusso del tempo sono alcune delle costanti della sua ricerca artistica. Ad esempio, “Geografia Temporale” fornisce un’esemplificazione di opere eternamente sospese tra l’atto di creazione e quello di distruzione.

Concepiti attraverso una negoziazione concettuale e formale tra scultura e pittura, questi lavori mettono in scena “un legame fatto di peso, pressione, gravità e la distruzione del tempo sulle immagini, ma anche di formazione, profondità, ritorno e rinascita riguardo al passare del tempo”. I suoi progetti mirano a esplorare la caducità e la mutabilità dell’esistenza.

Elena Re è una critica d’arte e curatrice indipendente. Lavora con istituzioni pubbliche e private, sia in Italia che all’estero, esplorando l’arte italiana attraverso progetti culturali, mostre, conferenze e pubblicazioni. Il suo interesse si concentra sul pensiero che precede l’opera d’arte, nonché su un approccio transdisciplinare all’arte nel suo complesso. La sua ricerca spazia quindi dalla fotografia concettuale all’architettura radicale e alla nozione del multiplo.

Scioperi e trasporti: la situazione di febbraio

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Tra accordi e nuovi disagi pare non essersi conclusa la vicenda degli scioperi e trasporti londinesi: la situazione di febbraio.

Scioperi sì, scioperi no

Sembravano enormi gli ultimi passi fatti tra sindacati, TfL e governo londinese da novembre. Addirittura, l’RMT, il principale sindacato dei lavoratori, aveva sospeso gli scioperi indetti a gennaio dopo l’intervento del sindaco di Londra Khan al tavolo delle trattative. Ma la parola fine a questa vicenda pare ancora ben lontana.

Il sindacato ASLEF ha infatti annunciato ulteriori azioni sindacali che inizieranno questa settimana e dureranno fino all’inizio di febbraio. Dal 30 gennaio al 5 febbraio è prevista una serie di scioperi “a rotazione”, mentre dal 29 gennaio al 6 febbraio è previsto il divieto di effettuare straordinari. Non tutti gli scioperi avranno un impatto su Londra, ma sicuramente alcuni influenzeranno alcune tratte dei passeggeri.

Il divieto di straordinari dell’ASLEF durerà dal 29 gennaio al 6 febbraio, mentre ci saranno scioperi in tutto il Paese tra il 30 gennaio e il 5 febbraio.

Insomma, dall’estate del 2022, Londra e il Regno Unito si trovano ancora a dover fronteggiare una problematica che ormai affligge i pendolari da oltre 18 mesi.

Di seguito il calendario in aggiornamento con gli scioperi indetti dall’ASLEF.

Il calendario di febbraio degli scioperi nei trasporti

Ecco la ripartizione delle date degli scioperi e delle linee interessate. Non tutte queste compagnie effettuano servizi verso, da e intorno alla capitale.

  • Martedì 30 gennaio: scioperi su South Western Railway, Southeastern, Southern, Gatwick Express, Great Northern e Thameslink.
  • Mercoledì 31 gennaio: scioperi per Northern e TransPennine Express.
  • Venerdì 2 febbraio: scioperi per Greater Anglia, C2C e LNER.
  • Sabato 3 febbraio: scioperi per West Midlands Trains, Avanti West Coast e East Midlands Railway.
  • Lunedì 5 febbraio: Great Western, CrossCountry e Chiltern.

Gli scioperi dell’ASLEF e della RMT interessano in genere 16 compagnie ferroviarie, alcune delle quali effettuano servizi da e per Londra. Queste sono tutte le linee che tendono a essere colpite:

  • Avanti West Coast
  • CrossCountry
  • East Midlands Railway
  • Great Western Railway
  • LNER
  • TransPennine Express
  • C2C
  • Greater Anglia
  • GTR (Gatwick Express, Great Northern, Southern, Thameslink)
  • Southeastern
  • South Western Railway
  • Chiltern Railways
  • Northern Trains
  • West Midlands Railway

Carnevale Italiano della Comunità di Loughborough il 3 e il 16 febbraio

Doppio appuntamento per il Carnevale Italiano a Loughborough e Nottingham, sabato 3 alla Scuola di Italiano e sabato 17 alla Quorn Village Hall.

Doppio appuntamento per il Carnevale Italiano della Comunità di Loughborough il 3 e il 16 febbraio

Il Carnevale a Nottingham quest’anno si fa in due: sabato 3 Febbraio nella Scuola d’Italiano a Nottingham della professoressa Alessia Beneventi si terrà la festa per gli allievi e sabato 17 Febbraio dalle 5.30 alle 8.30 pm la stessa scuola parteciperà al Carnevale Italiano della Comunità di Loughborough presso Quorn Village Hall 64 Leicester Road Quorn LE12 8BB Leicestershire.

La festa di sabato 17 è organizzata da Dante Alighieri Society di Loughborough e prevede giochi come la pentolaccia, animazione e musica dal vivo, un modo per unire le due comunità di Leicestershire e Nottinghamshire e mantenere vive le tradizioni italiane.

Al pomeriggio di festa sarà presente anche il Presidente del Comites di Manchester Gianluigi Cassandra.

Per partecipare occorre prenotarsi entro il 9 febbraio inviando una mail all’indirizzo danteloughborough1984@gmail.com.

I proventi ricavati dalla vendita dei biglietti (solo per gli adulti, i bambini entrano gratis) saranno devoluti al Children Hospice Rainbow.

Arriva Retrospective, doppio magazine italiano e inglese. Il 30 presentazione all’Iic

Sarà presentato domani 30 gennaio all’istituto Italiano di Cultura di Londra Retrospective, il nuovissimo doppio magazine culturale italiano e inglese creato da Glauco Della Sciucca.

Nasce Retrospective, il nuovo magazine italiano e inglese pensato da Glauco Della Sciucca

Nasce Retrospective, una nuova rivista destinata ad arricchire il panorama culturale italiano e inglese allo stesso tempo. Il nuovo magazine, che avrà doppia edizione in italiano e inglese con contenuti diversificati, e si chiama Retrospective, è destinato quasi geneticamnte a fare da ponte tra le due culture linguistiche.

A pensarlo, idearlo e fondarlo in Italia è stato un poliedrico imprenditore ed operatore culturale italiano, Glauco Della Sciucca, che ha coinvolto nel progetto altri due valenti soci, Mario DI Paolo e Lorenzo Tamburini, e realizza il nuovo giornale – che avverrà in Inghilterra – con la società che ha fondato Ghislandi & Gutenberg Ltd.

Retrospectivequi il sito ufficiale – sarà lanciato ufficialmente presso l’Istituto Italiano di Cultura di Londra domani, 30 gennaio 2024, alle 18:00.

“Retrospective” è un’opera ambiziosa, una sorta di “antologia delle idee”, che raccoglie le opere di autori, filosofi e artisti provenienti da tutto il mondo, presentate nella loro lingua originale. I co-fondatori, Glauco Della Sciucca, Mario Di Paolo e Lorenzo Tamburini, saranno presenti all’evento per condividere la visione dietro questa rivoluzionaria pubblicazione.

Retrospective desidera coinvolgere voci autorevoli e appassionate nel mondo del giornalismo e della cultura. L’obiettivo è presentare il progetto e cercare collaborazioni per i futuri numeri della rivista.

Il numero inaugurale, dal titolo “Retrospective”, è il primo passo di Ghislandi & Gutenberg Ltd. verso la realizzazione di un progetto più ampio. La rivista esiste in due versioni: italiano e inglese, con copertine diverse. La sua struttura riflette l’intenzione di attingere a voci tanto celebri quanto sconosciute e si presenta come un’antologia aperta, inclusiva e senza limiti, pubblicando ogni contributo nella lingua originale dell’autore.

Questa rivista, rispettando un approccio filologico al vecchio broadsheet, è stata concepita in Italia e prodotta nel Regno Unito da Stroma, distribuita online da Newsstand e a livello mondiale da Ra N’Olly.

L’evento vedrà la partecipazione del creatore e co-fondatore Glauco Della Sciucca, insieme ai co-fondatori Mario Di Paolo e Lorenzo Tamburini, e alla presenza di Martina Mazzotta della Fondazione Mazzotta. La moderazione sarà affidata al giornalista Alessandro Allocca, che guiderà la discussione su come “Retrospective” può diventare una piattaforma influente nel panorama culturale globale.

Glauco Della Sciucca, protagonista poliedrico della vita culturale italiana a Londra

Glauco Della Sciucca, poliedrico imprenditore, artista, regista e giornalista, con una carriera che spazia da Londra all’Italia, ha co-fondato Ghislandi & Gutenberg Ltd. nel 2020. Il suo impegno nel mondo della cultura e dell’arte è evidente non solo attraverso questa nuova pubblicazione, ma anche attraverso la sua partecipazione a progetti artistici e cinematografici di rilievo.

Ha co-fondato la società Hoffman, Barney & Foscari a Londra insieme al direttore Sir Michael Lindsay-Hogg, ha collaborato con riviste come The New Yorker, Columbia University e The New York Review of Books (USA) e case editrici come Baldini Castoldi Dalai ( Italia). Ha disegnato prototipi di beni di lusso per HBF e modelli di orologi per marchi come Swatch Group (Cina), ha pubblicato il libro “Central Park West Stories”, ha disegnato le copertine per riviste come Linus e ha scritto e diretto il suo primo lungometraggio “Umanesimo” e il cortometraggio “Nel Mondo mio interiore”. Ha collaborato alla prima britannica del film “Padre” diretto da Giada Colagrande (Regent Street Cinema) e allo stesso “Humanism” al Prince Charles Cinema. Insieme a Sir Michael Lindsay-Hogg ha esposto la sua arte a Londra (“State of Minds” alla Lacey Contemporary Gallery, 2016). Nel 2020 ha creato e co-fondato la casa editrice Ghislandi & Gutenberg per la quale ha ideato e disegnato la rivista “Retrospettiva”.

L’evento sarà impreziosito dalla presenza di Mario Di Paolo, rinomato designer di vini e fotografo internazionalmente acclamato. La sua “Life Space”, un mix di esperienze personali, educative e culturali, si traduce in contributi significativi al mondo creativo e sarà un elemento chiave della serata.

Martina Mazzotta, accademica – attualmente è Associate Fellow al Warburg Institute, University of London – e curatrice specializzata in filosofia e nelle sue interconnessioni con le arti visive, la musica e la scienza, porterà una prospettiva unica all’evento. La sua passione per la letteratura e il suo interesse per “Retrospective” aggiungeranno ulteriori dimensioni all’esperienza.

Panerai a Londra celebra l’orologeria di lusso

Party esclusivo lo scorso 25 gennaio al 30 New Bond Street: Panerai e Consolato Generale a Londra hanno celebrato l’orologeria di lusso Made in Italy.        

La sede di Panerai al numero 30 di New Bond Street a Londra (ph www.kalory.co.uk).
La sede di Panerai al numero 30 di New Bond Street a Londra (ph www.kalory.co.uk).

Panerai a Londra celebra l’orologeria di lusso

Giovedì sera al n. 30 di Bond Street a Londra si è svolto il party esclusivo di Panerai, brand di origine toscane che dagli anni novanta è diventata presenza indiscussa nel mercato dell’orologeria di lusso.

Un evento fortemente voluto dal Console Generale d’Italia a Londra Domenico Bellantone, da sempre in prima linea a sostenere le eccellenze italiane all’estero: “Come è stato con il party alla boutique di Damiani, è un’occasione per consolidare il ponte tra istituzioni e le brands italiane”.

Il Console Generale d'Italia a Londra Domenico Bellantone e il brand manager per il Regno Unito di Panerai Yoann Rodriguez durante la serata evento di panerai giovedì 25 gennaio 2024 al numero 30 di New Bond Street (ph. LN24 / R. Leotti).
Il Console Generale d’Italia a Londra Domenico Bellantone e il brand manager per il Regno Unito di Panerai Yoann Rodriguez durante la serata evento di panerai giovedì 25 gennaio 2024 al numero 30 di New Bond Street (ph. LN24 / R. Leotti).

Un successo quello di Panerai che trova le sue origini nel lontano 1860 nel negozio di Giovanni Panerai sul Ponte alle Grazie a Firenze.

Oltre che negozio di orologi con un laboratorio è importante ricordare che fu la prima scuola di orologeria di Firenze.

La storia e lo stile degli orologi è legata a doppio filo alla Marina Militare, che Panerai rifornisce per molti anni, durante i quali brevetta materiali per rendere orologi e strumenti di precisione più performanti in condizioni estreme.

Il Repeater, pregiatissimo pezzo unico prodotto da Panerai (ph. LN24 / R. Leotti).
Il Repeater, pregiatissimo pezzo unico prodotto da Panerai (ph. LN24 / R. Leotti).

Nascono così Radiomir, Luminor ed il dispositivo proteggi corona. Eredità importanti a cui lo stile delle collezioni civili rende omaggio, come spiega Yoann Rodriguez, Direttore del brand per il Regno Unito e Irlanda: “Oggi come allora gli orologi combinano lo stile italiano con le nuove tecnologie che sviluppiamo alla Manifattura Panerai a Neuchâtel in Svizzera”.

Se Oltralpe si perfeziona la tecnologia, nella sede italiana di Milano ci si occupa del marketing.

Inoltre da qualche anno le Officine Panerai sono ritornate in possesso dello storico negozio di Piazza San Giovanni di Firenze, là dove ha avuto inizio la storia del marchio.

Nella boutique londinese, oltre agli orologi della gamma, è stato possibile ammirare edizioni limitate come il Luminor Lab Id ed il pezzo unico al mondo Minute Repeater, per il quale pare ci sia un interesse da parte di un facoltoso acquirente straniero.

Il maestrpo orologiaio Ishwar Ashra mostra i segreti degli orologi Panerai durante la serata evento di panerai giovedì 25 gennaio 2024 al numero 30 di New Bond Street (ph. LN24 / R. Leotti).
Il maestrpo orologiaio Ishwar Ashra mostra i segreti degli orologi Panerai durante la serata evento di panerai giovedì 25 gennaio 2024 al numero 30 di New Bond Street (ph. LN24 / R. Leotti).

Tra i servizi offerti nello store, sessioni con il maestro orologiaio Ishwar Ashra che nel corso della serata ha fatto una dimostrazione, molto apprezzata da tutti i partecipanti.

“L’orologio è interamente assemblato a mano, complesso perché costituito da più strati”, spiega.

Nella sua lunga esperienza, il suo lavoro non è mai finito perché sempre in evoluzione e questo richiede continui aggiornamenti.

Con la tecnologia certi aspetti nel funzionamento degli orologi sono migliorati, a cominciare dalla lubrificazione, che ora è indotta attraverso alcune componenti di cui non possiamo riportare i dettagli.

Oltre a constatarne la qualità, si resta con l’impressione che il raggiungimento della perfezione sia veramente poco lontano.

Gli estimatori del marchio e appassionati del settore possono trovare la gamma con le principali caratteristiche tecniche degli orologi nel sito Panerai (https://www.panerai.com/gb/en/home.htm) e dal 9 al 15 Aprile tra gli espositori alla prestigiosa Watches and Wonders di Ginevra (https://www.watchesandwonders.com/en/geneva-2024) che sarà aperta al pubblico solo dal 13 al 15.

 

Amaraterra & Mr Morski al The Jago: un concerto inaspettato

Gli Amaraterra si esibiscono al The Jago Dalston
Gli Amaraterra si esibiscono al The Jago Dalston (copyright Silvia Pellegrino).

Gli Amaraterra & Mr Morski si sono esibiti sul palco del The Jago Dalston. Performaces increbili, pubblico impazzito, ma ad un tratto tutto si è trasformato in altro…

Nella moltitudine ritroviamo salentini doc nonche’ appassionati di pizzica venuti da tutte le parti di Londra

La sala densa di fumi colorati, tigri, ombrellini di carta e pubblico in trepidante attesa fanno da cornice all’esplosiva ouverture di Mr Morski agli Amaraterra sul palco del The Jago Dalston. Il tornado di generi musicali accende i corpi stimolandoli con ritmi diversissimi tra di loro, una digressione di generi musicali distinti eppure ricuciti insieme dalla brillante rock star bulgara che ha la potenza di una supernova. Sa bene che molti nel pubblico sono italiani, e nella moltitudine ritroviamo salentini doc nonche’ appassionati di pizzica che sono venuti da tutte le parti di Londra per lasciarsi trasportare dal calore di una musica tradizionale, le cui radici affondano profonde nella terra. 

Nella precedente intervista rilasciata prima dell’evento al The Jago, Alfredo Giani (mandola, chitarra e voce) ci ha spiegato che uno dei principali intenti della musica degli Amaraterra e’ ricreare l’atmosfera di piazza  che è la base più arcaica e “pura” della (loro) musica. 

Amaraterra in concerto al The Jago Dalston
Amaraterra in concerto al The Jago Dalston (copyright Silvia Pellegrino).

Mina cantava del cielo in una stanza. Gli Amaraterra riportano invece la piazza in una stanza

Prendendo assolutamente per buone le sue parole e avendo successivamente ascoltato i loro brani ma senza mai averli visti dal vivo, rimasi molto colpita da tale affermazione. 

Le atmosfere suggerite dai testi e dalla musica immediatamente trasportano chi ascolta su un altro piano. Mi sono detta – che incredibile potenza – e si’ che l’immaginazione agevolata dal loro talento mi ha rapita, ma mai mi sarei aspettata di rivivere ad occhi aperti la mia gioventù campeggiante e gioiosa nella penisola salentina. 

Mina cantava del cielo in una stanza. Gli Amaraterra riportano invece la piazza in una stanza con una forza in grado di far provare quel famoso trance che tutto ripara. Istanti  magici, corali; complice anche l’intreccio di voci che cantano storie diverse. 

La musica non riparte perché è intrappolata in un limbo di malagestione manageriale che degenera col passare dei minuti

Dopo una pausa che sarebbe dovuta durare il tempo necessario per i cantanti di riprendere fiato, ci attende la seconda parte del concerto. Rientro dentro il locale, richiamata dal calore e dalla voglia insaziabile di musica ma ad aspettarmi c’e’ tutt’altra atmosfera. La luce fredda della torcia impugnata da un uomo della sicurezza che ora e’ sul palco insieme ad alcuni componenti del gruppo, ha rimpiazzato il fumo, prima attraversato dai fasci di luce colorata. La musica non riparte perché è intrappolata in un limbo di malagestione manageriale che degenera col passare dei minuti. 

Gli Amaraterra si esibiscono al The Jago Dalston
Gli Amaraterra si esibiscono al The Jago Dalston (copyright Silvia Pellegrino).

A conti fatti abbiamo un’accusa ingiusta e il concerto interrotto

Mi guardo intorno, e oltre alle facce dei presenti a forma di punto interrogativo, ritrovo la mia amica Sophie (nome di fantasia) la quale mi racconta che e’ stata costretta a fornire il suo documento e i dettagli della carta di credito. Prosegue dunque raccontandomi l’antefatto: Sophie durante il primo tempo aveva trovato una giacca di qualcuno per terra e per non farla calpestare ulteriormente, l’aveva raccolta e poggiata su un muretto alle sue spalle. Pochi istanti dopo la giacca e’ stata nuovamente scaraventata a terra perche’ aveva urtato un bicchiere di birra posizionato accanto al mixer (una decisione questa  assai infelice e poco professionale).

E’ dunque partita la caccia alla ”strega”, accusata ingiustamente e intimata di mostrare il documento e di lasciare i dati della carta di credito qualora il mixer fosse stato danneggiato. Io e il resto degli amici rimaniamo basiti. A conti fatti abbiamo un’accusa ingiusta e il concerto interrotto. 

Amaraterra in concerto al The Jago Dalston
Amaraterra in concerto al The Jago Dalston (copyright Silvia Pellegrino).

Esibirsi senza bere e’ impensabile, finire la serata in quel modo assolutamente inaccettabile e doloroso. Fortunatamente dietro le quinte si tenta di ragionare. 

Successivamente, come un unico corpus la band riprende forza e decide di fare cio’ che e’ giusto per il suo pubblico: tornare a far gioire la piazza

Successivamente, come un unico corpus la band riprende forza e decide di fare cio’ che e’ giusto per il suo pubblico: tornare a far gioire la piazza. Riprendono a suonare e la sala impazzisce, i colpi dati al tamburello sono ancora più forti, decisi, quasi a cadenzare un unanime dispiacere, una tempesta estiva improvvisa che lascia la spiaggia deserta. E’ la prima volta che succede una cosa del genere ad un nostro concerto – mi racconta Alfredo l’indomani – e in base alla mia esperienza una cosa del genere non era mai successa quando il The Jago era ancora Passing Clouds, ma certo chi scrive non fa di tali dettagli un dato ma un’osservazione.

Per non lasciarvi pero’ sotto la tempesta vi do una bella notizia: il prossimo concerto degli Amaraterra con DJ Yucca si terra’ il 3 febbraio al Magic Garden. Don’t miss out!

 

Il Freedom of the City of London Award al manager italiano Alessandro D’Amico

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Importante riconoscimento per un cittadino italiano: la City di Londra assegna ad Alessandro D’Amico il prestigioso Freedom of the City Award.

Il Freedom of the City of London Award al manager italiano Alessandro D’Amico

Alessandro D'Amico, che ha ottenuto la Freedom of the City.

Alessandro D’Amico, che ha ottenuto la Freedom of the City.

Il giornale Londra Notizie 24 è nato, tra le altre cose, con l’idea di raccontare i successi ottenuti dagli italiani che si trasferiscono in Inghilterra e nel Regno Unito per viverci, lavorare o studiare, e che  riescono a farsi valere e apprezzare in ogni campo. L’ultima conferma di questo assunto arriva dal riconoscimento che la City of London ha assegnato ad Alessandro D’Amico, un giovane manager italiano che nella City ci vive e si impegna sia nel lavoro che in ambito sociale.

Si tratta del Freedom of the City of London Award, un riconoscimento antichissimo, che risale addirittura al Medioevo, e che di fatto apre la via alla elezione negli organismi elettivi della City.

Il riconoscimento risale al 1237, ed era in origine l’attribuzione dello status di “uomo libero” o “cittadino”, protetto dallo statuto della città di Londra e non sottomesso alla giurisdizione di un signore feudale. Nel Medioevo al riconoscimento di status si aggiunse anche il diritto di commerciare, ed era strettamente legato alle livery, le corporazioni di mestiere o gilde o compagnie di livrea.

Nel 1835 l’idoneità alla libertà comunale è stata estesa a chiunque abitasse, lavorasse o avesse un forte legame con la Città, ed è sempre stata strettamente legata ai ruoli di governo della Città ed è un importante prerequisito per candidarsi alle elezioni al Consiglio comunale e alla Corte degli assessori della City of London e successivamente alla carica di sindaco.

Originariamente esistevano diverse vie per accedere a questo status, ma oggi è sostanzialmente uno il modo per ottenerlo, ed è tramie le livery o corporazioni, per divenire un giorno liveryman e partecipare alle elezioni.

Ed è proprio per i suoi successi nel lavoro e per l’impegno operativo in una di queste livery che il giovane manager italiano ha ottenuto il Freedom of the City of London award.

Alessandro D’Amico è un trentenne manager abruzzese, laureato in Economia all’Università Cattolica di Milano e con un Master in Management all’Universidad Carlos III di Madrid, e da alcuni anni vive a Londra.

Il Freedom of the City of London Award è stato attribuito a D’Amico nel corso di una suggestiva cerimonia che si è tenuta presso la Chamberlain Court Room della Guildhall di Londra, uno dei luoghi più emblematici e iconici della città, una volta Municipio della City e oggi sede amministrativa e cerimoniale.

All’origine del prestigioso riconoscimento, i meriti professionali di Alessandro, che ha lavorato come manager in diversi Paesi e per diverse aziende, come la Unilever, la General Mills e da ultimo Brand manager nel Regno Unito della Birra Moretti, prodotta e venduta dalla Heineken. E soprattutto il suo impegno in una delle 111 liveries companies presenti nella City, la Worshipful Company of Marketers, di cui è diventato Segretario e di cui ha ottenuto anche la “livery”, un significativo riconoscimento interno alla corporazione di cui fa parte.

L’Award ha un valore soprattutto onorifico, ed in passato è stato assegnato a molti membri della Famiglia reale, a molti primi ministri, tra cui Winston Churchill e Margareth Thatcher, a membri di famiglie reali straniere e a presidenti di altri Paesi, tra cui Nelson Mandela, imprenditori come Bill Gates. E tra i “freemen” ci sono anche alcuni italiani famosi, come Giuseppe Garibaldi, Luciano Pavarotti e il cardinale Renato Martino.

Pensaci prima: Sara Farnetti presenta il suo libro al Consolato di Londra

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Pensaci prima, l’ultimo libro della ricercatrice e nutrizionista Sara Farnetti sarà presentato il 29 gennaio al Consolato Generale d’Italia a Londra.

Pensaci prima: presentazione del libro di Sara Farnetti al Consolato Generale di Londra

Pensaci prima“, l’ultimo libro scritto dalla dottoressa Sara Farnetti, sarà presentato il prossimo 29 gennaio 2024 al Consolato Generale d’Italia a Londra.

La presentazione, ospitata dal Console Generale d’Italia a Londra Domenico Bellantone e dal presidene dell’Associazione di Volontariato Mondo Italiano Alessandro Gaglione, sarà moderata da Lorenzo Garagnani, presidente dell’Italian Medical Society of Great Britain.

Il libro sarà presentato dall’autrice, che è una figura di spicco nel campo della Medicina Interna. Dotata di un doppio dottorato, uno in Fisiopatologia della Nutrizione e del Metabolismo e l’altro in Scienze Chimiche e Tecnologie Alimentari.

Pensaci Prima“, edito da Rizzoli e presentato a questo link, è un vero e proprio viaggio nella Medicina di Precisione e nella Nutrizione Funzionale, alla ricerca delle cause, anche lontane e perciò non di facile individuazione, dei sintomi con cui si manifestano disturbi e malattie.

Attraverso otto casi studiati da Sara Farnetti, il libro svela il suo innovativo approccio medico che valorizza una visione funzionale e sistemica del singolo paziente.

Si tratta della Medicina di Precisione, che si avvale dell’analisi genetica e disamina tutti i segni che il corpo invia nel corso della vita, per individuare i rischi ereditari e ambientali e contenere così la probabilità futura di contrarre malattie, molto prima che si manifestino.

Strumento essenziale di questo metodo è la Nutrizione Funzionale che, studiata in modo personalizzato, attua a ogni pasto un progetto ormonale che sostiene le funzioni degli organi e previene o risolve gli stati infiammatori che minano la salute.

A compendio di questo approccio, specifici supplementi e consigli di stile di vita.

Pensaci prima: Sara Farnetti presenta il suo libro al Consolato di LondraPensaci prima, l'ultimo libro della ricercatrice e nutrizionista Sara Farnetti sarà presentato il 29 gennaio al Consolato Generale d'Italia a Londra.
Pensaci prima, l’ultimo libro della ricercatrice e nutrizionista Sara Farnetti sarà presentato il 29 gennaio al Consolato Generale d’Italia a Londra.

Sara Farnetti, specialsita esperta di medicina della nutrizione

Sara Farnetti è medico, specialista in Medicina Interna con PhD in Fisiopatologia della Nutrizione e del Metabolismo presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.

Dal 2014 è Visiting Professor presso il Diabetes Research Institute della University of Miami – Miller School of Medicine.

Le è stato conferito nel 2022 il dottorato Honoris Causa in Scienze Chimiche e Tecnologie Farmaceutiche e Nutraceutico-Alimentari presso l’Università degli Studi di Messina per «il notevole contributo allo studio della Nutrizione Funzionale, alla prevenzione delle Malattie del Metabolismo e al trattamento della Sindrome Metabolica».

Nel 2011 e nel 2016 è guest speaker al TEDx e nel 2019 riceve il premio come una delle «100 Eccellenze Italiane». È leader nella ricerca nel campo della Medicina di Precisione e ideatrice e teorica della Nutrizione Funzionale, che studia l’effetto dei cibi sul metabolismo umano, l’equilibrio ormonale, l’espressione genica e l’infiammazione.

È autrice di numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative, attiva nel dibattito scientifico e mediatico a livello nazionale e internazionale. Ha pubblicato i bestseller Tutto quello che sai sul cibo è falso (Bur 2012), Il tuo corpo ti parla (Rai Eri 2018), Mai più a dieta (Bur 2018) e Ricette funzionali (Bur 2020).

L’evento si terrà il 29 gennaio alle ore 18 presso il Consolato Generale d’Italia a Londra, in Harp House.

CinemaItaliaUK presenta a Londra Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti

Il sol dell’avvenire splende a Londra.

Sala gremita al Curzon cinema per l’ultima pellicola di Nanni Moretti, Il sol dell’avvenire. Merito, come sempre, dell’impeccabile organizzazione del Cinema Italia UK che col critico Lorenzo Tamburini ha presentato la serata.

Articolo di Silvia Pellegrino e Roberta Leotti

È un film che stupisce anche chi Moretti lo ha sempre seguito. Con dissacrante ironia c’è sì il Moretti di Caro Diario, ma in giro per Roma va col monopattino e non in vespa. Nel film Moretti interpreta il regista Giovanni, alle prese con il suo nuovo film ambientato durante la rivolta di Budapest del 1956.

Il sol dell'avvenire di Nanni Moretti presentato al Curzon di Mayfair a Londra
Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti presentato al Curzon di Mayfair a Londra (copyright Londra Notizie 24)

Tanti i rimandi, percepibilissimi agli aficionados del protagonista-regista Giovanni-Nanni

Tanti i rimandi, percepibilissimi agli aficionados del protagonista-regista Giovanni-Nanni: il suo disgusto per i sabot che indossa la Barbora Bobuľová alla lettura del copione (eco dell’antipatia per le pantofole per strada (no!) oppure l’ammissione di non esser più tanto giovane in una scena mentre nuota, al film Palombella Rossa.

Il sol dell’avvenire da’ diversi spunti di riflessione, politici certamente ma anche sulla disillusione dei sentimenti, stravolgendo schemi tradizionali.

Una menzione speciale, meritata e doverosa va a Margherita Buy nel ruolo della moglie del regista Giovanni, già straordinaria in Mia Madre.

Nel cast si ritrova un altro attore che ha già lavorato in diversi film di Moretti: Silvio Orlando. Qui interpreta Ennio, passionario segretario della sezione romana del PCI del Quarticciolo.

Ma passiamo alla critica dei critici e poi del film. Emozionata finalmente di vedere l’ultimo film di Nanni Moretti alla prima UK, decido di fare un esperimento: invitare una cara amica Londinese doc. e scrittrice talentuosa, amante del cinema, a vedere il film senza però conoscere nulla della filmografia dell’amato regista.

Ci sediamo lontane l’una dall’altra, le lascio il posto migliore per godersi il suo primo film  Morettiano. Come uniche chiavi di lettura sovrapposte possiede quella d’apertura del critico Tamburini e la recensione impietosa di Peter Bradshaw comparsa sul The Guardian in cui tuona Il nuovo film di Moretti presentato a Cannes tra quelli in concorso, è orribile: confuso, mediocre e metatestuale – una completa perdita di tempo, stridente e svogliato allo stesso tempo – mi verrebbe da chiedergli Peter, ma che film hai visto? Però ci torno tra un attimo.

Il sol dell'avvenire di Nanni Moretti presentato al Curzon di Mayfair a Londra
Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti presentato al Curzon di Mayfair a Londra (copyright Londra Notizie 24)

Seduta accanto a sconosciuti nella sala del Curzon di Mayfair ritrovo la sacralità del cinema ricordando quando, sempre in ”solitudine” andai a vedere Mia Madre. Un film che mi asciugò il palato e annaffiò gli occhi.

Quello sì un film ”confuso” come confuso è il dolore che lotta contro la rassegnazione arrancando verso il nuovo stato di nostalgia quando si perde qualcuno che si ama.

Il sol dell’avvenire è un film nel film nel film, che parla di cinema, che parla di, per e attraverso Nanni

Il sol dell’avvenire è un film nel film nel film, che parla di cinema, che parla di, per e attraverso Nanni. E’ l’eterno ritorno del metacinema morettiano, delle sua altrettanto eterna battaglia a favore dell’etica-estetica, alla presa di posizione ma mai distintamente di coscienza perché a sognare un passato migliore si fa sempre in tempo, dato che per il futuro siamo già in ritardo.

Nanni è invecchiato bene, e lucidamente continua a mostrare sé stesso senza pretesa di rispondere a troppe domande, perché ‘”inscenare’’ la realtà’ facendo luce sulle brutture con sorriso sardonico è sempre stata la sua cifra. E ancora, Moretti cita se’ stesso, porta il circo dal sapore felliniano ma lo fa per tempo e non come asincrono espediente tanto celebrato ne La grande Bellezza. Moretti fa politica oggi guardando a ieri e riflettendo sulla scelta rovinosa del PCI di non essersi schierato dalla parte degli insorti ungheresi, tout court, dalla parte della democrazia.

L’avvenire sta appunto nel continuare a scegliere, sta volta sì con coscienza e ricordando il passato, per un futuro che non sappia di morte ma che sia un nuovo avvenire

Moretti riflette e riflette, e riflette. E con lui riflettiamo pure noi, rimpiangendo di non aver fatto scelte diverse, come agenti politici, come mogli, mariti e figli. Ma in tutto questo, dove sta l’avvenire? L’avvenire sta appunto nel continuare a scegliere, sta volta sì con coscienza e ricordando il passato, per un futuro che non sappia di morte ma che sia un nuovo avvenire.

Il sol dell'avvenire di Nanni Moretti presentato al Curzon di Mayfair a Londra
Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti presentato al Curzon di Mayfair a Londra (copyright Londra Notizie 24).

Tornando dunque a Peter Bradshaw, mi (gli) chiedo: cosa c’è di svogliato nel ricordare sé stessi, la storia sia artistico-personale e corale, esponendosi con grande onestà?

Per quanto riguarda la mia amica scrittrice e londoner il suo giudizio finale è stato il seguente: Moretti recita lento, si blocca. All’inizio ho fatto fatica a digerirlo poi ho capito che era la sua cifra. Il film mi è piaciuto molto, la chiave di lettura iniziale di Tamburini è stata decisamente utile. La smorfia che ha fatto alle logiche Netflix fa tanto tanto sorridere, e poi vedere Roma dal monopattino mi ha riempito gli occhi e riportata indietro a quando ci vivevo io.

Tentiamo allora di capirlo sto film, di non fare dell’apprezzamento spurio e sabotatore come fa il personaggio di Amalric, e vi prego smettendola di dire ”Eh però non è il tipico Moretti’’, che quello si è davvero insopportabile.

Dimitri Scarlato, la musica italiana suona per il cinema e il teatro

In questa intervista Dimitri Scarlato racconta i successi della sua carriera a tutto tondo di musicista e compositore di colonne sonore per il teatro e il cinema.

Dimitri Scarlato, la musica che suona per il cinema e il teatro

C’è una stella che brilla sull’asse Roma-Londra e che da circa vent’anni porta lustro alla cultura musicale italiana. E con gli anni che passano, questa stella brilla sempre di più, con una luce che rischia quasi di accecarti, mentre si fa sempre più forte la sensazione che in realtà non smetterà mai di brillare, perché non è destinata a spegnersi.

E’ quello che accade quando inizi a studiare piano e violino all’età di cinque anni, col pallino di diventare compositore, e poi a diciott’anni entri al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma e diventi compositore e direttore d’orchestra.

E poi, ancora, inizi a lavorare con i più grandi maestri del teatro italiano, fino a che prendi la decisione della vita: andare a Londra, inizialmente per partecipare a un Master in Composizione presso la Guildhall School of Music & Drama, e poi per continuare a realizzare in terra britannica il sogno di una vita, personale e professionale.

E’ l’inizio della storia del Maestro Dimitri Scarlato, classe 1977, nato e cresciuto a Roma, londinese d’adozione da vent’anni, con un background artistico ricchissimo (che non poteva non portarlo lontano) e un futuro luminoso.

Sembra quasi un destino segnato, ma la classica gavetta c’è stata anche per lui, sia in Italia che a Londra, città che ha rappresentato per lui un profondo e generale cambiamento.

Tanta gavetta, ma è Londra che ti fa cambiare mentalità

“E’ cambiata la mentalità, il mio approccio a tante cose – ci spiega – se uno vive a Londra se ne rende conto ed è costretto a cambiare, specialmente se poi cerca di integrarsi nella società britannica. Perché per quanto Londra possa essere multiculturale, in certi ambienti vige una mentalità differente da quella italiana ed europea, c’è un modo di lavorare diverso… Io non ho avuto dei cambiamenti repentini, perché è stato tutto molto lento e anche abbastanza faticoso, anche perché uno dei miei pregi – ma anche dei miei difetti – che ha contribuito al rallentamento di una carriera come la immaginavo è che ho tante passioni: mi piace la musica contemporanea, mi piace l’opera, mi piace il cinema … e ogni tanto dei colpi di fortuna mi hanno portato a fare delle cose molto belle, che non avrei mai pensato”.

E queste “cose molto belle” hanno avuto luogo sia in Italia che in UK, perché in realtà il filo che lega Scarlato alla sua terra d’origine non si è mai spezzato.

Anzitutto il lavoro in teatro in Italia, con Antonella Steni, attrice storica dei palcoscenici italiani, e poi col regista Carlo Lizzani e il suo musical dedicato all’artista francese Edith Piaf (Piaf… l’hymne à l’amour) per cui Scarlato ha composto le musiche.

Poi, una volta a Londra, la sua strada incrocia quella del regista Tim Burton.

“Nel 2006 quando ho fatto Sweeney Todd di Tim Burton, mi sono occupato di tutta la pre-produzione musicale. Mi fu chiesto di preparare le basi delle canzoni del musical per far provare gli attori prima delle riprese”.

Nel frattempo la gavetta londinese di Dimitri Scarlato prosegue, fra i cortometraggi della London Film School, qualche collaborazione con l’Italia e l’insegnamento (principalmente).

“L’insegnamento è quello che mi ha sempre un po’ tenuto a galla, ho insegnato per circa 8 anni in una scuola secondaria di Islington, Highbury Grove School che diventò una specialist music school e dove venivano dati a tutti gli studenti (gratuitamente) strumenti musicali della tradizione orchestrale. Questo fu un progetto alternativo in una scuola che aveva al suo interno moltissimi ragazzi da classi e background meno abbienti. Abbiamo fatto molti concerti e tour anche in sale prestigiose di Londra come il Barbican Hall, ed io diventai l’arrangiatore per i concerti con l’orchestra ed il direttore d’orchestra in alcune occasioni. Grazie ad un’attività di diffusione del progetto tramite stampa e tv (anche straniere), sir Andrew Llyod Webber (compositore e impresario teatrale britannico famoso nel mondo, n.d.r.), venne a conoscenza di noi e decise di finanziare l’organizzazione che nacque dalla nostra scuola (M.I.S.S.T Music in Secondary School Trust). Nel frattempo cominciai anche ad insegnare nei corsi di musica contemporanea al Royal College of Music, finché nel 2020 ho fatto domanda e ho ‘vinto la cattedra’. Adesso sono il responsabile del Masters in Composition for Screen al Royal College of Music”.

Scarlato, il “coach” di Michael Caine

Dimitri Scarlato sul set con Michael Caine.
Dimitri Scarlato sul set con Michael Caine.

Ma i nomi importanti a cui quello di Scarlato si lega non finiscono qua, poiché Dimitri è stato anche il coach del grande attore inglese Michael Caine nel film “Youth – La Giovinezza” di Paolo Sorrentino. Un’opera del 2015 in cui Caine interpreta un direttore d’orchestra: grazie al lavoro di Scarlato, che l’ha affiancato nella lavorazione del film, è riuscito ad entrare nel ruolo con tutte le relative caratteristiche e peculiarità.

“Negli ultimi anni ho cercato di focalizzarmi molto su cinema e televisione… Ogni tanto dirigo, ho avuto la possibilità di farlo… questa con Michael Caine è stata una bellissima esperienza”.

Senza dimenticare le più importanti occasioni italiane, come il film Il Talento del Calabrone con Sergio Castellitto; l’opera Fadwa prodotta dall’Accademia Filarmonica Romana e messa in scena al Teatro Olimpico di Roma; l’opera da camera La Tregua di Natale prodotta da Nuova Consonanza di Roma e ispirata a una partita di pallone giocata durante la Prima Guerra Mondiale fra soldati tedeschi e soldati inglesi.

I prossimi successi? la Messa per il Duomo di Orvieto e il documentario Pompei pere la Bbc

Il futuro di Dimitri Scarlato comincia adesso, anzi, a dir la verità è già iniziato, con un nuovo prestigioso incarico di cui lui stesso ha accennato con gioia sui suoi profili social: la composizione di una Messa per la Cattedrale di Orvieto. Gli abbiamo chiesto qualche dettaglio in più.

“Poco prima di Natale ho ricevuto l’incarico di scrivere questa Messa, una Messa parrocchiale, non un concerto, ma una Messa che sia accessibile anche a un coro amatoriale come quello che canta nella Cattedrale e che possa poi essere messa in programma e celebrata regolarmente… Si dovrebbe tenere la domenica di Pentecoste, il 19 Maggio 2024… Ho sempre avuto una grande passione per la musica sacra”.

Un impegno su cui Dimitri si è messo già al lavoro, naturalmente, anche perché sta portando avanti in parallelo diversi altri progetti:

“Sto anche lavorando a un documentario che andrà sulla BBC, un documentario su Pompei, in tre episodi, abbiamo finito il primo episodio poco prima di Natale, adesso dobbiamo fare il secondo e il terzo, devo consegnare tutto entro inizio Marzo. Inoltre faccio parte di una fondazione artistica appena nata, che si chiama Paeredolia (italo-serbo-britannica) dove stanno raccogliendo opere di artisti italiani e serbi da presentare a Venezia in contemporanea con la Biennale. Io dovrei fare un concerto di apertura per questa fondazione, che dovrebbe tenersi il 20 e 21 Aprile, loro aprono il 18 (giorno in cui io però devo essere a Londra perché c’è lo showcase dei miei studenti del Royal College of Music, l’unico evento dell’anno in cui devo essere là)… poi andrò a Venezia, e in quell’occasione vorrei fare un tipo di lavoro nuovo, molto più legato all’elettronica… anziché presentare un disco già conosciuto, coglierei l’occasione per inaugurare un progetto discografico nuovo, che verrà quindi presentato in anteprima”.

Dimitri Scarlato: dal teatro al rock, dal jazz ai docu-film

Sì, perché oltre all’insegnamento e all’attività di composizione musicale per cinema e televisione, Dimitri Scarlato annovera anche una attività discografica, con Voci del 2007, suo primo jazz album, e Colours del 2019 (che sarà presto su Spotify). Per iniziare a conoscere quindi il suo terzo album dovremo aspettare il concerto di Venezia.

Ma il suo amore per il cinema e la televisione è sempre vivo: in questo momento è in streaming una docu-serie di cui Dimitri ha composto le musiche incentrata sulla malavita milanese dagli anni ’40 agli anni ’80 (Italica Noir I ferri del mestiere) narrata da Jake La Furia (su Mediaset Infinity, che in UK è fruibile con una buona VPN).

Senza dimenticare un film di Roberto Faenza ispirato alla vita della poetessa Alda Merini, con protagonista Laura Morante. Presentato in anteprima a Torino lo scorso dicembre, sarà trasmesso su Raiuno a Marzo, in occasione dell’anniversario della nascita di Alda Merini.

“Faenza mi ha lasciato molto spazio, la musica è a tratti intensa e profonda, sono molto soddisfatto, speriamo vada bene”.

E, vista la sua curiosità universale, Dimitri non si è fatto neanche mancare un’incursione nel mondo del rock alternativo, collaborando con la band americana Queens Of The Stone Age.

“Vennero a Londra per un’apparizione tv e avevano bisogno di un arrangiatore, fui messo in contatto con loro, la cosa andò bene. Fu un’esperienza molto piacevole, ho dei bei ricordi, trovai un ensemble d’archi per loro… poi la band volle andare a fare shopping tutti insieme… volevano un outfit particolare…” racconta divertito.

 

Ma qual è il suo regista dei sogni, quello con cui non ha ancora lavorato?

“Sono un fan di Yorgos Lanthimos (cineasta greco, vincitore del Leone d’Oro al Festival del Cinema di Venezia 2023 col film Poor Things, n.d.r), mi piacciono i registi che usano poca musica composta, sebbene ciò vada oltre il mio ruolo”.

C’è una stella che brilla sull’asse Roma-Londra, passando per Venezia e per Orvieto, fa il suo giro, prima di tornare indietro e poi ripartire daccapo. Che si affaccia sul mondo, ma poi torna sempre a casa, ovunque essa sia, ovunque la si scelga. La stella di Dimitri Scarlato brillerà sempre con il cinema nel cuore.