sabato 21 Settembre 2024
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Fabrizio Paterlini: Riverscape, la musica neoclassica e la memoria dell’acqua

In questa intervista rilasciata a Londra Notizie 24 dopo il concerto alla Conway Hall Ethical Society di Londra, Fabrizio Paterlini racconta la sua musica multisensoriale e poetica, dall’acustica ”calda” e avvolgente.

Riverscape, la musica neoclassica e la memoria dell’acqua: parla Fabrizio Paterlini

Giovedì 9 novembre Fabrizio Paterlini è tornato alla Conway Hall Ethical Society di Londra, questa volta accompagnato dal talento eccellente degli StringsTrio, per offrire al pubblico di appassionati uno spettacolo che si può definire multisensoriale, poetico. Lo abbiamo incontrato nel backstage poco prima del concerto, tenutosi in questa venue storica, dall’acustica ”calda” e avvolgente.

Ad accoglierci per primo il suo manager, Augusto Casciani di ItaliaES, che ci ha scortati fin sopra al palco, arredato con un maestoso pianoforte a coda Bösendorfer. Fabrizio era sorridente, evidentemente immerso nel suo ”habitat”. Ci ha raccontato di lui, della sua musica e del suo ultimo progetto artistico, Riverscape, nato dalla collaborazione con la fotografa Kristel Schneider.

Riverscape è un dialogo tra la potenza immaginifica della fotografia e quella spirituale della musica, tra le memorie dell’acqua e quelle dell’anima. Un’esperienza immersiva, perpetrata attraverso il connubio di archi come andatura e pianoforte come profondità dei fiumi che parallelamente scorrevano attraverso le immagini e i filmati realizzati da Kristel Schneider, e riprodotti su grande schermo.

Il compositore Fabrizio Paterlini al pianoforte della Conway Hall di Londra (copyright LN24 / S. Pellegrino).
Il compositore Fabrizio Paterlini al pianoforte della Conway Hall di Londra (copyright LN24 / S. Pellegrino).

So che hai cominciato a suonare da giovanissimo. Mi puoi raccontare il tuo primo ricordo legato alla musica?

“Il mio primo ricordo legato alla musica è un brano che appartiene alla tradizione popolare delle mie parti – io sono mantovano – che è una specie di mazurca, un valzer diciamo, chiamato Ciribiribin! Che bel faccin.  È stato tra i primi pezzi che ho imparato a suonare a due mani, quando avevo sei anni. Parallelamente, affrontai anche il primo brano ”serio’’, per così dire, che era A Whiter Shade of Pale dei Procol Harum. In realtà non è affatto complesso ma rimane un pezzo incredibile, che mi ha fatto appassionare agli anni ‘60 e ‘70. Decenni che adoro, musicalmente parlando”.

Paterlini e il processo creativo: “Premo REC e aspetto ciò che l’ispirazione mi porta”

E invece il tuo processo creativo come lo descriveresti?

“Il mio processo creativo è abbastanza inspiegabile. Tanto per cominciare, io ho iniziato a scrivere musica molto tardi. Ho suonato per una vita la musica di altri. Facevo principalmente cover tipo Pink Floyd, Police, ecc. con le mie band. Ho fatto anche il cantante per un gruppo tributo metal dei Pantera, praticamente tutto il mondo dello scibile. È stato solo a trent’anni che ho iniziato a scrivere.

Come se un qualche rubinetto si fosse aperto. Non saprei spiegarlo ma ci sono stati
due eventi fondamentali: uno fu la visione del film Il favoloso mondo di Amélie di Jean-Pierre Jeunet, che adoro. Lì c’è la colonna sonora Yann Tiersen e tutte le volte che la sento mi strappa il cuore. È anche grazie a quel film che ho capito in pieno la potenza del pianoforte. Poi, la mia fidanzata di allora, che adesso è mia moglie, mi regalò un libro di partiture di Einaudi. Ai tempi, parliamo del 2004, in Italia era abbastanza conosciuto, ma all’estero doveva ancora fare il botto, arrivato poi nel 2006 con l’album Divenire. In un certo senso dunque era ancora di nicchia. Aver suonato e letto quelle partiture mi ha dato un codice che ho assimilato. Se tu ascolti il mio primo album, Viaggi in aeromobile, lo percepisci che è molto legato a quei canoni.

Col tempo poi da quei canoni mi sono staccato, però, ecco, ho iniziato da lì. Adesso il mio processo creativo è il seguente: a casa mi sono fatto il mio studio di registrazione, dove ovviamente c’è il mio pianoforte. Una volta lì, accendo il computer lo metto in REC, vado al pianoforte e poi aspetto che arrivi qualcosa. Di solito è buona la prima, cioè ho raggiunto quel punto in cui accolgo questo modus dell’istantaneità, sia nel bene che nel male, prendo l’ispirazione così come viene e la pubblico com’è. Quindi il processo creativo è proprio questo: accogliere e far par parlare attraverso il pianoforte tutto quello che l’ispirazione mi porta”.

La musica che scrivi è spesso correlata al tuo mondo interiore. Quest’ultimo lavoro invece, nato dalla collaborazione con la fotografa Kristel Schneider, è più legato al mondo della natura. Mi racconti come hai coniugato il mondo della natura con quello del sentire umano?

“Innanzitutto è curioso come nasce quest’album perché cinque anni fa Kristel mi mandò un libro della sua precedente opera incentrata sugli alberi, che si chiama Variations in Trees.

Mi disse che aveva fatto questo libro ascoltando la mia musica, e ne sono uscite fuori delle opere meravigliose. È stato successivamente che mi ha chiesto di collaborare ad un livello più conscio. Mi comunicò dunque la sua idea di lavorare sul fiume e abitando io sul fiume Po da quando sono bambino, e dove oggi porto i miei figli, ho accettato con grande entusiasmo.

Ho provato a coniugare, per così dire, il mio sentire con il fiume, lasciandomi trasportare da quelli che sono per me i messaggi, i rimandi, o meglio le suggestioni che il fiume sa darmi.

Tra tutte, diciamo, io sono rapito completamente dalle memorie che si porta dietro un fiume come il Po. A me piace moltissimo la vista, la calma dell’acqua, il rumore dello sciabordare delle onde, ma mettermi davanti al corso d’acqua e immaginare le persone che hanno vissuto nei secoli passati, che hanno attraversato quel fiume, che hanno perso la vita in quel fiume, ha rappresentato la scintilla della creazione. L’ho sentita molto mia questa chiave di lettura.

E poi mi sono avvalso dell’aiuto di altri elementi, perché oggi per la prima volta a Londra suono con un trio d’archi. Li ho portati con me perché sento che il pianoforte da solo non riesce ad esprimere tutti i colori, le pennellate che ti dà invece un paesaggio così complesso come quello del fiume. Quindi è stato un lavoro molto interessante di ricerca”.

Nella foto Fabrizio Paterlini e gli StringsTrio alla Conway Hall di Londra (copyright LN24 / S. Pellegrino).
Nella foto Fabrizio Paterlini e gli StringsTrio alla Conway Hall di Londra (copyright LN24 / S. Pellegrino).

Quanto è importante per te raggiungere il pubblico?

“È fondamentale. Io sono conscio che qualcuno, per esempio, si lamenta della brevità delle mie canzoni, che sono massimo di due minuti, ma ciò che io compongo sono densi haiku musicali. D’altra parte, è uno stimolo importante sapere che qualcuno aspetta di ascoltarti perché altrimenti tu te la canteresti e suoneresti da solo in camera tua, nel tuo studio e finirebbe lì, no?

Invece, sapere che esiste un tuo pubblico è un motore importante. E come tutti noi che facciamo arte sappiamo che raggiungere più persone è un obiettivo. Oggi come oggi è un momento difficile perché c’è un bombardamento di contenuti, anche musicali, incessante. Quindi trovare uno spazio di silenzio, di raccoglimento, in cui poter portare qualcuno a sentire cosa fai tu è complicato. Però, insomma, è chiaro che l’obiettivo è quello, cioè di riuscire ad arrivare a più persone possibili”.

Se dovessi dare un consiglio ad una/un collega che persegue il sogno di poter vivere di musica, quale sarebbe, considerando un mercato così saturo e che tratta la musica come genere di consumo?

“È molto vera la parte della musica come genere di consumo, ma ancora una volta c’è del bene, e c’è del male. Spotify e altre app che mostrano un modo nuovo di usare e di consumare musica, portano cose positive perché danno a chiunque la possibilità di dire la sua, dall’altra parte però non c’è più selezione ma sovrapproduzione. Far sentire la tua voce è veramente difficile.

Dico la verità, se dovessi iniziare oggi non saprei come fare. Fortunatamente ho iniziato dieci anni fa quando c’era MySpace, e mi sono costruito la mia fanbase pezzettino per pezzettino, quando c’era ancora uno spazio. Muoversi in questo spazio ora è difficilissimo perché minimo.

Consigli da dare non ne ho, se non ribadire che la passione da sola non basta, cioè avere la passione e la musica non è sufficiente. Per me c’è un’ossessione. Io ho veramente rischiato più di una volta di andare in burnout, perché sapevo dove volevo arrivare. Avevo un obiettivo che era quello di campare di musica, e ho impiegato diversi anni a perseguire quest’obiettivo, in cui però non pensavo ad altro.

Oggi i tempi sono diversi, perché adesso non esiste più il talent scout che ti scopre. Io ho avuto modo di fare un lavoro certosino, roba da ”un fan al giorno”. E così si arriva alla piccola nicchia che consente di toglierti qualche soddisfazione, insomma di campare di musica e anche di avere una platea che ti viene a sentire, che ti dà calore. Questa è la parte più bella, cioè quella di confrontarsi col pubblico”.

Modern classical e strumentalità, e a Paterlini piace anche la multimedialità

Leggendo vari articoli su di te ho notato che moltissimi ti descrivono come ”compositore di musica classica”. Sei d’accordo con questa, chiamiamola, etichetta?

“Diciamo che la cosa è divertente perché quando ho iniziato nel 2007 col primo album Viaggi in aeromobile, la musica di pianoforte era legata, soprattutto in Italia, a due personaggi che erano Allevi e Einaudi. Quindi, quando dicevo che facevo musica con pianoforte, e mi chiedevano – Eh. ma tipo? – Io rispondevo – Tipo Einaudi. –

Oggi le cose sono cambiate e in realtà chi dice musica classica è perché un po’ pigro, non vuole andare più a fondo. In generale, si può dire che la musica neoclassica, o modern classical come la chiamano adesso, comincia ad avere una sua struttura e una sua identità ben definite, che si dividono tra l’elettronica nordica e il calore nostro, cioè del Mediterraneo.

Però comincia ad esserci una matrice di questo genere musicale che è legata alla strumentalità, infatti non c’è voce, non c’è canto, ma ci sono delle progressioni armoniche classicheggianti. Però ha un’immediatezza che la musica classica non ha, tranne qualche rara eccezione.

E quindi questa è la miscela magica secondo me che fa si che la gente sia rapita da questa musica, che anche su di me esercita molto fascino”.

Pensi di lavorare ancora su altri progetti che uniscano la musica ad altri linguaggi artistici?

“Sì, allora adesso ho iniziato a lavorare sull’audiovisivo. Ho fatto qualcosa in passato, però non mi ci sono mai messo seriamente. Ora che ho del tempo, mi piacerebbe impiegarlo nel lavorare maggiormente sul mondo delle sincronizzazioni, quindi sia sul materiale passato che quello futuro. Mi piacerebbe davvero tanto. Anche scrivere sul concetto, scrivere come ha fatto Kristel con le foto, magari per delle immagini in movimento, che siano un film, un corto, un documentario. Insomma, penso che sia nelle le mie corde, e quindi spero di riuscire a farlo”.

Nella foto il compositore Fabrizio Paterlini salutare il pubblico della Conway Hall (copyright LN24 / S. Pellegrino).
Nella foto il compositore Fabrizio Paterlini salutare il pubblico della Conway Hall (copyright LN24 / S. Pellegrino).

Tanta cucina e fumetti nel prossimo evento organizzato dall’Accademia della Cucina Italiana

Tanta cucina e fumetti nel prossimo evento organizzato dall’Accademia della Cucina Italiana con il patrocinio di Icciuk e il Consolato Generale d’Italia.

History of Italian Cuisine in Comics: tanta cucina e fumetti nel prossimo evento organizzato dall’Accademia della Cucina Italiana

Dopo la Settimana della Lingua Italiana nel mondo non poteva mancare quella dedicata alla cucina nostrana. “History of Italian Cuisine”, questo il nome dell’evento organizzato dall‘Accademia Italiana della Cucina con il patrocinio dell’Icciuk e del Consolato Generale d’Italia.

L’evento si terrà il 15 novembre 2023 presso la sede Icciuk di Londra ed è organizzato nell’ambito della “Settimana della cucina italiana nel mondo”.Ma cosa attende tutti gli ospiti curiosi di affacciarsi alla cultura culinaria del Belpaese?

Questa serata propone un’esplorazione del ricco patrimonio culinario italiano, con la presentazione del fumetto “Storia della cucina italiana a fumetti – Dalle tagliatelle etrusche al tiramisù”. L’opera è pubblicata proprio dall’Accademia Italiana e diverse copie verranno date in omaggio agli ospiti. Ma non solo. Ad attendere l’evento vi saranno anche il Console Alessandro Mignini e il presidente della Camera di Commercio britannica Alessandro Belluzzo.

Scopriamo il resto del programma.

Tra cucina e fumetti, il programma dell’evento

Di seguito, l’intero programma dell’evento.

  • 18:00
    Saluti del Console Alessandro Mignini e di Alessandro Belluzzo, presidente ICCIUK
  • ore 18.15
    Conversazione con Maurizio Fazzari, vicepresidente dell’Accademia Italiana della Cucina e delegato della delegazione londinese, e Roberto Costa, amministratore delegato RC Group
    Presentazione del fumetto
  • 19:00
    Aperitivo sponsorizzato da RC Group

I posti disponibili sono limitati e si consiglia di prenotarsi per tempo.

La Settimana della Cucina Italiana nel mondo

L’ottava edizione della Settimana della cucina italiana nel mondo si svolgerà dal 13 al 19 novembre 2023. L’iniziativa – il cui tema di quest’anno è “benessere e gusto” – è volta a promuovere la tradizione e il sapere culinario italiano come tratto distintivo dell’identità e della cultura italiana.

La rete di Ambasciate, Consolati, Istituti Italiani di Cultura, Agenzie ITA e Camere di Commercio promuove gli eventi organizzati nell’ambito di questa settimana.

Holbein alla corte dei Tudor: al via la nuova eccezionale mostra alla Queen’s Gallery di Londra

Holbein alla corte dei Tudor: parte oggi la nuova eccezionale mostra alla Queen’s Gallery di Londra, fino al 14 aprile 2024.

E ci sono anche importanti artisti italiani alla mostra Holbein alla corte dei Tudor della Queen’s Gallery di Londra

Dopo l’esposizione temporanea di Artemisia e Orazio Gentileschi alla Queen’s Drawing room al castello di Windsor (fino al 29 aprile 2024), questa settimana prende il via un’altra mostra eccezionale curata dal Royal Collection Trust alla Queen’s Gallery di Buckingham Palace: “Holbein at the Tudor Court”.

Oltre 100 opere risalenti alla corte internazionale di Enrico VIII, con artisti ed artigiani da vari paesi del vecchio continente: fiamminghi, spagnoli e anche Italiani.

Ad inizio del percorso espositivo si segnala il busto in terracotta dipinta di un bambino sorridente dell’artista modenese Guido Mazzoni, in passato erroneamente attribuita a Enrico VIII bambino, opera unica di questo genere in esposizione.

Nella stessa sala con altre opere delle collezioni di Enrico VII ed Enrico VIII, si trova anche il dipinto dalle gradazioni “bianco e nero” dell’artista e ingegnere di corte Girolamo da Treviso (A Protestant Allegory). Questi, a metà del 16 secolo, infatti percepiva da Enrico VIII un salario annuale di £100.

La mostra è dedicata a Hans Holbein il Giovane, artista svizzero all’epoca molto popolare alla corte reale per i suoi ritratti.

Merito di Sir Thomas More, suo primo patrono, che già in una lettera del dicembre 1526 definì ‘meraviglioso’ il lavoro dell’artista appena arrivato in Inghilterra.

A detta della curatrice Kate Heard, l’insieme dei disegni, dipinti e miniature di Holbein che il pubblico può ammirare da questa settimana è il più ricco mai esposto da oltre 30 anni.

Filo conduttore della mostra sono sicuramente gli oltre 40 disegni preparatori dei ritratti; solo una parte della produzione dei Holbein, ma i migliori per stato di conservazione.

Dove possibile, i disegni sono collocati al lato del ritratto come nel caso di Sir Henry Guildford (foto in alto) o come nella preziosa miniatura di Elizabeth, Lady Audley consentendo al visitatore di constatare da vicino il talento e i cambiamenti nella produzione artistica di Holbein, resi necessari anche per far fronte alla crescente richiesta dei suoi ritratti.

Questo ha comportato per esempio la riduzione delle dimensioni dei disegni, ma anche la scelta di ampliare la gamma di colori e materiali utilizzati come inchiostro, gesso, acquerelli o l’uso di punta metallica per agevolare il trasferimento del disegno.

Analisi al microscopio e ai raggi X hanno inoltre evidenziato non solo l’utilizzo di diversi materiali per ciascun disegno, ma anche piccole modifiche in corso d’opera durante la pittura al fine di perseguire la perfezione dell’immagine.

La mostra è un’occasione unica per ammirare il processo creativo del ritratto nella sua interezza, dalla bozza su carta che mette in evidenza i tratti salienti del viso, ai i dettagli dello sfondo o dei vestiti “aggiunti” solo nel dipinto sul ritratto finale.

Non si conosce per certo come Holbein sia arrivato alla corte dei Tudor, purtroppo non ci sono documenti che lo dimostrano, così come non si conosce l’identità di tutti i modelli dei disegni.

Tuttavia, quello che sembra più plausibile è che ci sia stato una sorta di “passaparola” da chi commissionava le sue opere.

Si annoverano, poeti, politici, capitani di navi, soldati, ma anche intellettuali vicini ad Anna Bolena e Thomas Wyatt, presenze fisse a corte tra 1532-6.

Tra i ritratti alla famiglia reale, la famosa composizione del 1537 in cui Enrico VIII è ritratto insieme ai genitori e alla terza moglie, a rappresentare la dinastia dei Tudor.

Purtroppo l’opera è andata perduta, ma esiste copia dell’affresco realizzata da Remigius Van Leemput, anch’essa parte della Royal Collection.

Per i più curiosi, è possibile vedere uno dei disegni preparatori della composizione esposto alla National Gallery di Londra.

In Italia un ritratto di Enrico VIII dell’Holbein il Giovane è conservato a Palazzo Barberini di Roma.

La mostra di Holbein at the Tudor Court alla Queen’s Gallery è aperta tutti lunedi’, giovedi’, venerdi’, sabato e domenica. Costi e informazioni consultabili al sito https://www.rct.uk/whatson/event/1091494/Holbein-at-the-Tudor-Court.

Settimana della lingua italiana, a Cambridge la Dante ha puntato su ambiente e sostenibilità

Nella ventitreesima Settimana della Lingua italiana, nelle attività dal vivo e sui social della Dante in Cambridge predominante è stato il tema della sostenibilità ambientale nel lessico della lingua e sul territorio italiano.

Settimana della lingua italiana, a Cambridge la Dante ha puntato su ambiente e sostenibilità

La ventitreesima edizione della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, svoltasi dal 16 al 22 Ottobre (e di cui abbiamo iniziato a parlare nei giorni scorsi), ha visto protagonista anche La Dante in Cambridge. La Society quest’anno ha puntato essenzialmente, ma in maniera molto ampia e presente, sul tema ambientale ed eco-sostenibile.

Per l’intera settimana il tema predominante, dal vivo e sui profili social de La Dante, è stato quello della sostenibilità ambientale nel lessico della lingua e sul territorio italiano.

Sotto la direzione di Giulia Portuense e la supervisione di Gilda Notarbartolo (Marketing Manager), la parte attiva dell’organizzazione della settimana sono state Mariagrazia Colonna, Marketing and Administration Assistant e le due insegnanti Eleonora Zaffignani e Nicole Costagliola.

La Dante in Cambridge è riuscita a coinvolgere i propri studenti sia con lezioni ed attività incentrate sul tema sia tramite la condivisione del lessico della sostenibilità sulle sue piattaforme social, utilizzando il format educativo “Word of The Day”. Ogni giorno una parola dedicata al topic della Settimana per chi visitava i profili social della society.

“Lo strumento dei social network, e più in generale del digitale, ha decisamente agevolato la diffusione e la promozione dell’evento – ci spiega Gilda Notarbartolo – ad essere a conoscenza dell’esistenza della Settimana della Lingua italiana nel mondo sono più gli enti impegnati su questo fronte che non il largo pubblico; è internet ad averci permesso non solo di informare, ma di coinvolgere i nostri studenti e chiunque sia entrato in contatto con i nostri post all’interno della conversazione, la quale sarebbe altrimenti stata affrontata unicamente dalle istituzioni interessate, rischiando di rimanere per lo più sterile. Riteniamo che a mantenere viva la lingua e la cultura siano le persone, e perciò abbiamo deciso non solo di organizzare un evento a tema in occasione della Settimana, ma anche di condividere con i nostri studenti frammenti di vocabolario, curiosità e informazioni, stimolando in loro una presa a cuore dell’evento stesso e del tema principale di questa edizione (vale a dire la sostenibilità ecologica)”.

Inoltre, tutti gli studenti della Dante sono stati invitati a partecipare all’esclusiva lezione di cucina italiana sostenibileLa Dante al Dente – Zero Waste!” durante la quale, tramite la condivisione di deliziose ricette locali da parte delle insegnanti madrelingua Nicole ed Eleonora, si sono incontrati apprendimento di nuovi vocaboli ed espressioni in italiano, discussione dei temi centrali della settimana sulla sostenibilità ambientale in cucina a partire dalla scelta degli ingredienti, e un’atmosfera di divertimento e interesse. Un’iniziativa, questa in particolare, che è stata organizzata e gestita completamente online.

“Lo strumento della tecnologia – ci spiega ancora Gilda – ha avvantaggiato la diffusione del messaggio, ma ha anche drasticamente influenzato la scelta del medium del nostro evento principale, l’edizione speciale della lezione di cucina La Dante al Dente: come sapete, La Dante ha sostenuto una metamorfosi durante la pandemia – operando ora quasi del tutto in digitale, è naturale che il nostro evento si sia tenuto online, così da poter coinvolgere tutti i nostri studenti a prescindere dalla loro localizzazione”.

Insomma, una Settimana della Lingua Italiana nel Mondo sempre più tecnologica.

Nonostante ciò, la risposta dei partecipanti è stata entusiasmante. Gli allievi hanno mostrato un grande interesse nei confronti delle abitudini sostenibili, riuscendo ad integrare questa ultime alla loro personale esperienza con la cucina salutare. Hanno compreso un concetto oramai fondamentale: sostenibilità in cucina e alimentazione salutare sono complementari.

“Ciò che fa bene al pianeta fa altrettanto bene alle persone che lo abitano, e l’attenzione nei confronti del tema ambientale è attenzione nei confronti del benessere di tutti” è lo slogan ecosostenibile de La Dante in Cambridge.

Gli stessi studenti si sono mostrati particolarmente interessati al riutilizzo degli ingredienti avanzati da altre ricette per promuovere la riduzione degli sprechi (Zero Waste, appunto).

Ma il tema dell’ecosostenibilità non si è fermato qui: da Cambridge hanno esteso la sensibilizzazione ambientale anche parlando di parchi, più precisamente dei più importanti parchi italiani.

Partendo dal Parco Nazionale del Pollino, la conoscenza delle zone verdi d’Italia si è snodata attraverso il Parco nazionale del Cilento – il più vasto in Italia; il Parco Nazionale del Circeo, con la sua rigogliosa vegetazione; il Parco Nazionale del Gargano, che comprende l’arcipelago delle Isole Tremiti; il Parco del Gran Paradiso, incastonato nelle Alpi.

Sul sito web ufficiale de La Dante in Cambridge un articolo di Mariagrazia Colonna ci permette di approfondire il tema dell’architettura verde in Italia con cinque esempi di tutto rispetto: Kindergarten di Guastalla (in provincia di Reggio Emilia), Il Bosco Verticale di Milano, La Fiorita Passive House di Cesena, Biocasa_82 di Montellbelluna (Treviso), Città Giardino a Bologna.

Ma la sfida più grande nell’essere riusciti ad organizzare una Settimana con queste caratteristiche, come precisa Gilda, è stata creare consapevolezza dell’esistenza della settimana stessa e del tema ecologico.

“Era importante – ci dice – che i nostri studenti fossero a conoscenza dell’iniziativa e volessero prendere parte alla conversazione. Ascoltare il loro contributo durante La Dante al Dente – Zero Waste! è stato l’aspetto più gratificante per noi”.

Agli inglesi piacciono le vacanze italiane, lo dicono i dati Enit al Wtm

In mostra al World Tourism Market di Londra il meglio dell’offerta turistica dell’Italia che agli inglesi piace sempre più.

Vacanze italiane, oh yes! I dati Enit confermano: l’Italia piace agli inglesi

Vacanze italiane, le preferite dagli inglesi, che sempre più scelgono una delle destinazioni offerte dal Belpaese. Lo confermano i dati di una ricerca effettuata dall’Enit diffusa in occasione del World Tourism Market, la grande fiera di settore che si è tenuta presso l’ExCel Centre di Londra dal 6 all’8 novembre e che ha visto l’Italia in bella mostra con il meglio della sua offerta turistica nello stand inaugurato dal ministro Daniela Santanché.

La ricerca che Enit ha commissionato alla Data Appeal, dunque, conferma che la destinazione Italia cresce nelle scelte e nelle preferenze dei turisti inglesi, e in generale britannici, interessati soprattutto alle vacanze culturali in città d’arte e al mare e che significano un investimento annuo pari a oltre 100 milioni di investimenti. Basti pensare che nel solo trimesrte conclusivo di quest’anno, si stimano in 48.300 i passaggi aeroportuali diretti verso il Belpaese, 34.100 ad ottobre ma ben 10.100 a novembre e perfino 4.100 a dicembre.

Nel trimestre considerato, il 64 per cento dei britannici prenota voli di andata e ritorno, mentre il 36 per cento opta per viaggi di sola andata. Nel 54 per cento dei casi si tratta di prenotazioni per una sola persona e nel 24 per cento per 2 passeggeri. I viaggi in economy rappresentano il 78 per cento del totale, mentre quelli in premium economy e in business hanno un’incidenza rispettiva dell’11,8 e del 10,0 per cento.

La durata media del soggiorno in Italia è di 4 notti. Nel dettaglio, il 32 per cento dei britannici effettua tra i 2 e i 4 pernottamenti e il 21 per cento si ferma dalle 5 alle 7 notti. Su Roma Fiumicino il 16,8 per cento dei passeggeri proviene da Heathrow. Dallo stesso aeroporto il 14,2 per cento dei flussi è diretto a Milano Linate e il 6,1 per cento a Malpensa, mentre su Venezia, Bologna e Napoli arriva il 6,8 e il 3,8 per cento dei passeggeri.

Il 3,9% del complesso dei passeggeri negli aeroporti italiani da gennaio a settembre 2023 ha avuto origine dal Regno Unito, per un totale di oltre 290 mila passeggeri – considerando solo i dati dei voli che transitano sui sistemi GRS – contro i 262 mila dello stesso periodo del 2022, segnando una crescita del + 10,7%.

Si tratta nel 59,8% dei casi di arrivi di A/R, prevalentemente effettuati da 1 passeggero (49,5%) o 2 (23,1%). Seguono i piccoli gruppi da 4 passeggeri (5,7%) o 3 (4,9%), fino a 5 nel 2,1% dei casi. Altre modalità per il 14,7% dei passeggeri.

La classe del viaggio è nel 77,7% dei casi in economy, mentre solo il 10,9% in premium e l’11,2% in business class. Lo 0,2% viaggia in prima classe. Le principali destinazioni per questo mercato sono collegate agli aeroporti di Roma Fiumicino (15,1% del totale da Heathrow e 3,7% da Gatwick), a quello di Milano Linate (14,4% da Heathrow e 4,5% da London City Airport) e Milano Malpensa (6,0% da Heathrow). Seguono Venezia (6,1%), Napoli (4,3%) e Bologna (3,7%), poi Catania (2%) e sotto il 2% Firenze e Torino.

Il ministro Santanché: Il WTM è l’evento più importante, e lo stand Enit una grande vetrina per l’Italia

L’Italia del turismo si è messa in mostra al World Tourism Market di Londra grazie allo spazio allestito dall’Enit, Ente nazionale per il Turismo, negli stand N2-400, N3-200, N2-210 – coinvolge 15 regioni e centinaia di stakeholder italiani e mondiali che si confrontano con nuovi trend e destinazioni: Toscana, Sicilia, Emilia Romagna, Liguria, Puglia, Campania, Lazio, Basilicata, Trentino, Marche, Lombardia, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Umbria.

Presenti anche Comune di Roma, Visit Brescia, Repubblica di San Marino, Ministero dell’Agricoltura e ITA Airways, oltre a più di 140 tour operator privati inbound, società di autonoleggio e altro ancora.

Lo stand Enit è stato inaugurato all’Iinzio del Wtm dal Ministro del Turismo Daniela Santanché.

“Sono contenta di essere qui a Londra: il World Travel Market è un vero e proprio evento per il settore, uno degli appuntamenti più importanti che consente di mettere in vetrina le eccellenze turistiche delle Nazioni che vi partecipano e, in quest’ottica, il padiglione Enit offre un’ottima opportunità di visibilità all’Italia davanti a una platea internazionale di primissimo piano. L’occasione è ghiotta anche perché ci dà modo di confrontarci, scambiare idee e spunti, e avviare dialoghi virtuosi al fine di collocare le tematiche legate al turismo all’interno del panorama mondiale. Londra e la Gran Bretagna, per altro, costituiscono un bacino di utenza di fondamentale importanza per il benessere dell’industria turistica italiana, e quindi dell’economia della nostra Nazione. Nel 2022, con oltre 3,6 milioni di arrivi e 13,6 milioni di presenze, infatti, i turisti britannici hanno rappresentato rispettivamente il 6,6% e il 6,8% dei flussi complessivi verso l’Italia – che si conferma la destinazione preferita per le vacanze dei viaggiatori provenienti dalla Gran Bretagna” ha detto il ministro.

Allo spazio espositivo dell’Italia al Wtm ha presenziato anche la presidente e Ceo di Enit, Ivana Jelinic. “Questo evento annuale rappresenta un’opportunità significativa per il Paese, poiché offre una piattaforma di visibilità senza pari in uno dei mercati turistici chiave al mondo. Non è solo un’occasione per attirare nuovi visitatori, ma anche per consolidare i rapporti con i partner commerciali, gli operatori turistici e gli investitori. Questo evento rappresenta un importante punto d’incontro per gli attori del settore, consentendo di stringere collaborazioni strategiche e di creare opportunità per lo sviluppo del turismo italiano. Attraverso la promozione della cultura, della bellezza naturale e dell’ospitalità italiana, l’Italia continua a consolidare la sua posizione come una delle mete turistiche più affascinanti e desiderate al mondo. L’adesione della Penisola alla più importante fiera del turismo a Londra rappresenta un impegno duraturo e significativo nel promuovere il Paese come una destinazione turistica di prim’ordine. Grazie a questa presenza costante, l’Italia continua a catturare l’immaginazione di chi desidera scoprire le meraviglie dell’Italia, contribuendo allo sviluppo sostenibile dell’industria turistica del Paese”.

Allo stand Enit il ministro Santanché è stata accolta dall’Ambasciatore d’Italia nel Regno Unito, Inigo Lambertini, ed ha incontrato il ministro britannico per i Media, il Turismo e le Industrie Creative John Whittingdale, con cui ha intrattenuto un proficuo colloquio incentrato sui temi cardine del turismo in un’ottica di fattiva collaborazione tra i due Paesi.

“È importante che l’Italia e il Regno Unito siano amici e ci sia un rapporto di reciprocità – ha detto il Ministro – Perché i britannici amano l’Italia per la sua cultura e le bellezze delle nostre città, per l’enogastronomia, per il turismo lento e per lo shopping – un elemento importante a cui abbiamo dato un’ulteriore spinta abbassando la soglia del tax free shopping. Infatti, lo scorso anno, con oltre 3,6 milioni di arrivi e 13,6 milioni di presenze, i turisti britannici hanno rappresentato rispettivamente il 6,6% e il 6,8% dei flussi complessivi, confermando l’Italia quale destinazione preferita per le vacanze dei viaggiatori provenienti dalla Gran Bretagna. Ma questo scambio non è a senso unico, – ha proseguito il ministro – anche gli italiani amano il Regno Unito e penso che la possibilità di promuovere rapporti di amicizia, rispetto, condivisione, sia un punto qualificante per la nostra Nazione, a maggior ragione in un momento complesso come quello che stiamo vivendo oggi”.

Il ministro Santanchè, nel corso dell’inaugurazione del padiglione Italia che è promosso e gestito da Enit, ha commentato la riuscita presenza del Paese alla fiera, essendo il nostro “il più visitato dell’evento, e di questo dobbiamo essere contenti; è possibile toccare con mano, una volta in più, quanta voglia d’Italia c’è. Essere oggi qui a Londra e avere il numero più grande di espositori ci rende fieri di essere italiani ed è questa la strada che dobbiamo seguire: lavorare tutti insieme, perché da soli si va veloci, ma insieme si arriva più lontano. In questo mi sento supportata da Enit, la nostra agenzia di promozione che sta lavorando proprio sulla valorizzazione del ‘brand Italia’, che nel mondo è sinonimo e garanzia di qualità ed eccellenza”.

Tra l’altro, il ministro ha reso noto che l’anno prossimo, nell’ambito del G7 che sarà presieduto dall’Italia, per la prima volta si terrà il G7 del Turismo, “e lo faremo in Toscana; questo per dire quanto il comparto è importante per il governo italiano”, mentre “il 24 e il 25 novembre si svolgerà il Forum internazionale del turismo a Baveno con ministri, portatori d’interesse, esperti e operatori”.

La visita al WTM, andata avanti incontrando operatori e stakeholder delle diverse Regioni italiane presenti, si è conclusa con la consegna, da parte del ministro Santanchè, degli attestati di qualità del ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare alle eccellenze gastronomiche italiane per ribadire l’importanza della candidatura della cucina italiana a patrimonio Unesco.

Italia in mostra al Wtm con 15 regioni e il meglio delle vacanze italiane

Anche quest’anno è stata dunque molto significativa la presenza al World Tourism Market dell’Italia e del suo sistema turistico, che il ministro Santanché ha presentato durante la conferenza stampa subito dopo aver inaugurato lo stand italiano insieme all’Ambasciatore Lambertini e poi durante il giro istituzionale tra gli espositori presenti nello stand stesso.

E l’offerta turistica italiana che è statga presentata nella tre giorni londinese si presenta ricca di opportunità anche per il prossimo anno. L’Emilia Romagna, ad esempio, ha presentato il Tour de France di ciclismo, che nel 2024 partirà proprio da quella regione e le sue ricadute sul ciclo turismo.

La Sicilia ha presentato le sus strategie per la destagionalizzazione del turismo. A sua volta, il Comune di Roma ha illustrato i suoi piani per i grandi eventi della Capitale, che includono sport, musica, moda e cultura. La Regione Piemonte e la Città di Torino hanno invece puntato sul turismo accessibile mediante il progetto “Via Francigena for all”, sul “Connect Route Development Forum”, che nel 2024 arriverà alla ventesima edizione, e sull’offerta del Piedmont Triad International Airport.

Tra i piccoli centri, in mostra in particolare il paese di Gerace, indicato come esempio dell’attrattiva turistica rappresentata dai piccoli centri della Regione,mentre la Regione Toscana, con l’evento “Discover Tuscany with Other Eyes: Female and Slow Travel” ha svelato le attrattive sconosciute offerte dalla Regione per le vacanze al femminile.

Omaggio a Umberto Eco, CinemaItaliaUk proietta il documentario La biblioteca del mondo

CinemaItaliaUk rende omaggio a Umberto Eco, il 12 novembre al Garden Cinema di Londra, con la proiezione del film La biblioteca del mondo di Davide Ferrario.

Omaggio a Umberto Eco, CinemaItaliaUk proietta il documentario La biblioteca del mond

Un nuovo omaggio ad un grande esponente della cultura italiana, Umberto Eco, viene reso da CinemaItaliaUk, che per il prossimo 12 novembre alle 1730 ha organizzato presso il Garden Cinema di Londra la proiezione di “Umberto Eco: Una biblioteca del mondo, film di Davide Ferrario del 2022.

La presentazione del documentario è in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura e il Warburg Institute.

Quella a cui fa riferimento il documentario è la biblioteca privata di Umberto Eco, una grandissima collezione di più di 30 mila libri contemporanei e 1.500 libri antichi e rari.

Dopo la sua morte, la famiglia ha concesso l’accesso alla biblioteca al regista Davide Ferrario, che aveva collaborato con Eco nel 2015, un anno prima della morte dello scrittore, per una videoinstallazione alla Biennale d’Arte di Venezia.

L’accorato film di Davide Ferrario non si limita a descrivere questo luogo straordinario, ma spiega anche l’idea e il sentimento di Eco della biblioteca come “memoria del mondo”.

“Nel film, uno dei suoi collaboratori storici dice a un certo punto di ‘aver avuto nella vita una fortuna: conoscere Umberto Eco’ Posso dire lo stesso, quando realizzai nel 2015 una videoinstallazione per la Biennale d’Arte di Venezia con lui protagonista. – dichiara il regista Davide Ferrario – Fu allora che vidi per la prima volta la sua biblioteca e gli chiesi subito di girare una scena con lui che camminava in mezzo ai libri, la stessa che apre adesso il film. Furono anche le immagini utilizzate dalle tv di tutto il mondo quando, purtroppo, Eco morì un anno dopo. In qualche modo, coglievano il senso di una vita. Da quelle e dal fatto che, contrariamente al suo collaboratore, l’incontro non si era potuto trasformare in una vera frequentazione, nasce questo film, costruito giorno per giorno insieme alla famiglia. Se, per Eco, la biblioteca era una metafora del mondo, la sua personale non era una semplice collezione di libri, ma la chiave per capire le sue idee e la sua ispirazione. E anche il luogo in cui, anche dopo la morte, il suo spirito vive intatto”.

Teatro in italiano, open day per il corso della Dante di Liverpool

Liverpool apre le sue porte al teatro in lingua italiana. A partire da martedì 7 Novembre, col supporto di Dante Alighieri Society Liverpool, parte il Corso di Teatro in Italiano con la sua prima ‘lezione di prova’.

Teatro in italiano, open day per il corso della Dante di Liverpool

Liverpool apre le sue porte al teatro in lingua italiana. A partire da martedì 7 Novembre, col supporto di Dante Alighieri Society Liverpool, parte il Corso di Teatro in Italiano con la sua prima ‘lezione di prova’.

Sarà un percorso strutturato in ventisei lezioni, con uno spettacolo finale (una sorta di saggio di fine anno) che si terrà tra Maggio e Giugno 2024.

Ad occuparsene, sia per la parte organizzativa che per quella didattica, è Andrea Castellini, attore e insegnante di recitazione di Dante Alighieri Society of Liverpool, reduce dal buon successo di pubblico alla Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, organizzata dal 14 al 22 Ottobre proprio a Liverpool da Dante Society con University of Liverpool e con MammaMIa, scuola di lingua e cultura italiana.

In quella occasione Andrea era stato protagonista dell’evento dedicato a Italo Calvino (che rientrava nelle celebrazioni di quella settimana) con letture delle sue opere più famose per gli adulti e un laboratorio di letture e disegni sullo stesso tema per i bambini delle elementari.

Ora, archiviato questo straordinario impegno, Andrea si butta a capofitto nel corso di Teatro in Italiano. Ci siamo fatti raccontare qualcosa di più proprio da lui alla vigilia di questa nuova e promettente iniziativa.

“Il corso è stato riprogrammato visto il successo di quello dello scorso anno, dove gli allievi hanno portato in scena monologhi tratti da opere teatrali e cinematografiche. Quest’anno per arricchire l’offerta formativa ci piacerebbe organizzare serate a Teatro con gli allievi, una specie di Teatro Club, dove vedere e commentare gli spettacoli e anche un laboratorio di canto creativo dove sperimentare la propria voce attraverso il movimento del corpo”.

Nonostante sia, per il momento, protagonista assoluto di questa iniziativa non solo didattica, ma anche artistica, nonché un bell’esperimento sociale, Andrea non esclude che nel corso dell’anno possano essere inseriti momenti di formazione con altri artisti provenienti proprio dall’Italia. Sarebbe, per gli iscritti a questo laboratorio, un’occasione imperdibile per confrontarsi effettivamente con il panorama teatrale italiano.

Ma su quale “materiale” si sviluppa un corso di Teatro in Italiano a Liverpool, con un insegnante talmente all’altezza? Ce lo racconta proprio Andrea: “L’anno scorso per i monologhi abbiamo affrontato sia testi e autori conosciuti, come Isabelle Allende con Le Ricette Immorali o il monologo di Gianmaria Volontè ne La Classe Operaia Va In Paradiso, sia autori meno conosciuti ma dalla penna molto creativa e originale come ad esempio Mattia Torre (sceneggiatore della fortunata serie Tv Boris)”.

Ma a chi si rivolge un’iniziativa come questa? A quale tipologia di utenza?

“Il Corso si rivolge a tutte le persone che vogliono sperimentare l’arte attoriale e che abbiano buona dimestichezza con la lingua italiana. L’anno scorso è stato il primo anno, quindi volevamo sperimentare il potenziale di questa iniziativa”.

E di potenziale deve esserne emerso tanto, se quest’anno si è deciso di replicare il percorso formativo. Con persone che hanno voluto buttarsi e sperimentare, senza avere esperienze pregresse nel mondo del Teatro, ma che si sono da subito messe a disposizione, affidandosi completamente ai consigli dell’insegnante, impegnandosi oltremodo per affrontare i monologhi e la scena.

“Lavorare con loro mi ha dato grande soddisfazione – ammette Andrea – perché siamo andati oltre il rapporto professionale, c’è stato un grande scambio di vita e umanità”.

Per la lezione di prova di martedì 7 Novembre ci sono finora sedici iscritti (“un ottimo numero” specifica Andrea) con una fascia di età che va dai 30 ai 50 anni.

Ma un percorso del genere non resta fine a se stesso. In realtà offre l’occasione a ciascun partecipante di compiere un lavoro introspettivo, che porti anzitutto alla conoscenza di se stessi, per poi arrivare alla costruzione di un personaggio e all’interpretazione di un testo.  

“Assolutamente un lavoro del genere può aiutare molto nella scoperta di se stessi – conferma Andrea -. Fermarsi, ascoltarsi, darsi tempo, senza fretta, è un grande esercizio contro questi tempi di caos e velocità. Io stesso imparo molto dagli allievi e modifico il mio modo di insegnare in base alle loro esigenze. Questo lavoro è uno scambio continuo di emozioni e ascolto reciproco”.

Insomma, un’iniziativa quasi unica per chi ama non solo il lato artistico della vita. Ma anche, e soprattutto, quello umano.

Alla Icciuk si assaggia il panettone di Cosaporto

Natale si avvicina ed a Londra è ora di assaggiare un ottimo panettone, quello di Cosaporto, da degustare alla Icciuk mentre si assiste allo spettacolo delle luminarie che si accendono a Regent Street.

A Londra è ora di assaggiare il panettone di Cosaporto e di vedere le luci di Regent Street

Natale si avvicina ed a Londra è ora di assaggiare un ottimo panettone, quello di Cosaporto, da degustare mentre si assiste allo spettacolo delle luminarie che si accendono a Regent Street.

Natale si avvicina ed a Londra è ora di assaggiare un ottimo panettone, quello di Cosaporto, da degustare alla Camera di Commercio di Londra mentre si assiste allo spettacolo delle luminarie che si accendono a Regent Street.

L’occasione è la Degustazione di Panettoni italiani organizzata dalla Icciuk, la Camera di Commercio Italiana nel Regno Unito in collaborazione con il neo iscritto Cosaporto che si svolgerà giovedì 9 novembre alle 18:00, presso gli uffici della Camera di Commercio Italiana, 1 Princes St W1B 2AY.

E con l’occasione farsi coinvolgere dall’atmosfera natalizia, grazie alla coincidenza della serata con la grande illuminazione delle luci di Natale di Regents Street.

Insomma, alla Icciuk di Londra hanno pensato di organizzare una deliziosa degustazione di Panettone di Cosaporto, e allo stesso tempo avere l’opportunità unica di assistere allo sfolgorante evento di accensione dello “Spirito delle luci di Natale” dalle finestre dell’ufficio!

Per partecipare occorre iscriversi entro il giorno 6 novembre.

Settimana della Lingua Italiana, il Regno Unito c’è

Anche in varie località del Regno Unito si è celebrata la Settimana della Lingua Italiana, con eventi ed attività culturali dedicate a Italo Calvino e al patrimonio ambientale italiano.

Settimana della Lingua Italiana, il Regno Unito c’è

Dal 14 al 22 Ottobre 2023 si è svolta in diverse località del Regno Unito la ventitreesima Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, occasione imperdibile per celebrare e valorizzare con un ‘cartellone’ ricco di iniziative la lingua del Bel Paese.

E un’occasione imperdibile anche per le varie Dante Society dislocate un po’ ovunque nel Regno Unito, che hanno voluto e saputo offrire ottimi punti di contatto con la cultura e le tradizioni italiane a tutte le persone residenti in UK che hanno mostrato curiosità e interesse per l’Italia, che fossero essi stessi di origine italiana oppure no. E tutte queste iniziative hanno creato un ideale ponte tra i due Paesi.

Già l’Ambasciata d’Italia nel Regno Unito ha ottimamente elencato sulla sua pagina web i principali appuntamenti di questa settimana in diverse location UK.

Una settimana che, in continuità con il tema della scorsa edizione incentrato sulle giovani generazioni e ‘agganciandosi’ alla candidatura di Roma come sede di Expo 2030 il cui titolo sarà “People and territories. Regeneration, inclusion and innovation” ha avuto come tema conduttore la promozione nel mondo, attraverso la lingua italiana, della cultura della sostenibilità e l’immagine di un’Italia focalizzata sulle tematiche ambientali.

Al contempo, questa settimana è stata l’occasione per celebrare anche il centenario della nascita di Italo Calvino, autore dall’innovativo pensiero ecologista.

Londra Notizie 24 approfondisce i temi della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo vissuta da due delle Dante Society presenti in UK, quella di Liverpool e quella di Cambridge.

Ecco l’articolo dedicato a Liverpool e quello dedicato alle attività della Dante in Cambridge.

Settimana della Lingua Italiana, a Liverpool si parla di Calvino e di beni culturali

Settimana densa di appuntamenti, a Liverpool dal 16 al 22 Ottobre, per la Settimana della Lingua Italiana nel Mondo dedicata al Belpaese e a Italo Calvino.

Settimana della Lingua Italiana, a Liverpool funziona la collaborazione tra Università, Scuola MammaMia e Dante Society

Sette giorni densi di appuntamenti, dedicati al patrimonio del Belpaese e a Italo Calvino, quelli che anche a Liverpool come in altre località del Regno Unito hanno celebrato la Settimana della Lingua Italiana, e collegato con un ponte l’Italia e gli italiani in Regno Unito grazie alla collaborazione tra Dante Society, scuola MammaMia e Università di Liverpool per la Settimana della Lingua Italiana.

“Questa settimana è andata davvero benissimo e ne siamo contenti” dice Stefania Pisano, insegnante di lingua e cultura italiana, in prima linea nell’organizzazione degli eventi a Liverpool. Che prosegue: “Gli eventi sono stati organizzati tutti in collaborazione con University of Liverpool, che ha anche ospitato tutti i momenti celebrativi di questa Week of Italian Language”.

Stefania insegna sia ai bambini presso MammaMia Liverpool, Scuola di Lingua e Cultura Italiana per bambini e ragazzi, sia agli adulti presso Dante Society Liverpool.

E questa settimana ha proprio rappresentato la massima espressione della stretta collaborazione tra queste tre istituzioni (Dante, Università e MammaMia), che funziona bene da sempre perché animata da una comunità di intenti e di obiettivi.

Il programma della settimana vissuta a Liverpool ha toccato entrambi i temi, quello della sostenibilità ambientale e quello legato al centenario della nascita di Italo Calvino.

A ciascuna di queste tematiche è stato riservato uno spazio ampio e opportuno, pensato e rivolto a tutte le fasce d’età.

L’evento di apertura è stato quello di lunedì 16 Ottobre, (organizzato da Barbara Spadaro e Claudia Briguglio, dell’Università di Liverpool) in collaborazione con il Politecnico di Torino, collegato dall’Italia: breve introduzione di Emanuele Morezzi, interventi di Riccardo Rudiero e Tommaso Vagnarelli, che hanno presentato i casi studio.

Collegato on line anche Alessandro Spadaro. Tema “Heritage communities in Italy: sustainability and conservation in architecture and archeology”.

Sotto i riflettori i siti archeologici del patrimonio italiano

E’ stata fatta luce sul patrimonio italiano ricco di siti archeologici, alcuni dei quali sempre più esposti alle dinamiche di sfruttamento dell’industria turistica globale, e alla possibilità di immaginare forme alternative di comunità del patrimonio che siano socialmente e culturalmente sostenibili.

Le ricerche svolte presso il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino si sono confrontate con il mondo universitario e il pubblico di Liverpool per un’imperdibile e proficua occasione di scambio.

Emergenza ambientale, se ne parla con il film di Virzì Siccità

Martedì 17 Ottobre è stato proiettato il film “Siccità” di Paolo Virzì, introdotto dal Dr. Marco Paoli, Senior Lecturer in Italian and Film Studies dell’Università di Liverpool.

Opera cinematografica del 2022, si inserisce nel tema dell’emergenza ambientale in modo surreale e fantastico: la storia narra di un presente distopico in cui non piove a Roma da tre anni e di una serie di personaggi che devono far fronte alla siccità che ha ridotto le riserve d’acqua al minimo e ad un’epidemia di malattia del sonno portata dagli scarafaggi.

Una rappresentazione dell’eccesso da parte del talentuoso regista italiano, che prospetta una situazione estrema e fantasiosa, che fa riflettere, e tanto, anche a causa degli stravolgimenti climatici che si stanno vivendo proprio in questo nostro momento storico.

Italo Calvino, appuntamenti per adulti e bambini per celebrare il centenario

Giovedì 19 Ottobre la serata dedicata a Italo Calvino, rivolta sia agli adulti che ai più piccoli con iniziative diversificate per fasce d’età.

Agli adulti è stata offerta una lettura di brani tratti dall’opera “Il Barone Rampante” con Andrea Castellini, attore e insegnante di recitazione di Dante Alighieri Society of Liverpool, in collaborazione con Rosalba Biasini (University of Liverpool).

Per i bambini delle elementari è stato invece organizzato un laboratorio che ha legato l’ascolto dei brani tratti dalla stessa opera di Calvino a letture e disegni (questa parte a cura di Andrea Castellini e Stefania Pisano).

Venerdì 20 Ottobre è stata la volta del duo musicale siciliano Palmieri-Sciacca (oboe e chitarra). I due musicisti sono tornati a Liverpool in occasione della Settimana della Lingua Italiana per proporre un repertorio classico e contemporaneo di compositori italiani.

“La risposta è stata molto buona per ciascuna delle serate – conferma Stefania – che sono state aperte sia agli studenti dell’Università, sia a membri della Dante che alle famiglie di MammaMia”.

Un programma che è riuscito ad andare incontro ai gusti di tutti, parlando di cinema, letteratura, sostenibilità ambientale, con un sottofondo musicale di classe.

Il “ponte” tra UK e Italia, anche grazie alle iniziative di Liverpool, è più solido che mai.