venerdì 20 Settembre 2024
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Scopri l’universo ribelle di THE ROOM con Patrizia Paolini!

Avete mai sentito parlare di ”Post-variety & Cabaret”? Sì? No? Forse, ma eri distratta/o?

Non preoccuparti perché stasera, 18 giugno, avrai l’opportunità di immergerti in un universo sottosopra, folle, nonsense ricco di spettacoli che non vedrai altrove.

THE ROOM, ospitato presso la Hoxton Hall, è il contenitore fagocitante tutto ciò che ”non potrebbe (o non dovrebbe)” essere visto da nessun’altra parte

THE ROOM, ospitato presso la Hoxton Hall, è il contenitore fagocitante tutto ciò che ”non potrebbe (o non dovrebbe)” essere visto da nessun’altra parte. Sketch, canzoni, performance peculiari si mescolano in un guazzabuglio artistico che non e’ mai uguale a se stesso. Ogni serata infatti è unica e irripetibile.

Porta con te il più vivido dei tuoi sogni, la tua galoppante immaginazione, follia creatrice Q.B. e mixa tutto insieme

Se vuoi assistere o performare all’evento porta con te il più vivido dei tuoi sogni, la tua galoppante immaginazione, follia creatrice Q.B. e mixa tutto insieme fino a quando non otterrai una serata indimenticabile!

The Room, Hoxton Hall
The Room, Hoxton Hall

Ma chi è il cappellaio matto che tiene le fila di THE ROOM? Il suoi nome e’ Patrizia Paolini, una talentuosa regista teatrale e performer dal vivo, con oltre venticinque anni di esperienza.

Attualmente impegnata nel suo progetto di ricerca PhD intitolato “Post Variety & Cabaret” presso l’University of Kent, Patrizia Paolini è nota per le sue originali produzioni e collaborazioni, tra cui spicca lala pluripremiata compagnia teatrale Ridiculusmus. Il suo cabaret decostruito, “Ms. Paolini’s Phantasmagoria Cabaret”, è un punto fermo alla Hoxton Hall di Londra dal 2016, che ha portato e continua ad omaggiarci di un nuovo approccio alla mescolanza tra cultura ”alta” e cultura ”basse” e alle dinamiche delle classi sociali.

Patrizia Paolini sarà presente alla serata come ospite d’onore.

Se desideri esibirsi o mostrare del lavoro non sensato ma di qualità, contatta phantasmagoriacabaret@gmail.com

Prossime date:

  • 17 settembre
  • 15 ottobre
  • 19 novembre

Per ulteriori informazioni sull’evento o per prenotare, visita il sito.

 

Elena Mazzon – la voce dietro un segreto sepolto dalla chiesa

Abbiamo scritto del suo spettacolo The Popess. Intructions for freedom, che rivisita in chiave tragicomica e immersiva la storia vera di Gugliema la Boema e la sua discepola Maifreda da Pirovano, ritrovandoci tra il pubblico di ”gugliemiti” redenti. Elena Mazzon, scrittrice e attrice protagonista del suo solo show, ci ha letteralmente conquistati e per questo vogliamo farvela conoscere più da vicino.

Elena Mazzon, The Popess. Instructions for freedom
Elena Mazzon, The Popess. Instructions for freedom (copyright Luigi Russo)

Ciao Elena, grazie per il tuo intervento. Vorrei iniziare nel chiederti la tua personale definizione di teatro. Cos’è per te? Come lo vivi? Come vorresti che lo vivesse il pubblico?

Il teatro per me è gioia! È un luogo sacro dove si mettono in scena le emozioni umane. Faccio e vado a teatro per emozionarmi e sentire, nel senso più alto del termine. Credo che sia il compito di ogni forma d’arte: suscitare emozioni, farci sentire vivi.

Ho iniziato a 19 anni a lavorare con Aldo Vivoda, direttore artistico de Le Petit Soleil, a Trieste

Puoi raccontarci un po’ delle tue origini e come la tua vita in Italia ha influenzato il tuo percorso artistico?

Sono nata e cresciuta in provincia di Gorizia e ho studiato a Trieste. Sicuramente l’Italia è dove ho cominciato a fare teatro da giovanissima e indubbiamente queste prime esperienze mi hanno forgiata, in modo più o meno consapevole. Ho iniziato a 19 anni a lavorare con Aldo Vivoda, direttore artistico de Le Petit Soleil, a Trieste. Aldo ha lavorato per molti anni al Soleil di Parigi e ha portato la sua esperienza nella sua terra d’origine, condividendola con molti di noi. Ricordo la mia grande passione per il mestiere e anche la mia grande paura e insicurezza che tuttavia mi frenavano. A distanza di anni, credo che quelle esperienze di teatro non convenzionale, molto fisico, e basato sulla ricerca della verità scenica che forse mi intimorivano agli inizi, abbiano costituito le fondamenta del lavoro che porto in scena oggi.

Elena Mazzon, The Popess. Instructions for freedom
Elena Mazzon, The Popess. Instructions for freedom (copyright Luigi Russo)

Com’ è nata l’origine della tua passione per la recitazione e come si è sviluppata nel corso degli anni?

È stata una chiamata, diciamo. Almeno oggi la posso definire così, una sorta di illuminazione inconsapevole. Avevo circa 12 anni e andai a vedere uno spettacolo con la scuola, a Trieste. E quel giorno qualcosa (o qualcuno) mi disse che era proprio quella cosa lì che avrei fatto. Come, non ne avevo idea, ma il seme era stato piantato.

Il direttore della mia scuola di musica era un ex attore, il caro e gentile signor Paoletti; e con lui parlavo spesso di teatro, di cinema, e sognavo questo mondo che mi sembrava così distante dalla vita di provincia. All’inizio avevo un’idea – che credo sia diffusa, almeno in Italia- del teatro e dell’arte come di qualcosa di intellettuale. Per fortuna la vita mi ha portato a fare un’esperienza completamente diversa!

Elena Mazzon, The Popess. Instructions for freedom
Elena Mazzon, The Popess. Instructions for freedom (copyright Luigi Russo)

Credo che per recitare (bene) in una lingua, non basti saperla parlare

Hai studiato recitazione in molte lingue. Puoi dirci di più sul percorso di apprendimento e in che modo recitare in lingue diverse ha arricchito la tua carriera?

Allora, in realtà ho studiato solo in italiano e inglese; purtroppo non ho avuto modo di studiare in spagnolo o tedesco, ma avere un bagaglio linguistico e culturale variegato di sicuro è utile in qualsiasi campo professionale. Con certezza posso dire che negli anni di vita all’estero, dovendo usare una lingua che non è quella madre per recitare, ho capito l’importanza di re-impostarsi, adeguandosi al nuovo idioma, la cultura che gli si affianca. Credo che per recitare (bene) in una lingua, non basti saperla parlare. Il lavoro è più profondo, a mio avviso.

Quali sono state le esperienze formative più importanti? C’è un momento particolare che ritieni cruciale per la tua crescita artistica?

Ho conosciuto maestri e maestre che mi hanno dato molto. Penso, tuttavia, che la svolta, quello che mi ha fatto crescere maggiormente a livello artistico e personale sia stato aprirmi alla scrittura con Clara: Sex, Love and Classical Music, il mio primo solo show, e incontrare Colin Watkeys, regista con cui ho sviluppato entrambi i miei spettacoli. Il suo metodo di lavoro è libero e liberatorio, intuitivo, maieutico in tutti i sensi, e completamente creativo.

Elena Mazzon, The Popess. Instructions for freedom (copyright Luigi Russo)
Elena Mazzon, The Popess. Instructions for freedom (copyright Luigi Russo)

Senza i commenti del pubblico non avrei mai sviluppato gli spettacoli, per cui il feedback è preziosissimo

In che modo gestisci feedback e critiche? Ce ne sono stati alcuni che ti hanno aiutato a crescere come artista?

Cerco di prendere tutto con un “pinch of salt”. Nel senso che sia il feedback positivo, le recensioni stellari che quelle pessime vanno prese senza darci troppo peso. Altrimenti saremmo continuamente in balia dell’opinione altrui! È ovvio che ci sarà sempre qualcuno a cui il nostro lavoro non piace, e pazienza, lo si deve saper accettare altrimenti non ci si dovrebbe nemmeno mettere in gioco. Se una critica è fatta a scopo costruttivo può essere molto utile, e quando arrivano le apprezzo e ne faccio tesoro. Senza i commenti del pubblico poi non avrei mai sviluppato gli spettacoli, per cui il feedback è preziosissimo.

 Londra ha rappresentato per me la possibilità di essere davvero chi e cosa volevo essere

Cosa ti ha spinto a trasferirti a Londra nel 2006 e come ha influenzato la tua carriera e il tuo sviluppo personale vivere in una città così ricca culturalmente e artisticamente?

È stata un po’ la stessa voce che mi ha spinta al teatro. Sono venuta qui a 14 anni in vacanza studio, e mi sono sentita a casa. Ho pianto quando me ne sono andata e mi sono riproposta di tornarci appena avessi potuto da grande. Una terra e una città che ho amato da subito, in modo istintivo. Londra ha rappresentato per me la possibilità di essere davvero chi e cosa volevo essere. Dal punto di vista artistico, mi sono sempre trovata in linea con il modo di lavorare britannico, per quanto riguarda il teatro. Centrato sugli attori (anziché sui registi), con una scrittura più immediata, un umorismo sottile e secco. Mi sono sempre trovata a mio agio.

Elena Mazzon, The Popess. Intructions for freedom
Elena Mazzon, The Popess. Intructions for freedom

I soggetti dei miei spettacoli sono sempre arrivati in modo quasi casuale. Un pensiero passeggero espresso ad alta voce

Puoi parlarci del tuo processo creativo di scrittura? Da dove trai ispirazione e come riesci a tradurre le tue idee in opere teatrali?

I soggetti dei miei spettacoli sono sempre arrivati in modo quasi casuale. Un pensiero passeggero espresso ad alta voce. Per Clara, nel 2015 ricordo che ero al Fringe di Edimburgo con uno spettacolo, dove ho avuto modo di vedere molti one-person show e mi sono detta: voglio fare un solo show con il pianoforte (che avevo ripreso a suonare da qualche tempo, dopo moltissimi anni di silenzio). Una follia! Ma poi ho ricercato delle compositrici e l’incontro con la vita di Clara Schumann è stato catalizzatore del processo creativo. Diciamo che una serie di sincronicità mi ha portata a Clara, a conoscere Colin e i suoi workshop sulla costruzione di solo show e così è nato tutto.

Per The Popess, invece, avevo chiaro da subito che mi sarebbe piaciuto trattare un tema vicino alla stregoneria / caccia alle streghe e volevo fosse italiano. Tuttavia, dopo aver letto molto materiale in merito, non avevo trovato nulla di particolarmente “nuovo” da dire, e mi sembrava che il tema fosse stato già sviscerato a fondo in diverse forme, artistiche e non. Alla fine, leggendo il significato degli arcani maggiori, mi sono soffermata sulla High Priestess, scoprendo che dietro questo archetipo c’è una storia vera, seppellita da secoli, su una Papessa in carne ed ossa, quella di Milano, Suor Maifreda Pirovano, seguace del culto nato attorno a Guglielma di Boemia. Come per Clara, mi sono detta: è lei, la mia storia!

Quando mai si è letto di un’eresia basata sul culto del femminile?

Elena Mazzon, The Popess. Intructions for freedom
Elena Mazzon, The Popess. Intructions for freedom (copyright Luigi Russo)

Il tuo nuovo spettacolo “The Popess” debutta al Wandsworth Arts Fringe. Puoi raccontarci qualcosa di più su questo progetto e cosa ti ha spinto nel realizzarlo?

La storia era assolutamente intrigante, avvolta nel mistero. Dopo aver scoperto il bellissimo libro su Guglielma e Maifreda della professoressa Luisa Muraro, mi sono sentita chiamata in causa. La professoressa scrive infatti che il suo compito di ricostruzione storica, basato sulle poche carte del processo rimaste intatte, e la sua interpretazione filosofica, arrivano fino ad un certo punto. E per andare oltre, è necessario un lavoro creativo che spetta ad altri. Come tirarsi indietro? Quando mai si è letto di un’eresia basata sul culto del femminile? A scuola, all’università si studiavano catari, valdesi e fra Dolcino, ma donne leader ribelli? E le altre mistiche al di fuori di Santa Hildegard (comunque inglobata all’interno del “sistema chiesa”)? Insomma, una parte di storia che andava riportata alla luce per ricollegarsi alla linea del femminino sacro. Un femminile che non cercava di superare il maschile, ma voleva integrarlo e integrarsi. Idea che sembra rivoluzionaria persino oggi, figurarsi nel 1300! Per me è una storia che va raccontata, specialmente ora, perché è arrivato il momento di fare quel salto e di integrare questi archetipi.

Guardando al futuro, quali progetti hai in cantiere? Ci sono altre figure storiche, altre Morgane che desideri raccontare attraverso il tuo lavoro?

In questo preciso momento non ho nuovi progetti in cantiere. La gestazione di The Popess è stata lunga (ho iniziato a pensare al progetto nel 2019, quando facevo tournée con Clara, ma prima di cominciare a ricercare sono passati mesi e prima di scrivere…altri mesi!) e la produzione quando fai tutto da sola è ancora più impegnativa. Per cui oro mi concentro sulla programmazione. Sto pensando a rendere il testo in italiano, e questo implicherà una riscrittura, un nuovo spettacolo! Poi chissà che storie incontrerò nel cammino…sono sicura che arriveranno in modo spontaneo, al momento opportuno!

Elena Mazzon portera il suo spettacolo The Popess. Instructions for freedom allo  Scarborough Market Vaults (Scarborough) il 29 giugno. Assolutamente da non perdere!

 

Successo continuo per la Missa Brevis del Maestro Dimitri Scarlato

A un mese dal debutto nella Cattedrale di Orvieto in occasione della Messa della Domenica di Pentecoste, lo scorso 19 Maggio, continua in maniera costante il successo della Missa Brevis del Maestro Dimitri Scarlato.

Successo ininterrotto della Missa Brevis del Maestro Dimitri Scarlato

Commissionata dal Capitolo della Cattedrale insieme ai maestri Stefano Benini e Riccardo Bonci – rispettivamente Direttore del coro della Cattedrale “Vox et Jubilum” ed Organista – la Missa Brevis è stata eseguita nel giorno di Pentecoste in prima assoluta ed è stata celebrata dal Vescovo di Orvieto-Todi, S.E. Gualtiero Sigismondi. Il coro “Vox et Jubilum” è stato affiancato anche da membri del coro parrocchiale, evidenziando la natura comunitaria della composizione, che mira a poter essere eseguita da compagini corali di ogni ordine e grado.

Dimitri Scarlato
Maestro Dimitri Scarlato (copyright Dimitri Scarlato)

La Missa è stata nuovamente eseguita in occasione della XV Rassegna Corale e durante la solenne liturgia del Corpus Domini, che cadendo giovedì 30 maggio, ha visto la celebrazione solenne – e ufficiale – posticipata al 2 giugno (poiché la festività deve essere sempre celebrata di domenica). In questo giorno così speciale per Orvieto, denso di significato religioso e culturale per la città, la Missa Brevis è stata celebrata dal Cardinale Lazarus You Heong-sik, riscuotendo ampissimi consensi da tutti i presenti.

Sogno realizzato per il Maestro Scarlato del comporre musica sacra

Ennesima scommessa vinta, quindi, quella del Maestro Dimitri Scarlato che, dopo i successi in campo cinematografico, concertistico e discografico, aggiunge un’altra freccia al suo arco, parallelamente alla realizzazione di un antico sogno, quello di comporre musica sacra che per lui ha sempre rappresentato una autentica, grande passione.

Dimitri Scarlato
Maestro Dimitri Scarlato (copyright Dimitri Sacrlato)

Ed era stato lo stesso Riccardo Bonci, Organista titolare della Cattedrale di Orvieto, ad aver commissionato al maestro Scarlato la composizione di questa Messa, sapendo quanto lui desiderasse cimentarsi in un esperimento tanto nuovo quanto coraggioso nel suo genere.

La Missa Brevis ha richiesto circa un anno di preparazione

Questa Messa ha richiesto, tutto considerato, circa un anno di preparazione, e il fatto che sia stata composta secondo uno stile che la rende eseguibile regolarmente da gruppi corali di diverse tipologie, la rende abbastanza unica nel suo genere.

Si tratta di una Messa composta da parti musicali originali e scritte per l’occasione, impostata come una classica Messa parrocchiale, con quattro parti cantate, adattate nella durata proprio perché siano fruibili e adattabili ad una classica celebrazione eucaristica. Come ci ha spiegato lo stesso Bonci “il Kyrie Eleison dura un minuto, il Gloria tre minuti, il Santo un minuto e mezzo/due, l’Agnus Dei un minuto e mezzo”.

Missa Brevis al di fuori dei confini italiani?

E chissà che, vista l’attività artistica del Maestro Scarlato a Londra e vista l’esperienza professionale londinese del Maestro Bonci (che prima dell’incarico a Orvieto ha studiato e lavorato nel settore musicale britannico per ben diciassette anni) non si scelga un giorno di portare questa Missa Brevis al di fuori dei confini italiani. Magari proprio a Londra, perché no, dove potrebbe essere scoperta e apprezzata non solo dalla numerosa, vivace e sempre calorosa comunità italiana presente, ma proprio da tutti. Tutti coloro che amano profondamente le opere sacre e la tradizione musicale che nasce nelle chiese per poi andare incontro al mondo.

Riccardo Bonci
Maestro Riccardo Bonci (copyright Riccardo Bonci)

Marianna Penna conquista il G100: Mission Million per l’Italia

Cosa succede quando un global network formato dalle migliori rappresentati del mondo economico-sociale femminile incontra una marketing spa nata per supportare le potenziali imprenditrici di domani? Nasce un connubio a dir poco unico e con interessanti prospettive per il futuro.

G100: Mission Million, rete globale formata da cento donne leader nel settore economico-sociale

E’ quello che sta accadendo dal momento in cui G100: Mission Million, rete globale formata da cento donne leader nel settore economico-sociale, ha deciso di incaricare Marianna Penna come Italy Chair for Brand Creation and Marketing Wing (Presidente dell’ala Creazione Brand e Marketing per l’Italia) della rete stessa.

Marianna Penna, CEO di WOW (Women Of Worth) diventa Italy Chair for Brand Creation and Marketing Wing per G100: Mission Million

Marianna Penna, ceo di Wow (Ph. Credit: wearewowwomen.com).
Marianna Penna, ceo di Wow (Ph. Credit: wearewowwomen.com).

La Penna, già fondatrice e CEO di WOW (Women Of Worth – Donne di Valore) società nata per supportare le potenziali imprenditrici di domani, assume questo incarico con un grande senso di responsabilità.

Sono assolutamente felice e onorata di annunciare che sono stata selezionata come presidente italiano per il G100: Mission Million Brand Creation and Marketing Wing.

Vorrei ringraziare il fondatore e presidente globale di G100, Dr. Harbeen Arora Rai, G100: Mission Million e il nostro leader globale per la creazione del marchio, Nui Sirikul Laukaikul, Keely Woolley per avermi selezionato per questo ruolo e Yvonne Bignall UK Country Chair per aver riposto fiducia in me e avermi dato questa opportunità”.

Sono questi i sentimenti di Marianna Penna, a caldo, dopo aver ricevuto la proposta di G100: Mission Million, che inorgoglisce e arricchisce sia il suo percorso personale che quello professionale, e che sta lanciando la sua stessa WOW a livello internazionale.

Marianna Penna Italy Chair for Brand Creation and Marketing Wing G100: Mission Million
Marianna Penna Italy Chair for Brand Creation and Marketing Wing G100: Mission Million (copyright G100: Mission Million)

G100: Mission Million è un gruppo eminente e autorevole di cento donne, potenti leader a livello globale, con una visione per il futuro

Ed è proprio Marianna a introdurre una presentazione dell’attività di G100: Mission Million, per chi ancora non la conosce. “E’ un gruppo eminente e autorevole di cento donne, potenti leader a livello globale, con una visione per il futuro, che includono premi Nobel, ex capi di stato, ministri, donne d’affari, filantrope, investitrici, imprenditrici, leader aziendali e di comunità – tutte unite in un patto di intenti per creare enormi opportunità per le donne in tutto il mondo”.

L’attività di G100: Mission Million si sviluppa sotto la presidenza globale della dottoressa Sirikul ‘Nui’ Laukaikul, brand strategist e consulente per la sostenibilità, fondatrice e direttrice nazionale di brand sostenibili in Thailandia.

Aggiunge Penna: “Sono onorata di servire sotto la nostra presidenza globale Nui Sirikul Laukaikul, la cui filosofia di marketing consapevole è molto in linea con la mia e con il lavoro che svolgo con il mio team presso WOW – Women of Worth.

Essere un’ambasciatrice di Creative Soul Marketing mi dà la gioia e l’energia per dare potere ad altre donne

Essere un’ambasciatrice di Creative Soul Marketing mi dà la gioia e l’energia per dare potere ad altre donne e credo che il vero successo e i risultati possano essere raggiunti con un team di persone che hanno gli stessi valori e principi e vogliono aiutare gli altri a godersi la crescita del business attraverso un marketing più sostenibile.

Sono entusiasta di far parte di un gruppo così straordinario di donne positive e di grande impatto. Essere invitata a farne parte mi rende molto onorata, gratificata e felice. Non vedo l’ora di connettermi, collaborare e costruire relazioni con questa comunità”.

Il lavoro che aspetta Marianna Penna, da subito, è quindi quello di costruire un network italiano che possa connettersi attraverso di lei all’attività globale di G100: Mission Million.

Chi desidera far parte di questa comunità, dall’Italia, può contattarla direttamente per saperne di più.

Elena Mazzon porta in scena ”La Papessa” – un’eresia femminista da non perdere

”Tra i molti gruppi e movimenti ereticali che animarono la società cristiana sul finire del Medioevo, i Guglielmiti si distinguono perché nel loro progetto di riforma della Chiesa essi non si richiamano agli ideali evangelici delle origini e in generale a niente del passato. La loro idea vuole essere nuova e operare una rottura nei confronti del passato. La loro idea è che il rinnovamento della società cristiana verrà dal sesso femminile ed è iniziato con Guglielma. Si tratta dunque di un’eresia femminista. Altri prima di me hanno sottolineato la rispondenza tra le idee guglielmite e il femminismo moderno”.

Il paragrafo succitato proviene dalla prefazione del saggio ”Guglielma e Maifreda. Storia di un’eresia femminista” scritto da Luisa Muraro e pubblicato per la prima volta nel 1985.

The Popess, di e con Elena Mazzon
The Popess, di e con Elena Mazzon

Un’eretica femminista che sfidò le gerarchie ecclesiastiche

All’operato di Luisa Muraro, filosofa, scrittrice, pedagogista e attivista femminista dobbiamo molto, incluse le ricerche condotte su una figura mistica, affascinante e squisitamente eretica come quella di Giuglielma ”la Boema”. Gugliema nacque intorno al 1210 e fu appunto una figura centrale della setta dei Guglielmiti nel XIII secolo.

La sua convinzione che lo Spirito Santo potesse incarnarsi in una donna e che il rinnovamento della società cristiana sarebbe avvenuto dal sesso femminile si contrappongono visceralmente al ruolo subordinato del ”secondo sesso” radicato nella società medievale. Una visione assolutamente rivoluzionaria in cui la spiritualità ”non si  fonda sulla differenza dei sessi” ma bensì la esplora proprio partendo dal femminile, in un epoca in cui il ruolo delle donne era estremamente limitato.

The Popess, di e con Elena Mazzon
The Popess, di e con Elena Mazzon (copyright elenamazzon.com)

Maifreda da Pirovano la Papessa che finì sul rogo

Maifreda da Pirovano, seguace di Guglielma, portò avanti tali idee tentando di diventare Papessa. Questa sfida alle gerarchie ecclesiastiche portarono, come ci si aspetta, alla condanna postuma di Guglielma ”eretica” e alla morte di Maifreda e altri seguaci sul rogo.

Gugliema dunque, come avrebbe detto la nostra sempiterna Michela Murgia, era una Morgana e a portare sul palcoscenico la sua storia da misconosciuta eroina post mortem è un’altra Morgana: Elena Mazzon.

Attrice poliglotta e scrittrice originaria di Gorizia, Elena Mazzon ha consacrato la sua missione artistica alle donne rivoluzionarie che sono state convenientemente nascoste nella nostra società fallo-centrica.

“La Papessa” debutta il 15 e 16 giugno al Wandsworth Arts Fringe

Dotata di humor nero e rimarcabili doti attoriali, Elena Mazzon si esibirà con il suo nuovo one woman show “La Papessa”, che debutta il 15 e 16 giugno al Wandsworth Arts Fringe.

Raccontando la storia di Gugliema ”la Boema” e la sua seguace Maifreda da Pirovano, lo spettacolo ci porterà attraverso un viaggio fatto di discrepanze e legami tra religione, fede e potere, col fine ultimo di esplorare il vero significato che giace nella definizione ultima di libertà.

QUI per acquistare il biglietto.

Elena Mazzon (copyright elenamazzon.com)
Elena Mazzon (copyright elenamazzon.com)

 

 

Serate a base di networking e celluloide con l’evento 3,2,1…Action!

 

L’Istituto Italiano di Cultura si prepara a ospitare un evento dedicato agli appassionati del grande e del piccolo schermo: “3, 2, 1… Action!”, un titolo assolutamente calzante, che ci riporta alla frenetica magia del set. Si tratta di tre incontri in cui ci si potrà confrontare tra e con gli addetti ai lavori, stabilire nuove connessioni e mostrare il dietro le quinte delle produzioni italiane.

L’evento si articola in tre serate: il 13 e 20 giugno e il 10 luglio

E se i riflettori sono solitamente puntati sullo star system ”3, 2, 1… Action!” si ripromette di andare al di la’ della collina e dare la meritata attenzione a chi lavora dietro le telecamere. Questo l’intento della casa di produzione cinematografica Nervosa Pictures, gestita da Alessandra Gonnella (writer e director) e Giorgia Cecconi (producer e attrice, nonché founder e director del West London Film Festival). L’evento si articola in tre serate: il 13 e 20 giugno e il 10 luglio, alle 18.30.

3,2,1...Action! Evento organizzato da Nevosa Pictures
3,2,1…Action! Evento organizzato da Nevosa Pictures

Con “3, 2, 1… Action!”, siate pronti ad accogliere e condividere conoscenza, nuove prospettive, creatività, sfide, e collaborazioni

La prima serata, il 13 giugno, sarà dedicata alla produzione e distribuzione, con ospiti illustri come Carlo Dusi di Endor Productions e Jan Pace di QuickFire Films, insieme ad altri nomi di spicco come Giada Mazzoleni e Michele Signorino.

Il 20 giugno, il focus si sposterà su Heads of Departments, esplorando la parte del montaggio, hair & make-up, delle colonne sonore e degli effetti speciali, con la partecipazione di professionisti come Valerio Bonelli e Lorenzo Bertolazzi.

Infine, il 10 luglio, l’attenzione si concentrerà su scrittura, direzione e acting, con la presenza di registe come Giulia Gandini e Daphne Di Cinto, pronte a condividere le loro personali esperienze.

Giorgia Cecconi e Alessandra Gonnella di Nervosa Pictures
Giorgia Cecconi e Alessandra Gonnella di Nervosa Pictures (copyright Giorgia Cecconi)

L’Istituto di Cultura Italiano, situato al 39 Belgrave Square, SW1X 8NX, sarà il palcoscenico  per questi incontri, seguiti da un ricevimento presso la rinomata Cinquecento Pizzeria e Goloso UK.

Con “3, 2, 1… Action!”, siate pronti ad accogliere e condividere conoscenza, nuove prospettive, creatività, sfide, e collaborazioni.

Per non perdere questa preziosa (ma gratuita) occasione basta prenotare QUI il vostro biglietto.

Concorso “Global Uncertainty: the power of dialogue” – Scadenza 19 luglio

C’è tempo fino alla mezzanotte di venerdì 19 luglio per partecipare al concorso “Global Uncertainty: the power of dialogue”, bando di concorso promosso dall’Associazione Culturale Il Circolo di Londra presieduta da Simona Spreafico.

Il tema scelto per il 2024 è “Il futuro che ci aspetta”

Ogni anno Il Circolo sceglie un tema e organizza eventi per raccogliere fondi e finanziare borse di studio. Il tema scelto per il 2024 è “Il futuro che ci aspetta”. Il concorso di quest’anno mette in palio tre awards di £ 4,000 l’uno ed è rivolto a studenti di qualsiasi nazionalità purché residenti in UK e frequentanti un istituto di istruzione superiore britannico o italiano, sia a livello universitario che post-laurea (non verranno prese in considerazione le domande dei soci de Il Circolo, dei loro parenti e dei beneficiari di precedenti borse di studio/premi de Il Circolo).

Simona Spreafico
Simona Spreafico (copyright Associazione Culturale Il Circolo di Londra)

La tematica può essere sviluppata sotto il profilo diplomatico, geopolitico, sociologico o storico

La tematica può essere sviluppata sotto il profilo diplomatico, geopolitico, sociologico o storico. I partecipanti dovranno preparare un saggio “Why me” lungo non più di 400 parole, in cui descrivere i loro progetti e le motivazioni con cui si candidano a ricevere la borsa di studio.

Si può trovare il bando completo e il form di partecipazione da compilare a questo link https://www.ilcircolo.org.uk/awards/

L’Associazione Culturale Il Circolo non è nuova a iniziative di questo tipo, a sostegno della cultura, del talento e della creatività giovanile che si affaccia al mondo e che a volte ha bisogno solo di una spinta decisiva per farsi conoscere e brillare di luce propria. Last but not least, il concorso letterario Match Point, promosso in collaborazione con la scuola di scrittura Londra Scrive, e con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia a Londra, dal tema “Futuro o no?”, in scadenza il 15 Giugno e rivolto ad autori maggiorenni residenti in UK.

Simona Spreafico (copyright Associazione Culturale Il Circolo di Londra)
Simona Spreafico (copyright Associazione Culturale Il Circolo di Londra)

Oltre al saggio occorre presentare un cv (a resume) aggiornato utilizzando il formato Europass

Oltre al saggio occorre presentare un cv (a resume) aggiornato utilizzando il formato Europass con titoli accademici in lingua originale. La documentazione completa dovrà essere poi inviata elettronicamente a attivita@ilcircolo.org.uk entro e non oltre la mezzanotte di venerdì 19 Luglio 2024.

Le domande pervenute dopo tale data, per qualsiasi motivo, non saranno prese in considerazione. Al ricevimento verrà inviata una email di conferma.

I candidati selezionati sosterranno un colloquio nel mese di ottobre 2024.

I vincitori saranno premiati presso l’Ambasciata Italiana a Londra il 4 Dicembre

I vincitori saranno premiati presso l’Ambasciata Italiana a Londra il 4 Dicembre prossimo nella giornata di premiazione degli Awards Italy Made Me organizzata dal Ministero degli Esteri di cui Il Circolo (tra gli altri) è sponsor di due premi da £ 1,000.

Non manca molto ed è importante partecipare, soprattutto per chi intende seguire le orme dei predecessori che, solo negli ultimi tre anni, hanno reso questo award un fiore all’occhiello sia per Il Circolo che per se stessi: Luisa Fassi ed Eleonora Aiello, per Il Circolo Youth Mental Health Award 2023; Michela Picardi ed Emanuela Vai per Italy Made Me 2021 per Il Circolo; Annarita Botta e Lorenzo Mangone per Science Awards 2021; il Maestro Antonio Morabito per Royal College of Music 2021.

In bocca al lupo ai prossimi talenti!

 

Londra mia ma quanto mi costi? Fenomenologia di una migrante

È un mercoledì qualsiasi a Londra, di un giugno grigio, tristanzuolo, freddo, the usual insomma. Salgo sul bus per recarmi al lavoro, normalmente metto su le cuffie wireless per ascoltare podcast (sto recuperando “Giornaliste“, prodotto da Fondazione Circolo dei Lettori e Storielibere.fm, che vivamente consiglio), ma tra le altre cose, ieri sera ho scordato di metterle in carica, quindi nisba.

Nella fila parallela alla mia, seduta pochi sedili più avanti, c’è una donna che sta parlando al telefono animatamente. Tocca col tono della voce tutte le sfumature della disperazione. Il problema che l’affligge e che, riassumendo, influisce a cascata sul resto della sua esistenza è uno solo: i soldi. Same old, same old.
Capisco poi che la donna al telefono ha una figlia piccola, e che questo mese non sa come pagare l’affitto. Nella stessa settimana, una conoscente a cui è morto il marito mi ha confidato che verrà sfrattata dalla sua abitazione dove ha vissuto tutta la vita.

Casa di Londra numero 2, arrivo - deposito bagagli
Casa di Londra numero 2, arrivo – deposito bagagli

Feci esattamente quello che molti migranti con zero soldi si ritrovano a fare appena arrivati

Facendo un passo indietro, precisamente nel 2016, anno in cui arrivai senza nessun tipo di piano, se non quello di rimanere per pochi mesi, a Londra la mia situazione economica gravava in condizioni pessime. Non persi le speranze e feci esattamente quello che molti migranti con zero soldi si ritrovano a fare appena arrivati: trovare un lavoro qualsiasi per pagare una stanza o una casa in condivisione. Nel mio caso, si trattava di un appartamento nel profondo est, condiviso con altre nove persone.
All’epoca non mi pesava, nonostante mi sia ritrovata la moka lavata accuratamente con il sapone per i piatti, lo scambio di culture diverse e il risparmio economico vincevano su qualsivoglia fattaccio facilmente pubblicabile su CDM.

Due anni dopo le mie condizioni migliorarono: appartamento diviso in quattro persone, comodamente servito dalla metro. Era fatiscente? Certamente sì. Topi, infiltrazioni, muffa. Una casa dotata di tre stanze e mezza (e con ”mezza” intendo la tipologia di sottoscala in Privet Drive 4, Little Whinging, Surrey, citofonare Dursley, dove cresce Harry Potter), il tutto per la modica cifra di circa 1950 sterline.

Sono certa che una buona percentuale di chi legge empatizza in toto oppure in parte a quanto scritto fino ad ora

Dal lontano 2019 ad oggi, di traslochi ne ho affrontati ben nove (sempre se la memoria mi assiste), e la situazione è andata precipitando. In mezzo due catastrofi: Brexit e pandemia.
Sono certa che una buona percentuale di chi legge empatizza in toto oppure in parte a quanto scritto fino ad ora, perché ovunque vado e con chiunque parlo l’incubo di non riuscire più a sostenere il costo della vita nella città che ormai è diventata la nostra casa è più che mai sentito e condiviso.

Coinquilini casa numero 2, foto di famiglia
Coinquilini casa numero 2, foto di famiglia (copyright Eleonora Savignano)

Diamo dunque un po’ di dati, focalizzandoci solo nell’ultimo anno:

Aumento degli affitti

Tra il 2023 e il 2024, gli affitti a Londra sono aumentati in media del 10,8%, con un costo medio mensile che ha raggiunto £2,070 (Big Issue). Secondo il software Zoopla alcune aree hanno visto aumenti ancora maggiori: Havering ha subito un incremento del 12,9%, mentre Barking e Dagenham hanno visto un aumento dell’11,3%. Questo fenomeno, tra le altre cause, è dovuto da una domanda sempre più elevata e un’ offerta limitata di abitazioni. (Big Issue).

Aumento del costo della vita

Il costo della vita a Londra è un un tasto estremamente dolente e con i prezzi degli affitti in continuo aumento, molte famiglie hanno lasciato la capitale. Scelta non fattibile per tutti. Guardando al solo 2024, il costo medio per affittare un appartamento con tre camere da letto in zona 2/3 è salito a £4,425 al mese (Numbeo).

Housing crisis in London
Housing crisis in London

Salari e potere d’acquisto

Vecchia storia: aumenta tutto ma non i salari. Nonostante l’Office for Budget Responsibility abbia previsto un aumento degli stipendi del 7,5% nell’arco dei prossimi tre anni, non bastera’ a far fronte aalla spesa degli affitti che aumenteranno del 13% nello stesso periodo (Big Issue).

Tirando le somme (è il caso di dirlo), mentre il costo degli affitti e della vita continuano a crescere rapidamente, gli stipendi non riescono a tenere il passo. Siamo ”fortunati” noi che un tetto sulla testa ce lo abbiamo, ma la necessità di politiche più efficaci per aumentare l’offerta di abitazioni accessibili e contenere/bloccare i costi di affitto rimane un’urgenza.

Se hai una storia da condividere a tal proposito, scrivi a s.pellegrino@londranotizie24.it

Con Funeral party il Teatro in italiano da sold out a Liverpool

Saggio di fine anno per gli allievi del corso Teatro in italiano della Dante Society di Liverpool: in scena Funeral Party, adattato dal film Death at a Funeral.

Con lo spettacolo Funeral party finisce il corso Teatro in italiano di Liverpool

Funeral Party, il saggio di fine anno degli allievi del corso Teatro in italiano della Dante Society di Liverpool (photo copyright Claudia Briguglio).
Funeral Party, il saggio di fine anno degli allievi del corso Teatro in italiano della Dante Society di Liverpool (photo copyright Claudia Briguglio).

Saggio teatrale di fine anno alla Dante Alighieri Society Liverpool. Domenica 26 Maggio presso il Mossley Hill Centre è andato in scena Funeral Party – A Play in Italian, piece in lingua italiana liberamente ispirata al film “Death at a Funeral”.

La versione è stata riscritta su misura per gli attori coinvolti e per un’efficace resa sul palco di un teatro.

Gli attori sono gli allievi del corso Teatro in Italiano, promosso dalla Dante Liverpool e organizzato e diretto da Andrea Castellini, attore e regista, che ha curato anche la regia di questo show.

“Il corso – ci spiega Andrea – è partito ai primi di Novembre 2023, per un totale di oltre trenta lezioni e approfondimenti extra sull’arte recitativa. Lo spettacolo al Mossley Hill è stato un grande successo. I biglietti sono andati sold-out. Vista la grande richiesta è probabile che faremo una replica anche in autunno”.

Grande soddisfazione quindi non solo per Castellini, ma anche per gli attori che lui stesso ha formato: Ivan Fantasia, Sergio Gomez, Martina Delfino, Rossella Romita, Jacopo Bregolin, Livia Venturi, Mariangela Cassino, Pasqualina Romano, Iuliana Ghemis, Maggi Green, Victoria Biagi, Tommaso Mercantini, Monica D’Onofrio, Fabio Raspante.

La trama: è il giorno del funerale di Eddie. La moglie e le figlie stanno facendo gli ultimi preparativi. Parenti ed amici si riuniscono nella casa di famiglia. La funzione viene interrotta da una serie di eventi bizzarri e imprevisti.

Death at a Funeral” (tradotto in italiano col titolo “Il funerale è servito”) è una pellicola USA del 2010 che raccoglie nel suo cast nomi di attori popolarissimi, tra cui Chris Rock, Danny Glover, Zoe Saldana, Tracy Morgan, Martin Lawrence.

A sua volta è adattata dal film “Funeral Party” del 2007, pellicola interpretata fra gli altri dai britannici Kris Marshall, Rupert Graves e dall’americano Alan Tudyk.

Curiosità: in entrambi i film recita anche Peter Dinklage, indimenticabile protagonista della serie tv “Il Trono di Spade” (“Game Of Thrones”).

Un’eredità artistica importante, quindi, per i giovani talenti di Liverpool, alle prese con una rivisitazione di tutto rispetto e che ha riscosso ampi consensi.

Funeral Party, il saggio di fine anno degli allievi del corso Teatro in italiano della Dante Society di Liverpool (photo copyright Claudia Briguglio).
Funeral Party, il saggio di fine anno degli allievi del corso Teatro in italiano della Dante Society di Liverpool (photo copyright Claudia Briguglio).

In una serata che ha visto non solo Andrea Castellini spendersi per il buon successo di pubblico ottenuto dalla sua compagnia teatrale, ma anche altre presenze importanti per le attività generali di Dante Liverpool: Stefania Pisano per il coordinamento organizzativo, Emanuela Casale per il catering, Claudia Briguglio per le foto ufficiali della serata.

“I corsi e gli eventi teatrali della Dante Liverpool quest’anno hanno registrato un grande numero di allievi e di pubblico – aggiunge Andrea Castellini – si spera quindi per il prossimo anno di poter ampliare l’offerta formativa”.

Noi ci contiamo.

La musica italiana di oggi e di ieri attraverso la voce di Elisa Cipro

Cosa ci fa la fusion tra Rita Hayworth e Posion Ivy (di Uma Thurman in Batman & Robin) sul palco del Lordship Park di Haringey? (Esteticamente) ovvio: Elisa Cipro.

Elisa Cipro (copyright Veronika Marx)
Elisa Cipro (copyright Veronika Marx)

Come abbiamo raccontato la scorsa settimana, il 2 giugno siamo andati a celebrare la Festa della Repubblica all’evento Italian Made, organizzato da Italy nel Cuore, in perfetto stile italiano. Tutti invitai, nessuno escluso, anzi, come siamo abituati a dire noi cittadini d’adozione in UK: the more, the merrier.

Come ricordiamo sempre: supportiamo l’arte e la cultura attraverso l’informazione libera e indipendente

In quell’occasione gioiosa e spontanea, abbiamo visto (e ascoltato) da vicino artiste ed artisti italiani trapiantati a Londra, tra cui appunto la cantante dei talentuosi Italian Radio Society, Elisa Cipro. Dopo averla conosciuta meglio, ci tenevamo a presentarvela condividendo con voi le sue parole. E come ricordiamo sempre: supportiamo l’arte e la cultura attraverso l’informazione libera e indipendente. Without further ado, Elisa Cipro:

Ciao Elisa, grazie davvero per la tua disponibilità. Cominciamo col capire brevemente chi e’ Elisa Cipro. Ti va di condividere con noi un po’ della tua storia personale e come sei arrivata a Londra?

Sono nata a Bologna da genitori campani e mi sono trasferita a Roma nel 2013 per frequentare un’accademia di musical theatre. Dopo alcune esperienze nel teatro musicale, dove non ho raggiunto particolari traguardi, ero sinceramente un po’ demoralizzata. Fortunatamente, una mia amica mi chiese di farle visita a Londra. Arrivai per la prima volta nella città nel 2015, un po’ per caso, e dopo due settimane iniziai a lavorare come cantante. Da allora mi trovo qui. 

Elisa Cipro (copyright Andy Barnes)
Elisa Cipro (copyright Andy Barnes)

Quali sono state le tue principali influenze musicali fin dall’infanzia e come hanno plasmato il tuo stile musicale?

La prima musica che ha impattato la mia formazione è stata quella che ascoltavo da bambina nella mia cerchia familiare: mio padre amava la PFM, il Banco del Mutuo Soccorso, Ivan Graziani e De André; mia madre prediligeva Michele Zarrillo, Roberto Murolo, Mango e Debussy, mentre mia sorella maggiore era fan degli INXS e dei Queen. Quindi sono il prodotto di un mix eclettico di influenze musicali. In età adulta, sono stata plasmata da artisti come Luigi Tenco, Nina Simone, Joni Mitchell, Etta James e Cesare Cremonini. Nessuno di loro è un virtuoso vocale, a me piacciono le voci che raccontano un’epoca.

Per me, la band è quasi parte della mia terapia personale

Come nascono gli Italian Radio Society e come descriveresti lo stile musicale che rende unica la vostra band?

Italian Radio Society nasce dalla mia esigenza personale di riconnettermi con le mie origini. Per me, la band è quasi parte della mia terapia personale. Avevo bisogno di ricreare intorno a me un ambiente italiano. Abbiamo affrontato molte sfide, compresa la Brexit, e sentivo il bisogno di riconciliarmi con quella parte della mia identità che avevo messo da parte per abbracciare la cultura musicale anglosassone che mi aveva inizialmente affascinata, quando arrivai a Londra. Alla fine, tutti noi expat cerchiamo quel luogo nel cuore che chiamiamo casa, spesso difficile da identificare perché il nostro è diviso in due. Ognuno di noi ha un passato e un gusto musicale diverso, ma ciò che ci unisce all’interno della band è il vintage italiano dagli anni ’20 agli anni ’60, che racchiude la poesia, la spensieratezza e l’estetica italiana per eccellenza. A volte inseriamo richiami latini, gipsy, reggae e tendiamo a proporre social dance perché ci interessa il divertimento e la creazione di una comunità. Noi facciamo un sacco di feste… [ride]

Italian Radio Society (copyright Max Giorgeschi)

Descrivi ogni componente della band, inclusa te stessa, usando un solo aggettivo.

Paolo Maurelli (batteria) logistico, Stefano Marzanni (piano) gluten free, Jorma Gasperi (chitarre, basso) piccante, Jack Hakim (chitarre, sound engineering) impalpabile, Costa Tancredi (basso, contrabbasso) apulian chic, Elisa Cipro (voce) dirompente.

La vita del musicista in generale è diventata più sofferente dal punto di vista economico

Dal momento del tuo arrivo a Londra fino ad oggi, come descriveresti l’evoluzione del panorama musicale nella città?

Il panorama musicale londinese è in continua evoluzione e non penso avrà mai un momento di stallo. Tuttavia, a seguito della Brexit, come tutti i settori, si è stabilizzato molto di più: non ci sono più musicisti europei che possono venire qui, stare un po’, contaminare la scena e poi andarsene. Ora occorre il visto artistico, che ha i suoi costi iniziali e quindi non attira tutti. Ho notato che gli americani adorano la scena musicale londinese; sia i famosissimi che gli esordienti trovano a Londra il pubblico ‘perfetto’. Il punto di vista è sempre soggettivo, il mio panorama musicale si è italianizzato molto. La vita del musicista in generale è diventata più sofferente dal punto di vista economico. Mentre i costi della città sono arrivati alle stelle, i club e i locali propongono le stesse paghe agli artisti, il che sta portando molti a diversificare o a spostarsi da Londra.

Italian Radio Society (copyright Luigi Russo)
Italian Radio Society (copyright Luigi Russo)

Quali erano le tue aspettative per l’evento “Italian Made” e cosa pensi che il pubblico abbia portato a casa da quella giornata?

Mi auguro che le persone venute a Italy nel cuore Italian Made abbiano davvero passato una giornata come se si fossero trovati in Italia. Anche solo sentire parlare o cantare gli artisti sul palco in italiano è qualcosa di diverso, che riporta col cuore e con la mente al tempo in cui eravamo in Italia. Volevo vedere gente ballare con una pizza in mano e magari aiutare a creare quella comunità di supporto che probabilmente c’era a Little Italy negli anni ’30, mantenendo sempre la nostra mentalità aperta e multiculturale, senza chiuderci ovviamente. Abbiamo ricevuto messaggi di approvazione continua dal 2 giugno e siamo molto contenti di come sia andata.

Elisa Cipro e Italian Radio Society
Elisa Cipro e Italian Radio Society (copyright Luigi Russo)

Una tappa di notevole importanza per noi è stata la decisione di suonare in Giordania

Cosa pensi che il futuro riservi alla tua musica e a Italian Radio Society nel contesto musicale di Londra e oltre?

Siamo relativamente nuovi, avendo debuttato ad aprile 2023, ma l’idea è nella mia testa da oltre 7 anni, quindi è molto consolidata dentro di me. Il futuro ci riserva collaborazioni meravigliose a cui già stiamo lavorando e sicuramente scriveremo qualche brano inedito per offrire qualcosa di nuovo al nostro pubblico. Una tappa di notevole importanza per noi è stata la decisione di suonare in Giordania, una scelta che potrebbe essere considerata controcorrente, dato il delicato momento storico e geopolitico e la connessione diretta con la popolazione palestinese. Speriamo di portare un po’ di leggerezza e di contribuire a creare un ponte per connettere ancora di più l’Europa al Medio Oriente. È importante sottolineare che noi facciamo musica, non politica, e ci auguriamo che la nostra presenza in Giordania non venga strumentalizzata da nessuno.