Alcune opere sono realizzate con ceneri di immagini bruciate, mentre altre contengono pigmenti puri stratificati in polvere d’oro. La gravità è il tema principale di questa mostra, capace di trasformare i colori nel tempo, in un processo che rappresenta un’espressione di rinascita continua.
Come dichiara Elena Re, la curatrice, “Con queste opere, Sophie Ko ha aperto la strada al suo approccio alla concezione della figurazione, proponendo qualcosa che si muove tra pittura e scultura, qualcosa che solo il tempo può disegnare”.
La mostra d’arte Geografia Temporale è in programma dal 6 al 19 febbraio, è aperta da lunedì a venerdì, dalle 10:00 alle 17:00, presso l’Istituto Itlaiano di Cultura di Londra (39 Belgrave Square, London, SW1X 8NX), è ad ingresso gratuito e non richiede prenotazione.
Dopo la mostra, le Installazioni di Sophie Ko alla Estorick Collection of Modern Art
L’installazione “Interventions: Sophie Ko” aprirà presso la Estorick Collection of Modern Art dal 7 febbraio. Questo progetto si ispira alle opere dell’artista Giorgio Morandi, parte della collezione permanente presso la Estorick Collection of Modern Art.
Sophie Ko mira a creare un dialogo sulla nozione di tempo tra i dipinti del grande maestro italiano e i suoi. Il risultato è “Temporary Geography”, un’installazione che segue il suo ritmo attraverso ceneri e pigmenti neri.
“Interventions: Sophie Ko curata” è in programma dal 7 al 25 febbraio presso la Estorick Collection of Modern Art: Sophie Ko: Temporal Geography – Estorick Collection.
Sophie Ko, interazioni con i materiali alla ricerca del tempo
Sophie Ko (1981) vive e lavora a Milano. La pratica artistica di Ko si basa sul concetto di tempo, esplorato attraverso intense interazioni simboliche con i materiali che impiega – principalmente ceneri di immagini bruciate e pigmenti puri – e le immagini create.
Il cambiamento e l’instabilità dei materiali nel flusso del tempo sono alcune delle costanti della sua ricerca artistica. Ad esempio, “Geografia Temporale” fornisce un’esemplificazione di opere eternamente sospese tra l’atto di creazione e quello di distruzione.
Concepiti attraverso una negoziazione concettuale e formale tra scultura e pittura, questi lavori mettono in scena “un legame fatto di peso, pressione, gravità e la distruzione del tempo sulle immagini, ma anche di formazione, profondità, ritorno e rinascita riguardo al passare del tempo”. I suoi progetti mirano a esplorare la caducità e la mutabilità dell’esistenza.
Elena Re è una critica d’arte e curatrice indipendente. Lavora con istituzioni pubbliche e private, sia in Italia che all’estero, esplorando l’arte italiana attraverso progetti culturali, mostre, conferenze e pubblicazioni. Il suo interesse si concentra sul pensiero che precede l’opera d’arte, nonché su un approccio transdisciplinare all’arte nel suo complesso. La sua ricerca spazia quindi dalla fotografia concettuale all’architettura radicale e alla nozione del multiplo.