Il 22 settembre 2024 sono successe tante cose a Londra, tra cui il secondo appuntamento dello spettacolo Sono qui per Caos di Barbascura X, portato da BeComedy UK nella cornice al neon del Vauxhall Food & Beer Garden.
Tra i vari happenings però, il mio preferito rimane la celebrazione forte e inaspettata del duo Los del Río avvenuta quando tutti gli altoparlanti del Vauxhall Garden hanno pompato all’unisono:
”Dale a tu cuerpo alegría Macarena
Que tu cuerpo es pa’ darle alegría y cosa buena”
e un gruppo di signore dai capelli cotonati ha ballato la Macarena davanti agli sguardi increduli dei fan di Barbascura, in attesa di entrare in sala. Anno domini 2024. Se non è evoluzione questa…
Il linguaggio sapiosessuale di Barbascura X
Rimanendo in tema evoluzione, Barbascura X con il nuovo spettacolo ci ha presi, usati come cavie e catapultati nel suo universo fatto atomi indisciplinati, diapositive e video proiettati sulla lavagna interattiva (imprescindibile nella scuola contemporanea), spietati aneddoti di divulgazione scientifica, e falli. Proprio questi ultimi rappresentano il trait d’union tra la satira e le scienze nel linguaggio sapiosessuale di Barbascura. Fallocentrico, ma in senso lato. Perché certamente Barbascura col suo divulgare è caduto sull’uccello più volte della signora Longari, ma tuonando altrettante volte ”morte al patriarcato, sempre’’.
Questi falli lanciati da polpi bisognosi d’amore, membri che grattano lì dove una zampa non arriva, peni che (adattando il grande capolavoro di Frankie hi-nrg MC) ”fan cose che non si raccontano altrimenti gli altri peni chissà cosa pensano’’ sono in realtà meri strumenti a percussione che danno ritmo alla parabola barbascuriana, tutta dedicata al sapere condiviso.
Il sapere condiviso
Barbascura con la sua camicia sgargiante e sequenze di racconti, approfondimenti, aneddoti e interrogativi si è nuovamente preso la briga di far avvicinare le persone al mondo scientifico, vestendolo di irriverente comicità e pragmatismo. Risultato? Tentare di fare mente locale e ricordare sia il nome di una specie di farfalla che si nutre di lacrime (tra l’altro conosco una serie di esseri umani con simile necessità), sia quella della pianta carnivora che assume azoto grazie alle feci di Gino.
L’approccio punk alla divulgazione scientifica
Un’urgenza biologica così potente non la provavo dai tempi dell’esame di maturità.
Barbascura non è intelligente ”solo” perché è un ricercatore, è intelligente perché ha capito che l’apprendimento è un processo che può essere reso piacevole e intrigante attraverso la leggerezza della risata. Un approccio non ortodosso, non accademico, ma come è stato definito, punk. E proprio dal punk ho fatto partire la mia intervista.
Se la biologia fosse una band punk, quale sarebbe?
È una domanda complessa. Non so, forse gli Arctic Monkeys. Non sono proprio punk, ma penso all’evoluzione della loro carriera e del loro modo di fare musica. Hanno provato tante strade, a volte ci azzeccano, altre volte no, ma alcuni pezzi sono diventati iconici. Quindi sì, forse c’è un parallelo con la biologia: ci sono tentativi che falliscono, altri che funzionano e vengono ricordati da tutti.
L’intrattenere è diverso dall’insegnare ma…
Ricordare è un altro grande tema, specie quando ci si deve preparare per un’interrogazione. Il tuo metodo di divulgazione sembra funzionare alla grande. Dici che potrebbe soppiantare quello tradizionale?
Assolutamente no. Io intrattengo, ma insegnare è diverso. Ho lavorato molto con le scuole e le università, e il problema è che spesso ti trovi davanti a persone che sono ”costrette” a stare lì e non sono inclini all’ascolto. Devi trovare un modo per catturare la loro attenzione. Anche il miglior metodo di insegnamento non sempre funziona. Ogni professore deve trovare la propria strada: c’è chi riesce a coinvolgere con serietà o chi usa altri approcci, ma alla fine il vero problema è che molte volte, per frustrazione, smettono di provarci davvero.
Hai ragione. È anche una questione di responsabilità. Che ci dici della materia in cui sei propriamente specializzato, la chimica?
Credo che nelle scuole venga insegnata male. Si scelgono argomenti che non appassionano. Ad esempio, si perde troppo tempo su alcuni concetti che sono importanti, sì, ma potrebbero essere trattati in modo più coinvolgente. Si potrebbe far appassionare di più i ragazzi parlando della tavola periodica, esplorando gli elementi, vedendo come funzionano nella natura, raccontando storie che rendono la chimica più pratica e comprensibile.
La matematica come divertimento
Pensi che il problema sia generale, anche in altre materie?
Assolutamente. Molte materie vengono insegnate in modo sterile, come la matematica. È vista come qualcosa di difficile, mentre in realtà è un gioco di logica. Nei secoli scorsi gli aristocratici la usavano come un divertimento, e oggi potremmo farlo anche noi. Però l’abbiamo resa ostica, complicata. All’università l’ho odiata perché era previsto un esame orale in cui la materia andava quasi esclusivamente memorizzata. Molti studenti, anche per necessità di andare avanti con il percorso accademico, imparano concetti a memoria senza sapere a cosa servano, e questo è frustrante.
Qual è, allora, la tua idea di scuola ideale?
Una scuola dove si riesca a trasmettere il concetto che sta alla base delle materie, senza perdersi nei preamboli. Oggi il sistema scolastico è troppo legato a programmi antiquati, pieni di ripetizioni. Bisognerebbe concentrarsi di più su ciò che è utile e applicabile, lasciando da parte dettagli che poi si dimenticano. Bisogna trovare modi nuovi e coinvolgenti per insegnare. Serve creatività e la voglia di sperimentare.
Ora, non che io mi aspetti o desideri di trovare citata nei libri la leggenda dell’Orang Myniac, ma da ex. insegnate che ha coinvolto le sue classi attraverso l’uso della videopoesia (!?), non posso che essere d’accordo con Barbascura X, e con Audre Lorde, le cui parole (punk) dovrebbero essere scritte all’ingresso di ogni scuola:
”The learning process is something you can incite, literally incite, like a riot”.