Uno degli obiettivi principali di Londra Notizie 24 è quello di supportare artiste e artisti italiani anche attraverso la diffusione del loro operato.
Essendo io parte integrante della redazione, nonché un’appassionata di letteratura e cacciatrice disarmata di novità, quando mi capita di imbattermi in letture epifaniche, normalmente alzo la cornetta e condivido la scoperta con tutti i membri della mia segretissima Dead Poets Society.
Oggi, care lettrici e cari lettori, mi apro alla collettività per perseguire l’obiettivo di cui sopra, raccontandovi di un’autrice italiana di nome Alice Cervia, che ha scritto un libro, il suo primo, intitolato La coda delle lucertole.
Prima però partiamo dalla mia personale prefazione.
Londra in questi giorni è più moody che mai: caldo, freddo, caldo, pioggia, sole, 200% di umidità percepita, ancora pioggia, poi di nuovo sole. Beh – direte voi – certamente non è una novità. A quanto pare invece il mio sistema immunitario non ha memoria degli ultimi dieci anni passati qui, e viene preso in contropiede dal meteo tutte le santissime volte. Parafrasando, sono stata tre giorni nel letto con la febbre.
Nel mio sudario a est di Londra cercavo un diversivo che potesse riempire la noia è venuta in soccorso Alice Cervia
Nel mio sudario a est di Londra, oltre alla compagnia del cane migrante di nome Sancho, cercavo un diversivo che potesse riempire la noia con dell’altro stimolante e costruttivo. Ecco dunque che mi è venuta in soccorso Alice Cervia.
Alice, oltre ad aver scritto numerosissimi racconti per riviste quali ”Coye”, ”la nuova carne”, ”Rivista Blam”, nel 2022 è stata tra i vincitori del premio ”Short Kipple” con Colori Clandestini e del contest letterario ”Crimen Café” con Vuoti a vendere.
Un talento riconosciuto dunque, e che ho avuto il piacere di “assaporare” nelle 47 pagine di incredibili personaggi e colpi di scena che compongono il suo romanzo. Vincenzina Montefiori ne è la protagonista: ha 23 anni, un padre malato di Alzheimer, e un lavoro peculiare che la porterà a collaborare con un cacciatore di anime evase dall’aldilà di nome Ruben.
Essendo lei una genealogista infatti, Ruben la ingaggia per risolvere una serie di morti misteriose che si susseguono con le stesse modalità, in epoche tra di loro lontane.
Anche se normalmente non amo delineare me stessa e gli altri seguendo esclusivamente i contorni del lavoro che si svolge, per Vincenzina la questione è un po’ diversa.
Lei ama i cimiteri che “Non ha mai visto come luoghi di fine, ma di nuovi inizi”, non veste colorata, ama la pioggia, e insieme a Persefone (un duo che Vincenzina chiama “amichedinomidimerda”) sono divoratrici onnivore di libri, ascoltano musica che non piace a nessuno, e soprattutto sono professioniste dei sogni a occhi aperti.
Fare ricerche genealogiche ripercorrendo la vita di persone defunte, in qualche modo forgia Vincenzina, come del resto la sua natura interiore influisce e “risponde” al richiamo del lavoro che ha scelto. O meglio, la scelta sembra essere mutuale.
La scrittura di Alice Cervia brilla in coerenza senza mai essere scontata
Un tratto che mi ha molto colpita perché nella costruzione del personaggio, Alice Cervia brilla in coerenza senza mai essere scontata. La protagonista si mostra immediatamente per quella che è al lettore, scordandosi parallelamente di ricordarlo a se stessa e a guardarsi dentro.
Con lo stomaco spesso vuoto e la testa persa tra presente e passato, Vincenzina è un personaggio che si fa amare immediatamente. Tanto del suo background e quello del co-protagonista Ruben l’autrice lo deve alla sua lunga permanenza a Londra: i cimiteri per esempio, sono ispirati a quelli inglesi di campagna, incontrati nel corso di passeggiate lungo il Thames Path e, soprattutto, ai misteri di Highgate Cemetery.
Ci racconta la stessa Alice: “Ho vissuto a Londra per anni, lavorando tra Camden e Mornington Crescent. Tutte le mattine sull’autobus che mi portava in ufficio, incontravo lo stesso ‘personaggio’. Un signore alto e con una barba folta, vestito ogni giorno con abiti diversi e ‘improbabili’. A volte un cappello da cowboy, a volte una mantella di velluto rosso e così via. Ogni giorno mi chiedevo che lavoro facesse per giustificare il suo abbigliamento. È nato così il personaggio di Ruben”.
La realtà dà spunti alla fantasia che questa giovane scrittrice domina creando universi bizzarri, gotici, sottosopra
E quando si dice che la realtà supera la fantasia nel caso di Alice Cervia e della sua scrittura, non è proprio così. La realtà dà spunti alla fantasia che questa giovane scrittrice domina creando universi bizzarri, gotici, sottosopra. Universi che si amplificano e poi collassano su se stessi, coinvolgendo il lettore in un valzer della morte e del mistero come per incantesimo.
A me ha salvato dal tedio, e il paracetamolo ha fatto il resto.
Consiglio però, al di là delle influenze stagionali, di allietare il vostro tempo con La coda delle lucertole, edito da Augh! Edizioni, che trovate sia in libreria che negli store online. Buona lettura!