Transiti, il servizio di supporto psicologico per chi torna e chi va via dall’Italia

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Transiti Servizi psicologici online (copyright Transiti).
Transiti Servizi psicologici online. Dalla prevenzione, all’orientamento e alla cura pensando sempre al benessere psicologico dell’expat (copyright Transiti).

In questa intervista rilasciata a Londra Notizie 24, la dottoressa Anna Pisterzi risponde alle domande che le abbiamo rivolto sui servizi di supporto psicologico online in lingua madre per italiani in espatrio offerti da Transiti.

Nell’immaginario collettivo contemporaneo, spesso gli expat vengono dipinti come inguaribili bohemienne scappati dalla dura realtà italiana, che vivono la vita come in un film indie dal finale aperto. Niente di più lontano dalla verità, e spesso quando quest’aspettativa viene disattesa, si trasformano in buoni a nulla che hanno lasciato il Paese più bello del mondo senza neanche aver raggiungo il fantomatico ”successo”. Le motivazioni che possono spingere a lasciare il Paese d’origine sono molteplici, e il percorso, mai lineare, che ognuno di loro (noi) affrontano è spesso difficile, disorientante. Come inserirsi in un nuovo tessuto sociale e culturale? Cosa si lasciano alle spalle? E, viceversa, come affrontare il rientro in patria dopo anni di lontananza? Secondo l’Atlante della salute mentale (OMS, 2021), circa metà della popolazione mondiale necessita di supporti psicologici, ed è stato riscontrato che la terapia nella lingua madre è il doppio più efficace che in un’altra lingua. Tenuto conto di tutti questi aspetti, e di quello fondamentale della prevenzione psicologica, nel 2017 nasce Transiti, progetto incentrato sul supporto psicologico online che utilizza la tecnologia attraverso una scelta guidata da etica e professionalità, rispondendo ai bisogni reali degli expat italiani. A parlarci di Transiti è la dottoressa Anna Pisterzi, fondatrice di Transiti e della cooperativa sociale TPE, la quale, con estrema professionalità ha risposto alle domande che molti di noi migranti ci poniamo sulla questione del supporto psicologico fuori dai confini italiani.

Dottoressa Anna Pisterzi, fondatrice di Transiti e della cooperativa sociale TPE (copyright Transiti).
Dottoressa Anna Pisterzi, fondatrice di Transiti e della cooperativa sociale TPE (copyright Transiti).

Strumenti di prevenzione a favore del benessere psicologico delle persone in mobilità internazionale sono necessari

Come è nata l’idea del progetto Transiti e come è diventata la realtà che è oggi?

Transiti nasce come progetto collettivo nel 2017 in risposta alla domanda di supporto psicologico e psicoterapia in lingua madre da parte di persone di lingua e cultura italiana che risiedono all’estero. Io avevo iniziato dei percorsi di supporto attraverso le videochiamate già da qualche anno, percependo da subito la necessità di formarmi su due grandi temi, le componenti specifiche della psicologia dell’emigrazione e il nuovo modello di supporto psicologico attraverso l’ambiente digitale. Pian piano è maturata l’idea di un progetto collettivo che unisse la parte clinica a ricerche scientifiche più strutturate e alla divulgazione e sensibilizzazione della tematica in modo da costruire strumenti di prevenzione a favore del benessere psicologico delle persone in mobilità internazionale. Due anni fa è infine nata la cooperativa sociale Transiti Psicologia d’Espatrio (TPE)  in modo che ci fosse un contenitore  adeguato per rappresentare un progetto collettivo con una forte missione sociale

Puoi spiegarmi come funziona il servizio, partendo dalla prima consulenza completamente gratuita?

La possibilità, relativamente recente di offrire percorsi psicologici online ci ha fatto a lungo riflettere sui cambiamenti che le tecnologie digitali pongono nelle possibilità di relazione e ricerca delle informazioni in ambito di salute psicologica. Ci siamo interrogati come usare al meglio questa possibilità senza perdere in umanità. Il risultato è il nostro servizio di accesso: l’accoglienza che è uno strumento gratuito a disposizione di tutti per orientarsi nelle differenti possibili risposte ad una difficoltà che si esprime anche sul piano psicologico. Le persone che arrivano in accoglienza sanno di avere necessità di un aiuto ma quale sia il migliore strumento per affrontarlo può non essere chiaro.

Supporto psicologico focalizzato,  psicoterapia,  percorso individuale o di gruppo, di coppia o di famiglia, consulenza di carriera, percorsi psicoeducazionali su temi specifici come ad esempio la genitorialità tra due o più culture, sono solo alcune delle possibilità a cui una persona può accedere. Tutti gli psicologi della cooperativa mettono a disposizione alcune ore gratuitamente per incontrare le persone nel servizio di accoglienza.

Accogliere le persone in questo modo ci permette anche di mettere in atto l’Universalismo Proporzionale come sostiene l’OMS. Non tutte le persone hanno le stesse capacità economiche per affrontare un percorso di supporto psicologico, noi siamo una onlus quindi la nostra missione sociale è garantire l’accesso alla cura più ampio possibile.

Allo stesso tempo è fondamentale il riconoscimento di un adeguato compenso per il professionista che opera online. Siccome la terapia online è un modello nuovo di intervento, quindi aggiunge complessità al lavoro, oltre a produrre ricerca scientifica e a formare nuove generazioni su questi temi (io insegno in università la relazione tra uomo e internet)  è necessario che i professionisti abbiano una seniority e un expertise ampio.

In quale fascia d’età riscontrate una maggiore richiesta dei vostri servizi?

E’ la fascia tra i 30 e i 45 anni quella che maggiormente si rivolge a noi, giovani genitori, lavoratori con 5-10 anni di esperienza e un aumento di responsabilità sia verso il lavoro che verso la famiglia, anche di origine. Persone che cercano un servizio di qualità, che spesso, hanno letto attentamente il nostro sito, che seguono i nostri contenuti di divulgazione che pubblichiamo sull’expat blog.

Transiti Servizi psicologici online (copyright Transiti).
Transiti Servizi psicologici online. Dalla prevenzione, all’orientamento e alla cura pensando sempre al benessere psicologico dell’expat (copyright Transiti).

Quali sono gli ostacoli, se ce ne sono, che possono in qualche modo inibire l’inizio di un percorso di terapia a distanza? Come vengono eventualmente superati?

Sicuramente il proliferare dell’offerta di servizi online dedicati al benessere psicologico genera una certa confusione informativa. Questa confusione si può ovviare prendendosi il tempo di documentarsi approfonditamente e quindi cogliere le differenze tra le proposte. Per quanto riguarda Transiti la nostra soluzione è stata da un lato offrire un servizio di accoglienza gratuita per dialogare con le persone e rispondere a dubbi e domande dall’altro evitare una promozione pubblicitaria aggressiva. Siamo un servizio slow in un mondo fast, ma essendo che il supporto psicologico  promuove la consapevolezza e la riflessione dell’individuo abbiamo accettato di essere meno visibili ma più coerenti con i valori del nostro mestiere, anche online.

Spesso si sottovaluta che rimpatriare rappresenta, soprattutto dopo alcuni anni di permanenza in un altro Paese, un nuovo espatrio

C’è più richiesta dei vostri servizi in Italia o all’estero?

Ci arrivano più richieste dall’estero in coerenza con la suddivisione aire della popolazione italiana residente all’estero (50% dall’Europa e 50% resto del mondo). In Italia ci chiede aiuto chi rimpatria. Spesso si sottovaluta che rimpatriare rappresenta, soprattutto dopo alcuni anni di permanenza in un altro Paese, un nuovo espatrio. Abbiamo anche alcune richieste in Italia da parte di chi rimane e accompagna con lo sguardo e con il cuore una partenza

Anche se è scorretto generalizzare, dalla mia esperienza di migrante riscontro in molti miei connazionali Expat l’esigenza di un supporto psicologico focalizzato sul gestire lo stress dato dai ritmi frenetici del lavoro. Confermi questa necessità? Quali sono in generale le maggiori difficoltà riscontrate da un/a migrante?

Questo aspetto dipende dalla cultura lavorativa del Paese e dalla tipologia di lavoro. Sicuramente nelle metropoli e in alcuni Stati vi è una cultura del lavoro always on che spinge le persone ad essere sempre disponibili, questione che oggi è amplificata dagli ambienti digitali che hanno modificato il nostro rapporto con lo spazio tempo. Ci sono invece alcune zone dell’Europa, penso ai paesi scandinavi e del mondo, penso all’Australia in cui il tempo personale è ampiamente salvaguardato e tutelato e nessuno si sognerebbe di leggere una email dopo le 17 o nel weekend.

Le difficoltà che una persona in una traiettoria d’espatrio incontra possono essere legate principalmente allo spaesamento, ossia a quel sentimento di estraneità di non sentirsi appartenenti al nuovo contesto e al contempo perdere alcuni aspetti della propria cultura di origine. Su questo aspetto più ampio si innestano poi i confronti e le differenze di cultura, lingua, valori, visione dell’uomo che poi danno origine a determinati comportamenti e richieste sociali come ad esempio quella di essere sempre disponibili al lavoro come in USA o di una educazione scolastica focalizzata sulla performance come in Cina.

Sempre basandomi sulla mia personale esperienza, molti/e italiani/e tornati/e in patria raccontano che per riadattarsi al contesto socioculturale occorrono in media due/tre anni. Confermi questo dato?

Si come accennato prima il rimpatrio è di fatto un  nuovo espatrio. Noi non siamo più gli stessi e anche il contesto culturale è mutato. La cultura dei posti è un qualcosa di vivo che evolve (o involve). L’esperienza di una vita in un altro luogo ci arricchisce ma appunto ci cambia in modo più marcatamente evidente che se fossimo rimasti nel nostro Paese di origine. E’ dunque un nuovo incontro che spesso viene sottovalutato.

La prevenzione è uno degli strumenti più efficaci per garantire al più ampio numero di persone possibili di mantenere un equilibrio psicologico

Mi interessa moltissimo il concetto di prevenzione che sviluppate anche attraverso il vostro blog. Come lo avete strutturato? Che strumenti fornite? In generale pensi che in Italia ci sia adeguata attenzione alla prevenzione?

La prevenzione è uno degli strumenti più efficaci per garantire al più ampio numero di persone possibili di mantenere un equilibrio psicologico che permetta di fronteggiare la complessità dell’esistenza in una traiettoria d’espatrio. Per noi la mobilità è vista come una possibile tappa di sviluppo dell’individuo paragonabile per portata ad altri momenti importanti, come l’ingresso nel mondo del lavoro, la nascita di un figlio, affrontare una malattia grave. In questi momenti di grande cambiamento esistenziale può essere utile arrivare preparati. E infatti per alcuni di questi momenti è normale cercare manuali, corsi e percorsi di accompagnamento, sulla mobilità internazionale non c’è ancora questa consapevolezza. Il nostro blog attraverso l’approfondimento delle questioni psicologiche legate all’emigrazione cerca di fornire spunti di riflessione utili a riflettere e quindi a rendere consapevoli pensieri e strategie di vita.

Se un/a paziente è seguito/a da colleghe/i nel Paese in cui vive ma decide comunque di iniziare un percorso con voi, è una possibilità contemplata o deve necessariamente scegliere uno dei due percorsi?

E’ un tema delicato. La risposta è dipende: ci sono percorsi compatibili e altri mutuamente esclusivi. Se ad esempio io sto facendo un percorso di psicoterapia individuale  posso partecipare contemporaneamente ad un percorso di coppia o familiare con un altro terapeuta. Oppure è possibile seguire in contemporanea un  gruppo sulla genitorialità o affrontare un percorso di consulenza di carriera. Sono invece incompatibili due percorsi di psicoterapia in contemporanea. Quando ci è capitato che arrivassero in accoglienza persone che stavano già affrontando un percorso magari nella lingua del Paese in cui stavano vivendo abbiamo sempre consigliato di parlare delle difficoltà che stavano riscontrando nell’attuale percorso con il professionista che li stava seguendo e solo dopo aver eventualmente chiuso quel percorso iniziarne uno nuovo.

Traiettorie. Guida Psicologica all'Espatrio (copyright Transiti)
Traiettorie. Guida Psicologica all’Espatrio (copyright Transiti)

Il libro Traiettorie. Guida psicologica all’espatrio stimola a porsi le domande necessarie quando si affronta un percorso migratorio

Parlami del libro Traiettorie. Guida Psicologica all’Espatrio. Che tematiche si affrontano e in che modo rappresenta una guida?

Come dice il titolo è una guida, ma  particolare, perchè più che fornire risposte stimola a porsi le domande che sono necessarie quando si affronta un percorso migratorio. Le risposte infatti variano nel tempo, nello spazio nel momento di vita, mentre invece le buone domande sono un faro a cui ricorrere per migliorare il proprio livello di consapevolezza rispetto a ciò che si sta affrontando. Abbiamo voluto un libro colorato e pieno di spazi per scrivere sottolineare appuntarsi degli aspetti. I colori dei capitoli rappresentano le differenti angolazioni da cui possiamo osservare la mobilità: esistenziale con le domande di fondo, temporale con le istantanee di alcuni momenti cardine dell’esperienza d’espatrio, identitaria in cui a partire dalle storie cliniche abbiamo lavorato su aspetti come la lingua, cultura, relazioni, concreta in cui a partire da alcuni oggetti simbolo come casa, valigia passaporto abbiamo provato a riflettere sulla sintesi che questi oggetti rappresentano.

Conclude la guida il capitolo 5 dedicato agli strumenti: link, libri, film, podcast che possono aiutare ad approfondire le tematiche trattate in contesti specifici, come ad ad esempio i libri per bambini che facilitano la comunicazione sul trasferimento tra adulti e bambini, permettendo anche ai bambini di esprimere i propri pensieri e emozioni a riguardo

Questa è una sezione in continuo aggiornamento quindi può essere visitata online tramite il QR code presente nel libro. Ma mano che troviamo strumenti utili li aggiungiamo. Chiunque voglia contribuire a ampliare la mediateca può scriverci a traiettorie@transiti.net

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