Utoya: la tragedia unisce o separa?

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Utoya, l'opera di Edoardo Erba che debutta all'Arcola Theatre di Londra dal 13 al 31 agosto (credits M. Gobbi).
Utoya, l'opera di Edoardo Erba che debutta all'Arcola Theatre di Londra dal 13 al 31 agosto (credits M. Gobbi).

Il teatro contemporaneo di Edoardo Erba per la prima volta a Londra, con Utoya dal 13 al 31 agosto all’Arcola Theatre.

Utoya: la tragedia separa oppure ci unisce?

Utoya, l'opera di Edoardo Erba che debutta all'Arcola Theatre di Londra dal 13 al 31 agosto (credits M. Gobbi)..
Utoya, l’opera di Edoardo Erba che debutta all’Arcola Theatre di Londra dal 13 al 31 agosto (credits M. Gobbi).

Colpo grosso di Riva Theatre e ZAVA Productions che, in collaborazione con l’Arcola Theatre, sono riusciti a portare per la prima volta sul palcoscenico inglese la drammaturgia del famoso autore italiano Edoardo Erba, basata sulla strage di Utøya del 22 luglio 2011.

Andando a leggere del tragico evento viene da chiedersi come sia possibile parlarne a teatro. Ebbene, si può e, consentiteci di dire, si deve.

A questa conclusione siamo arrivati parlandone coi diretti interessati del progetto teatrale all’Arcola Theatre, cominciando proprio dallo stesso autore che ringraziamo per la gentile pazienza.

Ne parliamo in una breve pausa durante un suo impegno teatrale in Italia, cominciando da lontano, come è nata l’idea di scrivere di Utøya?

Utoya è nato quasi come una commissione

Utoya è nato quasi come una commissione, più precisamente dalla proposta della regista Serena Sinigaglia dopo aver letto il reportage del giornalista Luca Mariani sulla strage che costò la vita a 69 giovani laburisti presenti sull’isola per il campo estivo (l’isola norvegese è sede storica dei campeggi estivi dei giovani socialisti).

Di fatto la ricerca di Mariani nel suo Il Silenzio sugli Innocenti ha portato alla luce dettagli raccapriccianti di quella che di fatto fu una strage politica pianificata da tempo, ben diverso da come molti organi di informazione di allora trattarono la notizia.

Un argomento che rappresentò di certo una sfida allo scrivere brillante e ironico di Edoardo Erba, ma come tiene a precisare, un processo creativo che non affrontò da solo: “E’ doveroso citare la consulenza tecnica di Luca Mariani”.

Nella drammaturgia originale come quella della premiere inglese dell’Arcola Theatre, i personaggi sono tre coppie che in modo diverso vengono toccate dalla tragedia che si sta consumando vicino a loro.

C’è la coppia di genitori che tentano di mettersi in contatto con la figlia che si trova sull’isola; i vicini di casa dell’autore della strage e due agenti in servizio che dovrebbero intervenire.

Nella proiezione della reazione dei personaggi alla tragedia lo spettatore non troverà risposte o un conforto, ma piuttosto sarà portato a riflettere sul comportamento dell’individuo in una situazione di emergenza e dell’inevitabilità di due soli scenari possibili: la tragedia divide o unisce le persone.

Un elemento che, ci racconta Marco Young che della rappresentazione è sia interprete che traduttore, ha preservato nella versione inglese di Utoya:

“Tradurre un testo teatrale dall’italiano all’inglese – spiega – è sempre alquanto complesso. Pensate alla ricchezza della lingua italiana e al fascino della prosa; in inglese a volte si ha la sensazione di ridimensionare il testo.

Utoya è uno script emotivo e molto intelligente per l’approccio che Edorado Erba fa della tragedia, da una prospettiva diversa, quasi la evoca.”

Mi ha anche molto colpito l’aspetto antropologico della drammaturgia, esplora quello che in inglese chiamiamo “the human response to a crisis”. Vicini alla tragedia, ma anche distanti fra di loro, i sei personaggi ci mostrano le loro fragilità, i loro limiti, ma anche il loro peggio nelle reazioni all’evento traumatico.

Nella necessità di rimanere fedeli al testo originale, anche l’esigenza di mantenere l’individualità dei singoli personaggi, ossia trovare per ciascuno una propria voce.

Una prova che Marco Young affronta sia fuori che sopra il palcoscenico dell’Arcola Theatre e vi spieghiamo subito il perché’.

Oltre che traduttore, Marco Young è prima di tutto un attore professionista (laurea alla Bristol Old Vic Theatre School e Università di Cambridge) e dal 13 agosto sarà in scena con Kate Reid ad interpretare le tre coppie della drammaturgia.

Prendendo in prestito le parole della regista Sarah Stacey “Utoya è una sceneggiatura impegnativa, complessa e potente’’, sei personaggi in una performance di 65 minuti è una mission impossible? Ce ne parla Kate Reid:

“Una sfida interessante, sicuramente. L’obiettivo è differenziare i personaggi in modo chiaro per il pubblico, senza però compromettere la naturalezza e la verità del testo.

E’ fondamentale individuare differenze sottili e distintive tra di loro, senza mai esagerare o enfatizzarle eccessivamente, ma piuttosto osservare attentamente i dettagli e nei piccoli gesti che li caratterizzano, evitando così che diventino caricature.”

Edoardo Erba, autore di Utoya (Ph. www.edoardoerba.it).
Edoardo Erba, autore di Utoya (Ph. www.edoardoerba.it).

L’orrore di ciò che è accaduto a Utoya viene affrontato da Edoardo Erba in modo abile e sensibile senza per questo voler dare risposte, anzi sorprendentemente il testo contiene momenti di umorismo.

La storia comincia con l’inizio di una settimana, una settimana normale per tutti i protagonisti, ed è proprio l’umorismo che Edoardo trova in questa normalità, contrasta in modo brillante con i temi più oscuri che emergono mano a mano dalla sceneggiatura.

Entrambi gli attori auspicano sì che il pubblico possa trarre le proprie conclusioni nel legame emotivo che instaurerà con i personaggi, ma che possa uscire da teatro aperto ad una discussione più profonda sulle tematiche morali e politiche che sottendono alla pièce.

Nella provocazione di verità scomode, l’invito a guardarsi dentro, a cercare di capirci meglio semplicemente come esseri umani.

Utoya, all’Arcola Theatre fino al 31 agosto: cronaca di un successo annunciato

Utoya, in scena fino al 31 agosto (www.arcolatheatre.com/whats-on/utoya/) è un progetto teatrale reso possibile anche dal supporto di personalità, enti e associazioni, quali: Sue Whitley OBE, Guy Stobart, Sue Heathcote and Bill Heathcote, WellTax, Anglo-Norse Society, Maria Bjӧrnson Memorial Fund, Com.It.Es di Londra, Isitituto Italiano di Cultura di Londra, Unity Theatre Trust, Cambridge Online Tutors and Ian McKellen.

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