Elezioni, Billé (FI): “Noi siamo la novità, ora di alternanza democratica”

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In vista delle elezioni politiche di questo settembre, Luigi Billé si è espresso sulle proposte del centrodestra, senza risparmiare qualche stoccata agli avversari del PD.

Elezioni 2022, parla Luigi Billé (FI)

Continua la campagna per le Elezioni politiche 2022, che si avvicina sempre più al suo termine soprattutto per quanto riguarda gli italiani all’estero. Questi ultimi dovranno infatti far pervenire i plichi elettorali compilati al Consolato Generale entro il 22 settembre alle ore 16 per poter far valere il proprio voto.

A raccontare le sue proposte per gli italiani all’estero questa volta è Luigi Billé, da oltre vent’anni impegnato al servizio della comunità italiana in Gran Bretagna come consigliere del Comites e del CGIE, e candidato nella ripartizione europea della circoscrizione estero con Forza Italia per le elezioni politiche del 25 settembre.

Fra le proposte presentate non solo quelle comuni a tutte le forze politiche, ovvero il potenziamento dei servizi consolari e l’incentivazione a studiare e mantenere un contatto con la cultura italiana, ma anche quella di istituire, per la terza volta, il Ministero degli Italiani nel Mondo. Non mancano le stoccate agli avversari politici, in particolare al centrosinistra rappresentato in primo luogo da Andrea Crisanti, che secondo Billé ha “preso a schiaffi” gli italiani negli ultimi anni.

Billé: “Proponiamo il Ministero degli Italiani nel Mondo, il centrosinistra ha preso gli italiani all’estero a schiaffi in faccia”

Quali sono le iniziative del centrodestra per gli italiani all’estero?

Le nostre proposte sono quelle che ci dà il popolo, ovvero i problemi che abbiamo tutti noi come figli dell’emigrazione italiana all’estero. È un programma che verte su problematiche quali l’erogazione dei servizi consolari, l’abolizione dell’IMU, la revisione dell’assistenza sanitaria ed i corsi di lingua e cultura per i quali i ragazzi ora devono pagare rette piuttosto alte. Bisogna incentivare gli enti promotori, dando più soldi in modo tale che riescano ad essere potenziati ed allo stesso tempo a trasferire un risparmio alle famiglie.

Per il resto, abbiamo in programma riforme delle quali si è parlato tanto senza che il centrosinistra facesse mai nulla. A dirla tutta, il centrosinistra non ha mai fatto nulla riguardo a tutte queste problematiche: hanno declassato quarantaquattro sedi consolari dall’inizio del governo Letta, hanno ridotto i fondi per gli enti gestori, hanno tolto cinquanta milioni ai patronati, hanno fatto la spending review… Ecco, questo è quanto ha fatto fondamentalmente il PD. Noi, al contrario, continueremo sulla strada di quegli obbiettivi che ci chiede il popolo, ed in più abbiamo aggiunto delle riforme per le rappresentanze territoriali, e poi vogliamo riproporre quella che è una mia fissazione, ma anche di Forza Italia, ovvero il Ministero degli Italiani nel Mondo. Forza Italia ha una grande tradizione in materia di italiani nel mondo, avendo creato il primo Ministero degli Italiani nel Mondo con Sergio Berlinguer nel ’94. Successivamente il Ministero tornò nel 2001-2006, e se è vero che non c’è due senza tre, io sono convinto che prossimamente avremo di nuovo questo Ministero. 

Su questi punti, soprattutto per quanto riguarda la riforma delle istituzioni, sembra esserci una trama comune fra voi, il centrosinistra ed il terzo polo.

Ti fermo qui, loro rimettono in discussione quello che hanno disatteso dal 2006 con tre anni di governo Berlusconi in mezzo. Sull’IMU hanno creato una doppia discriminante: la comunità italiana all’estero è già discriminata rispetto a quella che vive in Italia perché paga l’IMU, e adesso hanno creato un’altra classe privilegiata all’interno della comunità italiana all’estero che ha un’esenzione. Ben venga che ce l’abbia, per carità, io non sono contro l’esenzione ma contro la discriminante. Hanno privilegiato una piccola classe di italiani all’estero, lasciando il resto a pagare per intero l’IMU.

Hanno messo le nostre stesse voci, a parte alcune come il Ministero degli Italiani all’Estero che hanno chiuso proprio loro nel 2006, ma sono voci che hanno disatteso in tutti questi anni, e i connazionali sono stanchi di tutto questo. Ci hanno provato una volta, due volte, tre… forse adesso è il caso di passare la mano.

Mi sembra di capire che il dialogo sia complicato nonostante queste somiglianze nei programmi. A prescindere da chi poi vinca le elezioni, che prospettive ci sono per un dialogo con le altre parti politiche?

Per quanto mi riguarda non ho alcuna prospettiva di dialogo con il centrosinistra, anche in virtù delle loro scelte e degli schiaffi e pesci in faccia che danno agli italiani all’estero. Te ne cito una: la candidatura di Crisanti. Credo che sia uno schiaffo morale agli italiani nel mondo, ma soprattutto alle rappresentanze territoriali degli italiani nel mondo, perché hanno subordinato Schiavone a Crisanti. Schiavone era il segretario generale dell’ente sommo delle rappresentanze territoriali, il CGIE, ed è stato subordinato a Crisanti che dice di aver vissuto a Londra, ma forse nella sua bella casa di Chelsea. Io, che conosco bene la comunità italiana a Londra, Crisanti lo conoscevo solo come un ottimo virologo che vive in Italia. E non solo questo: Crisanti parla anche male delle rappresentanze territoriali, del Comites e del CGIE. Io mi sento umiliato come consigliere sia del Comites che del CGIE, ma non credo che Schiavone si senta umiliato se accetta questo stato delle cose. Questi sono schiaffi in faccia continui da parte del PD, che non lasciano alcuna possibilità di dialogo. Loro sono il centrosinistra con le malefatte che continuano a perpetrare, mentre noi siamo la novità e l’innovazione. Poi sarà il popolo a giudicare, se ci vorrà dare il consenso, quello che faremo. Questa è la democrazia, o meglio l’alternanza democratica che ancora non viene accettata da questo popolo di centrosinistra. Loro continuano a paventare disastri ed invasioni di cavallette, senza rispetto per la volontà del popolo. Questo mi lascia senza alcuna voglia di dialogare, perché le loro sono fandonie e negazioni dell’evidenza. Noi siamo noi, e loro sono loro.

Riprendo il tema che ha aperto riguardo al Comites e, non me ne voglia, proprio Andrea Crisanti. Dalla nostra intervista con il candidato del PD è uscita, piuttosto che un attacco allo stesso ente, l’intenzione di potenziare il Comites attraverso finanziamenti e l’aumento dei suoi poteri. Quali sono invece le vostre proposte in merito?

Crisanti dovrebbe, piuttosto che farsi dare un’infarinatura di qua e di là, mettersi proprio a studiare, perché dimostra una palese ignoranza in materia.

Mi scusi se la interrompo, per correttezza vorrei notare che anche Golam Tipu, consigliere del Comites e candidato del terzo polo, ha fatto proposte simili a quelle di Crisanti.

Allora mi dispiace per Tipu, ma anche lui sta dicendo delle eresie. Non è nuovo a dire cose del genere alle volte, e questo posso confermarlo con piena serenità. Crisanti poi dovrebbe sapere che i Comites operano con progetti integrati. Al Comites viene erogato quello che serve per l’ordinarietà; per il resto, si procede all’erogazione di fondi integrativi sui progetti. Quindi il Comites, se vuole fondi ulteriori a quelli erogati, deve semplicemente presentare un progetto. Non servono ulteriori gettiti, per Londra parliamo già di cinquantamila Euro per l’ordinarietà, e sono già tanti. E bisogna anche tener conto che se ci sono avanzi di bilancio, il Ministero erogherà meno per l’anno successivo. Ma di queste cose, né Golam Tipu né tantomeno Crisanti sono a conoscenza. Paventano misure che non hanno nulla di concreto, ma bisogna essere un po’ pragmatici e soprattutto studiare e conoscere come funzionano le cose.

Quindi lei sarebbe contrario, ad esempio, alla remunerazione dei consiglieri dei Comites?

Nella maniera più assoluta. Il consigliere del Comites opera in via volontaria, se non lo vuole fare non lo faccia. È prevista una copertura delle spese, ma non vedo perché debbano essere remunerati quando non hanno le stesse responsabilità di altre figure istituzionali. E poi la legge lo spiega chiaramente, non so se loro l’abbiano letta, il ruolo del Comites è preciso. Quindi sono assolutamente contrario a questa proposta.

E per quanto riguarda il potenziamento dei poteri e delle responsabilità dei Comites?

Qui parliamo di una cosa diversa, non possiamo confondere fave e ceci. Per l’erogazione di fondi bisogna capire per quale ragione lo si vuole fare. Se la ragione è aumentare i poteri del Comites, cosa si vuole aumentare? Le cose non si dicono così per dire perché siamo in campagna elettorale, noi viviamo in una condizione di italiani all’estero, non in un comune italiano. Quindi bisogna capire quali sono i compiti e le competenze, ma ancor più le responsabilità. Su questo bisogna lavorare: compiti, competenze, responsabilità e poteri, se così vogliamo chiamarli. Mi sembra una parola molto forte, detto così l’idea di potere mi fa paura perché sono un liberale ed aspiro ad avere meno Stato, più libertà e più movimento. “Poteri” mi porta a periodi della storia che preferirei non rincorrere.

Infine chiedo a Luigi Billè se ha un messaggio per gli elettori.

Votare per i candidati di Forza Italia e darmi la loro fiducia. Non c’è bisogno che mi venda, tanti nella circoscrizione conoscono le mie attività, sono consigliere del Comites da due mandati, sono consigliere del CGIE da altrettanti, e ordinariamente mi occupo di ciò che ha a che fare con l’erogazione dei servizi oltre ad aiutare i patronati, le chiese e le missioni. Tutto questo l’ho sempre fatto con uno spirito di volontariato e con la vocazione necessaria affinché la comunità riconosca qualcosa di tangibile. Spero di portare avanti questa tradizione anche da parlamentare, in modo tale da avere altri strumenti per poter risolvere i problemi degli italiani all’estero.

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