Feel the Yarn, i filati italiani conquistano gli inglesi con qualitá, creatività e sostenibilitá

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Qualità, creatività e ora anche sostenibilità: questi i pregi dei filati italiani messi in mostra a Feel the Yarn Londra.

Feel the Yarn, a Londra i Filati italiani mettono in mostra innovazione e sostenibilità

Puntano soprattutto su qualità e sostenibilità, frutto di creativita ed innovazione, e cura del cliente i produttori di filati italiani per mantenere e confermare la loro leadership tra i fornitori dell’industria tessile britannica.

A confermarlo, Alberto Enoch, presidente del Consorzio Promozione Filati, che ha guidato le 29 aziende presenti a Feel The Yarn, l’evento che si è svolto il 13 e 14 luglio a Londra.

Il presidente del Consorzio Promozione Filati Alberto Enoch all'evento Feel The Yarn Londra (f.P.Nigro).
Il presidente del Consorzio Promozione Filati Alberto Enoch all’evento Feel The Yarn Londra (Ph. P.Nigro).

“Quest’anno è particolarmente felice per la quantità di ordini – spiega Enoch – e le lamentele semmai riguardano la gestione difficile di quegli ordini, che richiede sempre più lavoro, che soffre per la brevità delle consegne, per la mancanza di materia prima, e soprattutto per i costi energetici e di logistica saliti anche di sei sette volte”.

L’evento, il secondo quest’anno organizzato dal Consorzio insieme alla Italian Trade Agency nella capitale britannica e ospitato nella bellissima chiesa convertita di One Marylebone, ha permesso alle aziende presenti di incontrare vecchi e nuovi clienti, a cui presentare le ultime novità per la stagione autunno – inverno 2022-23.

Feel The Yarn è il nostro marchio ombrello per la promozione internazionale delle aziende consorziate – spiega il presidente  – L’edizione di Londra nasce dalla volontà dei consorziati di reagire alle difficoltà dovute a Brexit e Covid, di venire a Londra per incontrare i clienti e per riprendere il proprio mercato”.

La formula, ormai collaudata da trent’anni, è snella, business oriented, volta soprattutto alla presentazione delle collezioni, e prevede un gran numero di appuntamenti, praticamente uno ogni mezz’ora, nel corso della due giorni di Feel The Yarn.

“Siamo entrati da poco sul mercato inglese – spiega Eleonora Priolo della The Royal Collecion – ma non pensavamo di trovare così tanti clienti con i nostri filati fantasia, pettinati e cardati. E certamente stiamo superando gli ostacoli di Covid, perché per esempio rispetto all’edizione di febbraio vedo più movimento”.

Incontri tra produttori e clienti a Feel The Yarn Londra (ph. P. Nigro).

Il Consorzio rappresenta 18 aziende di Prato, 14 biellesi e 9 provenienti da Piacenza e Vicenza, in pratica eccellenze nella produzione di filati che sono protagonisti soprattutto nella maglieria o negli accessori.

Aziende che partecipano all’edizione londinese di Feel The Yarn e a quelle analoghe di Tokyo, Seul, Shentzen e New York principalmente per incontrare clienti vecchi e nuovi, i brand, a cui presentare la loro produzione ed offrire ai creativi spunti da utilizzare nelle produzioni di jumper e sweater.

I clienti dal canto loro hanno la possibilità di incontrare diversi operatori in una unica occasione e in un unico luogo, senza dover venire in Italia e risparmiando quindi sui costi.

“Non sempre incontriamo gli stessi stilisti – precisa ad esempio Lorenzo Ventura, export manager di Pinori Filati – perché in un brand ci può essere un frequente turn over degli stilisti che incontriamo. E poi nel nostro settore, la maglieria, poco importa che ci siamo visti tre settimane fa a Pitti Firenze, perché in tre settimane cambia tanto, la ricerca, le priorità, i trend, possono arrivare nuove idee e anche nuove richieste. Per questo vedere e rivedere una collezione anche dopo uno o due mesi è sempre fonte di spunti”.

E i riscontri ottenuti da Feel The Yarn sono lusinghieri, sia perché le imprese britanniche escono da un periodo molto complicato, sia perché i brand di fascia alta continuano a preferire l’Italia sia per la fornitura di filati, sia per la successiva fase di produzione, e mantengono in Regno Unito solo la fase creativa.

“Complici anche le dificoltà dell’Asia per i tempi di spedizione e consegna – spiega sempre il manager di Pinori – da qualche anno c’è un ritorno all’Europa e all’Italia, non solo per i filati ma anche per la produzione, che i brand britannici affidano moltissimo a imprese italiane e spagnole”. 

E’ chiaro che sullo sfondo c’è la competizione in un mercato globale su cui agiscono produttori di tutto ii mondo, e che i produttori di filati italiani cercano di affrontare e vincere puntando da quasi un secolo sui classici requisiti del Made in Italy: l’eccellenza del prodotto, l’innovazione continua e la creatività, il servizio e la cura del cliente.

Per questo i produttori di Filati italiani ogni sei mesi possono offrire ai brand prodotti completamente nuovi, frutto di ricerca continua, e che si integrano nella creatività degli stilisti che realizzano il prodotto finale.

Il Consorzio Promozione Filati sostiene la sostenibilità

A tutto ciò si aggiunge oggi anche la sostenibilità a 360 gradi, che gli italiani cercano di garantire per il prodotto, per il processo, per il contesto energetico, per i costi economici e per le certificazioni ambientali che pressoché tutte le aziende del Consorzio sono impegnate ad ottenere.

Lo conferma il successo ottenuto dal Consorzio con il neonato format Feel The Green, lanciato quest’anno e dedicato a sostenere le aziende consorziate che si stanno impegnando a garantire la sostenibilità e a conseguire la ZDHC e le altre certificazioni.

E la sostenibilità che i produttori italiani possono offrire ai loro clienti è anch’essa frutto della ricerca quotidiana di ogni azienda sulla materia prima prima sostenibile, sui processi sostenibili, sugli sforzi da compiere per rendere sostenibili l’azienda, lo stabilimento, e perfino le attività svolte dai propri dipendenti.

Ecco perchè, alla fine, il Made in Italy per i Filati italiani significa garantire al cliente la sostenibilità di un prodotto creativo e innovativo.

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