Il Regno Unito riapre i pub, a Londra si respira aria di normalità

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Dopo la riapertura dei locali (solamente all’aperto), a Londra le strade si sono subito ripopolate in un vero e proprio ritorno alla normalità.

Londra, con pub e locali aperti gli Inglesi ritrovano un po’ di libertà

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Londra, la folla si accalca nei locali e nei pub di Soho dopo la fine del lock-down (foto T. Corvo / In24).

Il 12 aprile nel Regno Unito sono stati finalmente riaperti i locali. Pub, bar, caffè – tutto aperto, seguendo regole semplici ma fondamentali: consumazioni solo all’esterno, gruppi di non oltre sei persone e mascherine obbligatorie quando non si è seduti.

E così le strade di Londra, sia durante il giorno che in serata, hanno iniziato a ripopolarsi. L’immagine di questi giorni è quella alla quale la capitale britannica ci aveva abituato nel mondo pre-pandemico, un formicaio di persone che, specialmente il venerdì ed il sabato sera, si godono quella libertà che è tanto cara al popolo inglese.

Una libertà tutt’altro che scontata, considerando che mentre le regioni italiane continuavano a cambiare colore, gli Inglesi passavano da un sistema a tre fasce (durato solo un mese) al terzo lockdown nazionale, durato fino a marzo.

Il ritorno al pub, punto cardine della vita sociale inglese, è una vera e propria liberazione, anche senza la possibilità di entrare fisicamente nel locale.

Lo scatto: un venerdì sera da “vita normale”

Ed è così che si arriva, dopo una settimana già ricca di movimento fra lunedì e giovedì, al fatidico venerdì sera. La serata per eccellenza degli Inglesi, un’occasione per ritrovarsi davanti ad una pinta e condividere un momento di spensieratezza, chiudendo l’ennesima settimana lavorativa che per molti si è svolta fra le mura domestiche.

Ma quella di venerdì scorso è stata sicuramente più di tutto questo. Si tratta di un ritorno alla normalità, una festa da celebrare non solo con gli amici, ma con tutte le altre persone che la sera si trovavano nel centro delle città britanniche.

A testimoniare tutto ciò è la quantità di gente che ha invaso le strade di Soho, nel cuore di Londra, venerdì scorso. Un fiume in piena nel quale navigare risulta tutt’altro che semplice. Ad aumentare quest’effetto è l’innumerevole quantità di tavolini che fino alle dieci e mezza, orario di chiusura, occupano le vie del centro, costringendo i passanti ad utilizzare solo i marciapiedi, mentre i fortunati che hanno trovato posto in un bar o ristorante riescono a tenere una discreta distanza dal resto della gente, almeno quanto basta per non sentirsi completamente avvolti dalla gente intorno.

Gli incroci sono presidiati da agenti di polizia e “Covid Marshalls”, che provano a far rispettare il distanziamento sociale. Un’impresa ardua, vista la quantità di gente che occupa le strade e, soprattutto, l’esuberanza generale dei presenti. C’è chi si è fermato a fotografarsi con i poliziotti, chi lancia cori da stadio e chi, un po’ a disagio dopo tanti mesi di isolamento sociale, resta a guardare e accenna un sorriso.

È la risposta di un popolo – che fa delle proprie libertà individuali una questione fondamentale – alla restituzione di quelle libertà che, a malincuore, hanno dovuto abbandonare nel corso dell’ultimo anno. La campagna vaccinale procede a ritmi serratissimi ed il numero di contagi negli ultimi mesi è sceso drasticamente; il pensiero comune è che forse, finalmente, il Regno Unito stia realmente uscendo da quest’incubo. La guardia è stata abbassata leggermente, ma la fiducia nelle regole fissate dal governo di Boris Johnson non sembra mancare.

Sembrano sere di ordinaria follia per le strade di Londra, ma in fondo è solo il ritorno ad una normalità da molti dimenticata.

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