La musica Italiana va in Giordania – parte seconda

0
214
Italian Radio Society in Giordania (copyright Italian Radio Society)

Recentemente, la band Italian Radio Society è stata invitata a esibirsi in Giordania, un viaggio che ha segnato profondamente il loro percorso artistico. L’occasione era la celebrazione dell’Eid al-Adha presso il Mama Gaia, situato all’interno dell’Oasis Ayla ad Aqaba. Elisa Cipro, cantante, e gli altri componenti del gruppo, ci hanno raccontato in questo articolo le prime impressioni, l’accoglienza ad Amman, la prima notte ad Aqaba, l’esordio sul palco. Avendoli visti personalmente dal vivo in più occasioni, il successo e l’affetto riscontrati non mi hanno affatto sorpresa.

Digressioni e altre storie del perché L’ARTE SI PAGA

E perdonate questo lungo incipit ma oltre ad esserne la regina, come già ribadito, credo sia estremamente importante ricordare a chi legge, che può sedere dalla parte del pubblico o possedere un locale dove vorrebbe far esibire musicisti, che il talento, l’arte, l’intrattenimento e la creatività non devono in alcun modo essere presi per un qualcosa di scontato; pretesi senza ridare indietro tanto quanto valgono (moltissimo). E’ un tema trito e ritrito quello del pagare in visibilità i creativi perché da cosa nasce cosa, e poi chissà.

Italian Radio Society in Giordania (copyright Italian Radio Society)
Italian Radio Society in Giordania (copyright Italian Radio Society)

Oltre al fatto che non si pagano le bills salatissime in simpatici selfie, la verità è che loro, gli artisti, come i musicisti della Italian Radio Society, sono quelli che ci salvano da un mondo sempre più simile ad un film dell’orrore.

La musica mi ha salvata più di una volta

Personalmente la musica mi ha salvata più di una volta. Durante la pandemia, dopo essermi operata ed essendo impossibilitata a muovermi, la musica di Pat Dam Smyth mi hanno sollevata dal letto e fatta fluttuare in una dimensione d’nfinita gioia. Dopo aver perso fiducia in me stessa per le mie fottutissime scelte sbagliate, l’artista D’Addio, con la sua voce che mescola carezze a schiaffi, mi ha risvegliata. Irene Serra mi ha fatto amare di nuovo, e gli Italian Radio Society, a cui presto lascerò tutto lo spazio, e mi scuso con loro per questa occupazione ”impropria”, mi hanno fatta di nuovo sentire a casa.

Sono gli artisti a darci la visibilità di cui abbiamo disperatamente bisogno

Smettiamola quindi di screditare il lavoro di si barcamena tra altri cento perché uno solo non è abbastanza. Cosi’ come balliamo, applaudiamo, cantiamo sulla metro con le cuffie col noise-cancelling alle orecchie, diamogli credito e valore agli artisti. Perché sono loro a dare a noi la visibilità di cui abbiamo disperatamente bisogno.

È tempo quindi di lasciare la parola ad Elisa Cipro che parla anche per il resto della band raccontandoci come in Giordania abbiano trovato affetto, ammirazione e riconoscimento tangibili.

Italian Radio Society in Giordania (copyright Italian Radio Society)

Esplorando Petra con Ahmed

“Siamo andati a visitare Petra. È stato un cammino lungo ed estenuante a causa del caldo, ma anche molto emozionante. Avevamo una guida, Ahmed, un ingegnere elettronico che si è poi specializzato in archeologia, storia e geologia, e che fa la guida da ben 28 anni. Ci ha raccontato molto sull’economia della Giordania e sulla presunta “assenza” di risorse naturali nel territorio, alludendo ad alcune motivazioni senza essere esplicito…è pur sempre proibito contestare il Re.

Appena arrivati, il panorama che ci si è presentato davanti era indescrivibile a parole. Ti toglie il fiato. Ahmed ci ha portati direttamente alla piazza davanti al Treasury. Ti scende una lacrima e capisci perché è una delle sette meraviglie del mondo, risalente al I secolo d.C.”

Italian Radio Society in Giordania (copyright Italian Radio Society)

Mohammad, come un padre

Mohammad è stato il nostro autista privato durante tutto il viaggio, una persona eccezionale che si è presa cura di noi, soprattutto della mia sicurezza. La Giordania è un paese molto avanzato e aperto mentalmente, ma al suo interno, come in tutti i Paesi, ci sono ancora luoghi dove vige una cultura più conservatrice. La netta differenza l’ho notata quando ci siamo ritrovati ad Aqaba city downtown.

Mohammad si assicurava di camminare sempre accanto a me in pubblico e darmi consigli con sorriso e gentilezza. Ad un certo punto abbiamo avvistato un gruppo di di ragazzi che suonava il doumbake e si è raccomandato di non lanciarmi a cantare e ballare in pubblico… cosa che considerata la mia personalità avrei altrove fatto… ride Per Petra si è raccomandato di non essere troppo espansiva, di indossare pantaloni lunghi e di parlare solo con la guida e i musicisti…

Nonostante io sia una ragazza molto autonoma e indipendente, non ho percepito queste indicazioni come limitazioni alla mia libertà. Le sue premure erano un modo protettivo di garantire la mia sicurezza, è difficile da spiegare….”

La Musica che unisce

Una cosa che ha stupito molto Elisa e la sua band è stata la conoscenza della musica italiana, ed in particolare la musica napoletana. “Ci hanno inoltre chiesto una canzone che non conoscevamo per niente, una canzone politica chiamata Rossa Palestina, mai sentita prima ma loro la conoscevano, l’abbiamo imparata in cinque minuti e tutti cantavano, è stato emozionante. Per loro la resistenza è pensare che un giorno saranno liberi… Un sentimento fortissimo che mi ha commossa. Abbiamo anche cantato ‘Bella ciao’ e loro la conoscono bene, non solo per quanto riguarda le lyrics, a differenza di alcuni europei che la conoscono solo come trend di TikTok. È stata un’esperienza mistica, cantare brani da centro sociale in un contesto super luxury.

Italian Radio Society in Giordania (copyright Italian Radio Society)

Il ritorno a Londra

Dopo aver vissuto intensamente ogni momento del loro soggiorno in Giordania, i Radio Italian Society sono tornati a casa.

“Rientrare a Londra è stato dolce-amaro. Siamo tornati alla nostra routine quotidiana, ma con il cuore ancora colmo delle esperienze vissute in Giordania. Ogni volta che ripenso a quel viaggio, mi sento grata per l’accoglienza ricevuta e per le connessioni umane che abbiamo creato. La Giordania non è solo un ricordo, ma un arrivederci”.

Un arrivederci alla Giordania

Nonostante le sfide geopolitiche e il delicato momento storico, Elisa e la sua band vedono la loro presenza in Giordania come un’opportunità per creare un ponte culturale tra Europa e Medio Oriente. Con la loro musica ambiscono a portare leggerezza e a promuovere la connessione umana attraverso l’arte. La loro avventura in Giordania è un esempio di come la musica possa superare le barriere culturali e unire le persone in momenti di gioia e celebrazione.

Bentornati!

Italian Radio Society in Giordania (copyright Italian Radio Society)
Previous articleCamillo Bistrò arriva in città – non un pop up restaurant qualunque!
Next articleIl talento che fiorisce con ”La Rosa Bianca” – la storia dei fratelli Scholl
Silvia è una scrittrice italiana, nata e cresciuta a Roma, e attualmente residente a Londra. Si è appassionata alla scrittura fin da quando era bambina, e ha iniziato a comporre poesie all'età di dieci anni. Cresciuta in una famiglia matriarcale, ha sviluppato un interesse per l'universo femminile, che ha ispirato il suo libro di racconti 'The Spoons'Tales'. Quest'ultimo, ancora in lavorazione, racconta le donne, indagando diversi temi: dalla sessualità al rapporto con il proprio corpo; dall'amore alla morte. Appassionata sia di letteratura che di cinema, ha scritto la sceneggiatura del cortometraggio di video-poesia 'The Molluscs Revenge', diretto e prodotto dalla società di produzione video @studio_capta, nel 2020. Silvia ha individuato nella videoarte e nella videopoesia il perfetto contenitore di contenuti dove far incontrare linguaggi diversi, percepiti come strumento di analisi interpretativa in grado di reificare le diverse sensibilità artistiche, trasformandole in immagini poetiche. Ha collaborato inoltre con il quotidiano nazionale online @larepubblica e la rivista @sentieriselvaggi scrivendo diversi articoli e recensioni cinematografiche dal 2012 al 2016. Nel 2020 il suo racconto “Una lupa mannara italiana a Londra” è stato uno dei vincitori del concorso di scrittura @IRSE RaccontaEstero.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.