A meno di un anno dalla presentazione londinese del libro d’esordio Bum Bum Bum, Luisella Mazza si racconta tra premi prestigiosi e l’arte di scrivere.
Luisella Mazza è una scrittrice genovese con base a Londra, ma con la valigia sempre pronta; ci concede infatti l’intervista nel bel mezzo del suo ultimo viaggio. Le sono personalmente grata perché intuisco la sua agenda tiranna non le lascia molto spazio.
Riprendiamo la nostra conversazione iniziata ante tempore del lancio londinese di Bum Bum Bum alla Estorick Collection of Modern Italian e scopriamo insieme cosa è cambiato da quando il battito di Oscar, protagonista del suo libro, l’ha portata lontano.
Luisella Mazza vince il Premio Troisi 2024
Cominciamo dall’oggi,ovvero dall’ultimo riconoscimento: vincitrice della XXIV Edizione Del Premio Massimo Troisi 2024 per Migliore Scrittura Comica organizzata dal comune di San Giorgio a Cremano. Puoi dirci qualcosa in merito alla tua partecipazione?
Grazie dell’entusiasmo! Vincere il Premio Troisi 2024 per la migliore scrittura comica è un grande onore ed una grande soddisfazione. La partecipazione al Premio Troisi è stata un’evoluzione naturale del percorso del mio esordio editoriale con il romanzo “Bum Bum Bum”. A partire dalla pubblicazione per Fazi editore a luglio dello scorso anno, il romanzo è stato accolto positivamente, con vari momenti particolarmente significativi che mi hanno portato da Londra a diverse città italiane.
Tra tutte ricordo con particolare soddisfazione la presentazioni in libreria a Firenze, Milano, Santa Margherita e Genova, la presentazione al Circolo dei Lettori a Torino, e le giornate del Book Pride Festival, con le conversazioni curate dalla scrittrice Ester Armanino e dalla giornalista Marzia Fontana. E poco dopo, ad ottobre dell’anno scorso, la nomina ad Ambasciatrice di Genova nel Mondo. Insomma, il battito di Bum Bum Bum si e’ sentito forte in tante occasioni.
Tra non molto scopriremo Luisella Mazza anche nella veste di giurato: fa parte infatti del panel giudicante del concorso letterario Match Point 2024, indetto come ogni anno dal Circolo (Chi siamo – Il Circolo) sotto il patronato del Consolato Italiano e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Chiediamo del concorso e in particolare del suo approccio come giurata, dei criteri di valutazione che intenderà’ adottare. Ci confida la scrittrice:
Proprio così, si tratta della mia prima esperienza da giurata nell’ambito della letteratura.
La giuria per il concorso MatchPoint
Questo concorso è una fantastica opportunità per chi ama scrivere in italiano e vive nel Regno Unito. L’organizzazione è guidata dall’Associazione il Circolo, in collaborazione con la scuola di scrittura Londra Scrive e con il patrocinio del Consolato Italiano a Londra. Il tema di quest’anno – “Futuro o no?” è quanto mai attuale, e ci invita a riflettere sul futuro nella più ampia accezione del termine. Si tratta della terza edizione del Concorso, che è cresciuto di anno in anno per partecipazione e prestigio. Uno degli aspetti che trovo particolarmente significativi nel bando di partecipazione è l’attenzione editoriale riservata ai partecipanti. Infatti, oltre ai quelli in denaro, tra i premi c’è anche la pubblicazione dei racconti finalisti su una delle più influenti riviste di letteratura contemporanea, La Cattedrale. Inoltre, ai tre finalisti verrà anche offerto un editing professionale del loro lavoro. Queste opportunità sono uniche nel panorama dei concorsi letterari, e testimoniano l’impegno degli organizzatori di MatchPoint a supportare l’entusiasmo ed il talento nello scrivere, anche attraverso riconoscimenti davvero d’eccezione.
Brevemente su come valuto uno scritto, credo che in primis per me sia fondamentale “sentire” la voce dell’autore. Se l’autore ha trovato un suo modo di esprimersi che sento originale e di carattere, penso sia un ottimo segnale di aver trovato uno scritto promettente.
L’esperienza con Londra Scrive
In passato hai parlato dell’utilità dei corsi di scrittura, nel tuo caso è stato Londra Scrive curato da Marco Mancassola. Puoi parlarci dei “tools” che questa esperienza ha aggiunto al tuo talento?
La scuola di scrittura Londra Scrive ed il percorso di editing svolto con Marco Mancassola sono stati per me fondamentali e hanno aggiunto molti strumenti cruciali per il mio esordio editoriale. Tra i più importanti per me c’è stato l’ascolto: ho potuto sperimentare il significato del trovare la propria voce narrativa. Infatti, spesso durante le lezioni ognuno di noi partecipanti condivideva i propri esercizi di scrittura settimanali leggendo a voce alta. Poter leggere e ascoltare diverse voci narranti è stato fondamentale per costruirne una originale. Un secondo strumento per me importante è stato avere orizzonti temporali regolari: scrivere con scadenze precise – ad esempio, settimanali – mi ha aiutata a trovare il ritmo per proseguire autonomamente anche successivamente ai corsi, durante il percorso di editing con Marco Mancassola.
Qualche consiglio che avresti voluto ricevere quando hai cominciato a scrivere?
Ricordarsi che scrivere è soprattutto riscrivere: ci si accorge dell’importanza dell’editing solo dopo averlo fatto. Con questo consiglio forse non mi sarei arrovellata troppo a cercare il giro della frase perfetto alla prima stesura, ed avrei aspettato con più pazienza di arrivare a una seconda (o terza, o quarta!) riscrittura per decidere che cosa funzionasse, e cosa no. Inoltre, ci sono alcune cose molto semplici che trovo utili ogni giorno e che chiunque può mettere in pratica per “incastrare” tutto. Scrivere secondo un piano: non funziona per tutti, ma avere già in mente la direzione in cui si procede semplifica molto il processo di scrittura.
Traduciamo Bum Bum Bum in inglese
La tua base è a Londra, Bum Bum Bum è pubblicato dalla Fazi Editore. A quando la pubblicazione in inglese?
La traduzione di Bum Bum Bum è un processo su cui sto ancora lavorando. Si riuscirà a tradurre il romanzo mantenendo la voce personale e originale di Oscar? Una delle cose che più mi incuriosisce e spaventa al tempo stesso sarà l’effetto sui lettori: riuscirà Oscar a conquistare lettori stranieri con un cuore che si esprime in modo tanto incomprensibile? Spero di sì, e spero di scoprirlo il prima possibile.
Editoria in Italia VS Editoria in UK
La risposta di Luisella Mazza apre un altro quesito sulla differenze tra l’editoria italiana ed estera. La Mazza puntualizza:
Una delle differenze fondamentali secondo me è la diversità culturale e linguistica a cui gli editori stranieri sono abituati. Sebbene la storia sia piena di scrittori che non scrivono nella propria lingua d’origine – pensiamo a Joseph Conrad, Muriel Spark, Samuel Beckett tra gli altri – questo accade poco spesso tra gli scrittori pubblicati in Italia. Invece all’estero è un fenomeno non solo normalizzato, ma anche strumento d’innovazione. Pensiamo ad esempio alla “Chutnification” coniata da Salman Rushdie in “Figli della mezzanotte“: un termine che celebra il suo plurilinguismo, legato alla sua eredità indiana e britannica, e all’importanza di mantenere le radici culturali e linguistiche che insieme definiscono la sua personalità di scrittore. In Italia alcune felici espressioni in questo senso sono quelle di Jhumpa Lahiri, scrittrice bengalese-americana e Premio Pulitzer, che ha scelto di adottare l’italiano per la sua scrittura con grande successo di pubblico e critica, e di Adrian Bravi, scrittore argentino di lingua italiana, candidato al Premio Strega di quest’anno.
Fondamentale è trovare la propria voce
Per ovviare ai rifiuti o ai silenzi delle case editrici italiane, molti autori si affidano al self publishing o nei peggiori dei casi, si lasciano abbindolare e pagare per essere pubblicati, chiaramente a discapito della qualità (libro senza revisioni, editing). Secondo te quali sono gli steps necessari per arrivare alla pubblicazione?
Credo che lo step fondamentale sia uno in particolare: trovare la propria voce narrativa. Una voce unica, originale e irripetibile si fa strada, secondo me, sia che lo scrittore decida di affidarsi al self publishing, sia ad una casa editrice. Quindi ancora più importante trovare un bravo editor che sappia ascoltare e far emergere questa voce: anche questo è un ottimo passo per approcciarsi al mondo editoriale e decidere quelli successivi alla stesura del romanzo. Infatti il giudizio dell’editor professionista non è sempre facile da ascoltare e fare proprio, e questo è un buon allenamento per decidere se si preferisce procedere in modo indipendente oppure affidarsi ad una casa editrice, con tutti i processi che comporta.
Potresti parlarci del prossimo progetto a cui stai lavorando, sappiamo che hai l’abitudine di leggere a voce alta quello che scrivi… O meglio chiedere ai tuoi vicini?
Sto lavorando a vari progetti, tutti a discapito del buon vicinato! Scherzi a parte, oltre a lavorare al mio secondo romanzo, mi piace scrivere anche in formati brevi. Uno dei privilegi di vivere a Londra è poter sperimentare la sua offerta culturale e artistica, e vorrei continuare a condividere queste esperienze. Ad esempio di recente ho scritto una riflessione sull’opera di Marina Abramović, ispirata dalla retrospettiva della Royal Academy of Arts, pubblicato da Nova Express Magazine. Mi affascina l’opera di Judy Chicago, in mostra al momento alla Serpentine Gallery, e spero di poter vedere presto pubblicata una riflessione ispirata dal suo lavoro.
Restando in tema di cuore, hai qualche libro a cui sei particolarmente affezionata e perché?
Difficilissimo scegliere. Ho riscoperto l’affetto per i libri letti all’Università, dove ho studiato lingue straniere. Tra tutti in particolare “Platero y yo”, di Juan Ramón Jiménez, autore spagnolo premio Nobel per la letteratura nel ’56. Ho amato questo piccolo capolavoro dolce e gentile come il suo protagonista, l’asinello Platero, durante gli studi di letteratura spagnola. Sono stata felice di ritrovarlo e amarlo come allora, dopo tutti questi anni.
Che libro stai leggendo ora che vorresti consigliare, audiolibro o cartaceo?
Ultimamente ho riscoperto il valore degli e-book e ho ripreso in mano il mio vecchio lettore e-book con grande soddisfazione. Detto questo, il libro che sto leggendo al momento è su carta: “Hunger makes me a modern girl”, di Carrie Brownstein. Lei è la cantante e chitarrista della band Sleater-Kinney, e il prologo inizia con l’ammissione di Carrie di essere arrivata al punto di desiderare solo di distruggere la band. Se pensiamo che il loro nuovo album è uscito quest’anno, dopo trent’anni di carriera (e vari anni di pausa), evidentemente qualcosa deve averle fatto cambiare idea…Come e perché lo scoprirò tra poco nella lettura, credo, e non vedo l’ora: lo stile asciutto, autobiografico e assolutamente non celebrativo di Brownstein ti cattura dalla prima pagina.
Il battito di Bum Bum Bum ti sta portando molte soddisfazioni, se potessi seguire il tuo battito (senza pensare), dove ti porterebbe?
Uno dei riconoscimenti ottenuti dopo la pubblicazione del romanzo è stato quello di Ambasciatrice di Genova nel mondo, lo scorso anno. Se potessi, vorrei conoscere meglio i luoghi in cui la cultura genovese ha giocato un ruolo importante nella storia locale. Un esempio su tutti Istanbul, ed in particolare il quartiere di Galata, con l’omonima Torre costruita dai genovesi nel quattordicesimo secolo. La mia ultima visita ad Istanbul è stata troppo breve per approfondire i legami tra la mia città d’origine e questa città piena di storia, e mi piacerebbe tornare per un periodo più lungo.
La domanda che nessuno ha osato fare
Qual è la domanda che avresti voluto ti facessero ma nessuno l’ha ancora fatta?
“Ma cosa succederà a Maria?” Maria è l’ex-compagna di Oscar, in Bum Bum Bum, che alla fine del romanzo scompare in un modo un po’ sibillino. Per diverse ragioni in tanti riescono ad immedesimarsi con Oscar, ma solo in pochi con Maria. Ancora meno sono quelli interessati a sapere cosa le succederà alla fine della storia. Chissà che Maria un giorno non torni a riprendersi la scena!
Per concludere, potresti descrivere la scrittura associandola a un quadro (so che sei appassionata d’arte) o a un libro?
Non è un vero e proprio quadro, ma se potessi scegliere una sola grande, continua fonte di ispirazione per la scrittura, sceglierei il lavoro di Richard Long, artista britannico contemporaneo ed esponente fondamentale della Land Art, ed in particolare l’opera “A line made by walking”. Long ha realizzato l’opera semplicemente camminando avanti e indietro in un campo per creare una linea d’erba appiattita, visibile solo da certe angolazioni. Che cosa c’è di più semplice di una linea tracciata camminando? Eppure, nella sua semplicità, questa linea è la testimonianza di un viaggio, seppur breve, ed è espressione dell’energia impiegata per compierlo. Credo che sia una metafora perfetta, secondo me, del viaggio e dell’avventura dello scrivere.
“Bum bum bum”di Luisella Mazza lo trovate nella Collana Le Meraviglie della Fazi Editore al link Bum bum bum – Luisella Mazza | Fazi Editore