L’evento di ITA e Smau, “Italy RestartsUp in London”, ha messo faccia a faccia i protagonisti dell’innovazione italiana con gli investitori inglesi, grazie anche all’aiuto di istituzioni e grandi corporate.
Smau Londra, la vetrina per le startup italiane alla sua terza edizione
Si è tenuta lo scorso giovedì 26 maggio la terza edizione di Smau – Italy RestartsUp in London, la fiera dedicata all’ecosistema dell’innovazione italiano. Una vetrina per avvicinare startup italiane ed investitori britannici, mettendo in risalto l’eccellenza del Bel Paese specialmente in ambito tecnologico.
A raccontare l’evoluzione dell’evento e la sua rilevanza nel panorama dell’innovazione all’italiana è Giovanni Sacchi, direttore dell’Istituto per il Commercio Estero di Londra che, insieme a Smau, ha organizzato l’evento.
“Il Regno Unito è il primo paese in Europa per quanto riguarda l’ecosistema tech, un mercato che vale quasi trenta miliardi di sterline solo a Londra ed è circa dieci volte più grande di quelli di Germania e Francia. Per questa ragione tante imprese italiane sono qui a Londra per questo evento: nonostante la Brexit, gli investimenti dal Regno Unito non si sono mai fermati. L’aspetto più importante di questa iniziativa è che, insieme alle startup, sono presenti anche le grandi corporate italiane che vogliono aprirsi all’innovazione, creando una fertilizzazione incrociata fra i progetti nei grandi temi della tecnologia e le soluzioni innovative che queste startup stanno proponendo”.
L’opportunità di portare nuovi prodotti e servizi all’avanguardia è stata colta da oltre quaranta startup, che hanno visto nell’evento non solo un’occasione per approcciare i fondi privati d’Oltremanica, ma anche per espandersi in un mercato esterno a quello italiano.
“Il mercato qui nel Regno Unito è sicuramente molto maturo,” ha spiegato Domenico Crescenzo, CEO di Screevo, “ci sono più possibilità ma anche più competizione. Mentre nell’ecosistema italiano si trovano quasi esclusivamente startup italiane, qui troviamo startup e investitori provenienti da molti più paesi, il che ci permette di confrontarci con un mondo più complesso”.
La ricerca di fondi all’estero: gli investitori inglesi si fidano dell’Italia che innova?
Il tema dell’internazionalizzazione delle aziende, e della necessità di andare all’estero per cercare finanziamenti, rimane sicuramente una delle principali motivazioni per partecipare a questo evento.
Sebbene l’ecosistema italiano delle startup stia lentamente prendendo sempre più piede, la ricerca di finanziamenti per garantire una rapida espansione delle stesse resta un compito che spesso si svolge all’estero, e non è privo di difficoltà.
A raccontare questa necessità è stato Davide Crescenzi, cofondatore di Calton, una startup che si occupa di estrazione di dati testuali nata appena quindici mesi fa e già presente nel Regno Unito in occasione della fiera.
“Gli investitori hanno sempre un po’ di timore e pregiudizi verso l’Italia, che è composta in gran parte da piccole e medie imprese e ha poche realtà in grado di globalizzarsi. Alla fine, però, sta a noi ed alla nostra bravura far capire che abbiamo una caratura internazionale. Da questi eventi, come Smau Londra, si vede l’intenzione dell’Italia, che è quella di andare avanti, aprirsi ed omogeneizzarsi alla realtà europea”.
Un’intenzione condivisa anche da Sacchi, che ha raccontato con ottimismo lo sviluppo sia dell’ecosistema degli investitori britannici che quello delle startup italiane.
“Lo scetticismo degli investitori sembra essere parzialmente superato, anche perché in questo momento in UK c’è una forte rete di venture capitalists costituita anche da una comunità italiana molto importante, che sicuramente agevola e rende più facile la lettura dell’ecosistema”.
“Nel giro di un mese si affacciano a questo mercato oltre sessanta startup in aggiunta alle quaranta presenti qui a Smau. Sono numeri importanti, che testimoniano, rispetto alla fase pionieristica di qualche anno fa, come anche il nostro ecosistema stia maturando e cercando nuovi sbocchi ed opportunità”.
Anche le regioni presenti a Smau Londra: l’importanza degli acceleratori istituzionali
Ad avere un ruolo fondamentale nel cambio di passo dell’ecosistema startup italiano sono stati anche gli acceleratori delle Regioni, anch’essi presenti alla fiera. Fra questi anche l’assessorato alla ricerca, innovazione e startup della Regione Campania, rappresentato da Nunzia Rillo.
“Il cambio di passo vero per la crescita dell’ecosistema dell’innovazione è stato il cambio di ruolo delle istituzioni da attore passivo ad attivo. Scendendo in campo con le startup, come qui alla fiera Smau, le aiutiamo a confrontarsi con dei mercati internazionali molto dinamici, e quindi a capire quali sono i trend del settore anche nelle prime fasi della loro esistenza”.
“Come Regione abbiamo un programma d’investimento importante per le startup, anche per aiutare chi aveva una realtà piccola a confrontarsi con il mercato. Per scalare e diventare grandi, però, c’è bisogno dei fondi privati, quindi essere in queste piazze internazionali, cercando di capire come si muovono gli investitori e rappresentando le nostre regioni aiuta ad aumentare l’appeal ed attrarre capitale”.
Se da una parte, dunque, rimane lo scetticismo degli investitori inglesi nei confronti dell’innovazione italiana, la presenza delle istituzioni sicuramente aiuta le startup a trovare finanziamenti, contribuendo alla costante crescita ed evoluzione di due ecosistemi che si sono trovati faccia a faccia grazie all’evento di ITA e Smau.