Teatro sensoriale nella natura, così italiani e inglesi aiutano i bambini autistici

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L’innovativo progetto Teatro sensoriale per bambini autistici svolto dalle italiane ArteVOX, Campsirago residenza e Pendmonium Teatro con Bamboozle Theatre di Leicester sarà presentato il 2 ottobre all’Istituto Italiano di Cultura di Londra.

Teatro sensoriale nella natura, così italiani e inglesi aiutano i bambini autistici

Inclusività, accessibilità, esperienza teatrale, contatto con la natura. Potrebbe sembrare un mix astruso, difficile da comprendere, con elementi slegati tra loro e apparentemente impossibili da unire.

Apparentemente, appunto. Perché questo 2024 ha segnato la nascita di un progetto ambizioso, ricco di sfaccettature, di gran cuore, visionario ma con una luce in fondo, che si apre su un giardino ricco di opportunità tutte pensate e dedicate a bambini e ragazzi affetti dal disturbo dello spettro autistico.

Quei piccoli uomini e donne di domani, che nascono e crescono con una predisposizione genetica che li porta ad incontrare difficile comprensione da parte di tutti quelli che li circondano, che non sanno come approcciarli, come aiutarli, come gestirli.

E il fenomeno, che si estende ogni anno di più, come una piccola macchia d’olio che tende lentamente ad allargarsi toccando e investendo ogni singola fibra del tessuto sociale che la circonda, ha sensibilizzato in maniera chiara, netta, definitiva, delle menti elastiche, dei cuori grandi, che sull’asse Italia-UK si stanno attivando già dalla scorsa primavera, per fornire a questi bambini e ragazzi che spesso si sentono un po’ fuori dal resto del mondo e sempre più dentro il loro, di mondo, uno strumento tanto originale da sembrare quasi scontato, e che nessuno pensa mai davvero possa aiutarli ad alleggerire un po’ quel percorso difficile e faticoso che è la loro piccola, giovane vita: la natura.

Ed è così quindi che il verde, le foglie, gli alberi, i fiori entrano a far parte della loro realtà per aiutarli a fluidificare lentamente le loro emozioni, in modo tale poter imparare ad esprimerle gradualmente e trasmetterle al resto del mondo.

E’ nato così il progetto Teatro sensoriale, immersivo, accessibile nel paesaggio, promosso dall’Istituto Italiano di Cultura di Londra, in collaborazione con ArteVOX (società di produzione di Vimercate, provincia di Monza Brianza https://www.artevoxteatro.it/) e Bamboozle Theatre, compagnia teatrale di Leicester (https://bamboozletheatre.co.uk/).

A unire le forze, il centro di residenza e produzione delle arti performative nel paesaggio Campsirago Residenza di Colle Brianza (https://www.campsiragoresidenza.it/), provincia di Lecco, e il centro di produzione per bambini e ragazzi Pandemonium Teatro di Bergamo (https://www.pandemoniumteatro.org/).

Tutti e quattro insieme, per la prima volta, per realizzare un progetto di ricerca dove il modo tradizionale di fare teatro viene ribaltato per ottenere un prodotto culturale innovativo che unisce il teatro alla natura, rendendola accessibile a bambini e ragazzi autistici.

Il progetto si è sviluppato a partire da Maggio 2024 con una prima residenza in Italia, proprio a Campsirago, delle tre compagnie italiane e dei due fondatori e direttori artistici di Bamboozle Theatre Company: sette giorni di lavoro tra boschi e montagne per esplorare le potenzialità del teatro in un paesaggio naturale.

Poi le quattro compagnie si sono incontrate nuovamente a Leicester nel Luglio 2024, per una settimana di lavoro nella natura con ragazzi e ragazze neurodivergenti e le loro famiglie.

I risultati di questa prima fase del progetto saranno presentati a Londra la sera di mercoledì 2 ottobre alle 18.00 nella sede dell’Istituto Italiano di Cultura.

Ne abbiamo parlato col direttore artistico di Campsirago Residenza, Michele Losi.

Come è nata l’idea di creare questo progetto di teatro sensoriale per i ragazzi affetti da autismo?

“L’idea nasce dall’incontro di ArteVOX con Bamboozle all’interno di una formazione fatta da loro in UK un anno e mezzo fa. Partendo appunto da questa formazione hanno cominciato a parlare con noi che, come Campsirago Residenza, siamo portatori di un’esperienza ventennale di teatro sensoriale, di teatro immersivo e di teatro nel paesaggio, quindi si è cominciato a ragionare intorno alla possibilità di fare una ricerca insieme”.

E’ la prima volta che Campsirago Residenza collabora con Bamboozle Theatre, ArteVOX Teatro e Pandemonium Teatro?

“Sì, è la prima volta che queste quattro realtà collaborano insieme a partire da un progetto Boarding Pass Plus. Si tratta di progetti realizzati col contributo del Ministero italiano della Cultura finalizzati fondamentalmente al lavoro internazionale e al lavoro di ricerca. Per cui in realtà quello che abbiamo fatto è stato sia incontrarci per approfondire alcuni aspetti metodologici e teorici sia svolgere due residenze lunghe, una a Campsirago e una a Leicester, quindi una presso la nostra sede e una presso la sede di Bamboozle. E poi adesso ci saranno questi due passaggi conclusivi, uno a Londra e uno a Torino, in cui si mostreranno appunto gli esiti di questa prima fase di ricerca”.

In che modo vengono coinvolti i ragazzi e i bambini autistici nello svolgimento di una iniziativa come questa, a contatto con la natura?

“Il tema natura è un tema fondamentale nella nostra ricerca, l’abbiamo visto anche in quella di Bamboozle: partendo da punti differenti, in realtà le conclusioni sono le stesse. Cioè che la natura, nei fatti, concede uno spazio di decompressione e di ri-sensibilizzazione molto forte.

Questo per tutti, in generale. Quindi, che fosse il backyard di Bamboozle o uno spazio in natura, un giardino di fatto diventa il luogo in cui i bambini autistici possono esprimersi, muoversi, giocare con degli artisti e con degli animatori che li seguono in un modo sicuramente molto più positivo rispetto a quello che succede in città o tra quattro mura domestiche.

In realtà la stessa cosa succede in natura per chiunque, nel senso che il fatto di arrivare in un luogo naturale dopo una camminata, rilassarsi sotto un albero, guardare un paesaggio, trovare uno storytelling piuttosto che un’azione teatrale in mezzo a un bosco è qualcosa che in generale sposta completamente sia le energie del pubblico che l’attenzione”.

L’idea di portare a Londra, il prossimo 2 ottobre, i risultati di questo lavoro nasce quindi dalla presenza di Bamboozle Theatre? L’intento è quello di internazionalizzare lo scopo di questa iniziativa?

“L’idea di portare tutto ciò a Londra è perché in realtà fin dall’inizio di questa prima fase di progetto l’Istituto Italiano di Cultura di Londra è stato coinvolto, sicuramente anche in relazione al fatto che lavoriamo con Bamboozle, e che si tratta di una collaborazione tra realtà artistiche italiane e realtà artistiche inglesi, in questo caso Leicester. Quindi sì, sicuramente l’idea era di presentare l’iniziativa nell’Istituto Italiano deputato a questa prima fase di ricerca: per noi è importante, anzi fondamentale. Io sarò in videocollegamento, ci saranno le mie colleghe in presenza, perché negli stessi giorni ho uno spettacolo quindi non riuscirei ad arrivare a Londra in tempo. Parlerò del nostro approccio a questo tipo di lavoro”.

Come direttore artistico come giudica la risposta ottenuta finora, sia da parte del pubblico eterogeneo (di educatori, insegnanti, genitori e degli allievi stessi) sia da parte delle istituzioni?

“Come operatore penso che la risposta sia sempre più attenta. Sicuramente in Italia il tema dell’accessibilità, in senso generale, quindi rispetto alle varie angolazioni che questo tema può e deve affrontare, si sta facendo sempre più largo. C’è attenzione a livello scolastico, ma sempre di più anche da parte delle istituzioni. Sicuramente per i bambini autistici in UK, questa storia (attraverso la presenza di gruppi come Bamboozle) ha una tradizione più lunga.

Detto ciò, in realtà ci siamo resi conto che tutta una serie di pratiche teatrali sono già inclusive. Il lavoro con la musica e col teatro immersivo (chiamiamo così quel teatro in cui si utilizzano anche le cuffie) già di per sé offre enormi possibilità nel lavoro con i bambini autistici.

L’attività in natura, con dei piccoli rituali di apertura e di chiusura – che poi sono propri del teatro in generale però qui magari vengono un attimo accentuati, e che abbiamo visto utilizzare con le canzoni di accoglienza e di saluto da parte di Bamboozle – è un’altra cosa che sicuramente è presente nel nostro lavoro, nella nostra ricerca, da vent’anni.

Intendo dire che in realtà sono delle pratiche che paradossalmente esistono già e in questi ultimi anni ci si sta rendendo sempre più conto (anche grazie all’esperienza di realtà come Bamboozle che da quarant’anni lavora su questi temi) quanto queste siano utili e utilizzabili in determinati contesti.

Per cui direi che, sì, c’è sempre maggiore attenzione, in Italia è evidente. L’ultimo incontro dell’associazione degli operatori teatrali, dei registi e attori teatrali che si occupano di teatro per l’infanzia era dedicato all’accessibilità, quindi il tema è sempre più importante”.

E’ un’iniziativa che potrebbe diventare a cadenza periodica (per esempio annuale)?

“Se si intende questa iniziativa di presentazione all’Istituto Italiano di Londra non saprei, ma spero di sì, sarebbe molto interessante. Per quanto ci riguarda questa è un po’ una prima fase di sperimentazione che vuole arrivare ad una seconda fase in cui le quattro compagnie insieme co-producano uno spettacolo da portare in tour in Europa e in UK.

Quindi assolutamente sì, speriamo che sia il punto di partenza ma mi sembra che l’intenzione da parte di tutti e quattro i produttori ci sia. Non so se la produzione inizierà nel 2025, sicuramente nel 2026″.

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