“Un bambino di nome (A boy called) Porro”, prima rappresentazione teatrale poi diventato un libro edito in due lingue, inglese e italiano, sarà presentato sabato 11 Novembre alla Casa Italiana San Vincenzo Pallotti (club sociale della St Peters Italian Church) di Clerkenwell a Londra.
Un bambino di nome Porro, l’11 novembre presentazione a Londra
“Un bambino di nome (A boy called) Porro”, nato come rappresentazione teatrale e poi diventato libro edito in in due lingue, inglese e italiano (ne abbiamo parlato anche noi quest’estate), storia ricca di sfide e di sentimenti rivolta a un pubblico dagli 8 ai 12 anni, ha attraversato il difficile periodo della pandemia per arrivare finalmente al suo “battesimo” ufficiale: sabato 11 Novembre alla Casa Italiana San Vincenzo Pallotti (club sociale della St Peters Italian Church) di Clerkenwell sarà presentato al pubblico di Londra.
Opera di Penny Culliford, scrittrice e drammaturga originaria del Kent, è stata messa in scena in maniera brillante e appassionata dall’attrice Nadia Ostacchini e dalla sua compagnia teatrale Tricolore Theatre Company di Londra nel Dicembre 2019.
Poi è nato il libro, ma quasi subito la pandemia ha rallentato fino a congelare temporaneamente molti progetti in evoluzione, tra cui proprio la promozione di questo libro.
E oggi, a tre anni da quel periodo così incerto e complesso per tutti noi, ne abbiamo parlato proprio con loro, Penny Culliford e Nadia Ostacchini.
“La pandemia è stata un periodo molto duro per la mia famiglia, la situazione non è tornata ad essere normale per molto tempo – ci racconta Nadia – non sono potuta uscire e andare a cercare opportunità per avere degli sponsor e fare il mio solito networking. Sono sempre stata abituata ad avere degli sponsor per i miei show e ho visto un’occasione nella poca liberta’ che avevo a causa della pandemia di fare qualcosa di diverso (e pubblicare un libro era un ‘territorio nuovo’ per me). Quindi abbiamo prodotto un audiobook con Grimaldi, è stato un esperimento interessante grazie alla bravura di Penny, che sa scrivere sia commedie che libri. Penny ha scritto tante opere per noi, alcune rese bilingue, è la nostra ‘writer in residence’. Avevamo fatto alcuni show bilingue quindi abbiamo pensato di fare anche un libro in due lingue con illustrazioni, che non è una cosa che si vede così spesso. Ho pensato che fosse un’opportunità per raggiungere anche il mercato italiano, per invogliare i ragazzi italiani ad imparare l’inglese e i ragazzi britannici ad imparare l’italiano. Ci è voluto del tempo ed è stato molto difficile trovare un editore in Italia, abitando a Londra.”
Ricordiamo che questa storia, dolce e realistica al tempo stesso, nasce proprio dall’esperienza personale della Culliford, che era anche e anzitutto, un’insegnante.
“Il bullismo è orribile – dice Penny – ho insegnato a bambini molto piccoli e ho visto zero tolleranza e zero gentilezza, situazioni estremamente negative che prendevano il sopravvento in quell’ambiente. Ho cercato di spiegare la situazione ai bambini senza dire loro cosa fare ma permettendo loro di arrivare a prendere le proprie decisioni da soli. Sia nel libro che nella commedia Porro acquisisce sempre più sicurezza attraverso le cose che gli accadono”.
La vicenda accosta avventure magiche a perenni valori cristiani (sia Nadia che Penny sono impegnate con l’opera della CaAPA, Catholic Association of Performing Arts, Associazione Cattolica delle Arti dello Spettacolo) ed è stata anzitutto una rappresentazione teatrale, capace di racchiudere in sé una dualità anzitutto linguistica. Quindi ci siamo chiesti se sia mai stato pensato di portarla in teatro in Italia.
“Certamente – ci dice Nadia – con Penny avevamo ipotizzato una situazione alla portata, a costo minimo, con un set minimale. Portare in Italia lo show in uno spazio adatto. Il sogno sarebbe fare uno show in piazza. Probabilmente affitterei un teatro piccolo. Un’alternativa potrebbe essere quella di realizzare questo lavoro in una chiesa, una basilica, trovando alloggio in una parrocchia, il che ci permetterebbe di risparmiare, facendo poi lo show a favore della parrocchia stessa, o per una causa benefica a scelta della parrocchia stessa. Pensiamo sempre di portare lo show in Italia, potrebbe essere una buona idea per il futuro”.
La storia di Porro traccia una linea, difficile non restare coinvolti dall’insegnamento che trasmette leggendola. Ma non solo.
“Ho imparato a non essere troppo critica, a mettermi in discussione, a pormi delle domande su situazioni che sarebbero potute essere migliori usando un po’ di gentilezza in più, che è ancora decisamente la maniera migliore per gestire le cose della vita” – ci confida Penny, descrivendo cosa questa storia le ha insegnato proprio mentre la stava scrivendo.
Il connubio professionale tra Nadia Ostacchini e Penny Culliford, la caparbietà e l’iperattività artistica della prima e la fantasia e la percettibilità della seconda, si traducono in questa storia per bambini e non solo, partita dal palco di Tricolore Theatre Company in London e adesso in vendita on line sul sito di Tricolore in UK e sul sito della Casa Editrice Be Strong Edizioni (per l’Italia: https://bestrongedizioni.it/prodotto/un-bambino-di-nome-a-boy-called-porro/, dove è anche possibile lasciare recensioni al link https://bestrongedizioni.it/categoria-prodotto/libri/)
E prossimamente sarà pubblicato un audiobook sia in inglese che in italiano con le musiche dello show. Un progetto che merita di essere sostenuto fino in fondo.
“Siamo una compagnia teatrale britannica no-profit – precisa Nadia – tutti i soldi che guadagniamo vengono re-investiti per lo show successivo, per il progetto seguente. Poi cerchiamo di essere estremamente professionali, lavorando solo con professionisti, facendo cose di qualità, anche se il problema principale sono sempre i costi di gestione. Per noi le sponsorizzazioni sono molto importanti”.
La storia di Porro, un ponte tra Regno Unito e Italia
La storia del piccolo Porro costruisce quindi un ponte, non solo ideale, tra UK e Italia, tra Penny e Nadia, tra lingua inglese e lingua italiana.
Nadia, nata a Londra da genitori italiani, ci rivela “Sono al cento per cento italiana, nel sangue, anche se sono nata e cresciuta a Londra, da papà di Parma e mamma di Treviso. Mi considero britannica, se inavvertitamente schiaccio un piede a qualcuno mi scuso tantissimo, sono molto polite, ringrazio sempre tantissimo, che è una cosa più britannica che italiana. Sono very british in molti modi anche se il mio temperamento resta fondamentalmente italiano e quello viene fuori. In questo mia mamma ha sempre avuto una grande influenza, lei è molto italiana, moltissimo, ci ha sempre tenuto tantissimo a che io e mio fratello imparassimo l’italiano quando eravamo bambini”.
E Penny? Come si pone nei confronti dell’Italia e della sua cultura? “I love it – ammette – sono stata “adottata” dalla comunità london-italian che è molto generosa per cui amo l’Italia, amo gli italiani. Ci vado ogni volta che posso, amo Venezia, Firenze, la zona del Chianti. Amo girare l’Italia. Anche mia figlia ama l’Italia, ha insegnato inglese ai bambini italiani, è stata in luoghi come Firenze e San Marino”.
Insomma, il piccolo Porro è riuscito a farci sentire tutti dalla stessa parte. Quindi non resta che dargli il benvenuto pubblicamente la sera di sabato 11 Novembre a Clerkenwell, Londra, presso la Casa Italiana San Vincenzo Pallotti. Noi di Londra Notizie 24 ci saremo e vi racconteremo poi com’è andata. Sinceramente, non vediamo l’ora.